Pov Sandra:
Driiin
Apro gli occhi, faticando a destarmi dal mio coma pre-scolastico. Per fortuna oggi è l'ultimo giorno, poi passerò tre mesi di completo ed assoluto relax. Finalmente riesco ad alzarmi dal mio letto e mi preparo.
"Sandra, sei ancora a letto? Muoviti. Non vorrai tardare proprio l'ultimo giorno."
"Arrivo subito, mamma."
Scendo in cucina per fare una velocissima colazione, saluto mia madre ed esco di casa.
"Bene, ecco la mia roscia preferita." Esclama una voce alle mie spalle.
Mi giro e vedo un paio di occhi marroni che mi osservano da dietro degli occhiali neri.
"Buongiorno, Fabio. Come stai, oggi?"
"Non male, ma starò meglio una volta usciti da scuola."
Cominciamo a ridere e ci incamminiamo verso la fermata dell'autobus. Arriviamo giusto in tempo per salire, prima che le porte si chiudano e l'autobus parta. Una volta seduti, Fabio mi fa notare le bottiglie che sporgono dagli zaini di alcuni studenti.
"Sarà un inferno all'uscita." esclamo.
Fabio sta un pò in silenzio, poi mi dice "Ci ho pensato su: mi sa che provo a rimanere in classe fino a stasera."
Trattengo a stento le risate. Fabio sa essere proprio bizzarro, ma in fondo è uno degli aspetti che lo rendono unico. Certo non avrei mai pensato, quando l'ho conosciuto tre anni fa, che saremmo diventati così amici.
*Inizio flashback*
"Tesoro, sono arrivati i nuovi vicini. Andiamo a salutarli."
"Ok mamma."
Finalmente qualcuno ha comprato quella casa. Chissà se hanno qualche ragazzo con loro. È così noioso qui da soli. Ci avviciniamo al furgone, ma vediamo solo i traslocatori.
"Dove sono i proprietari della nuova casa?" chiede mia madre.
"Sono in vacanza. Arriveranno stanotte." le dice uno dei traslocatori.
Che peccato. Volevo conoscerli.
Durante la notte sento una macchina fermarsi. Devono essere i nuovi vicini. Il pomeriggio dopo vado a bussare ai vicini. Aspetto un pò, ma non risponde nessuno. Eppure la macchima è ancora quì, non possono essere usciti. All'improvviso la porta si apre e vedo un ragazzo coi capelli neri, corti, pettinati con un taglio classico. Devo dire che è abbastanza pallido, ma non sembra malato. Il fatto che mi colpisce di più è il suo abbigliamento: sembra caduto in un mucchio di carbone: polo nera, pantaloni neri, scarpe nere, tutti i suoi vestiti sono neri.
Mi osserva per un pò e poi mi dice "Tu devi essere Sandra. Tua madre mi ha parlato di te."
"Mia madre è stata qui?"
"Stamattina, sperava di vedere i miei, ma sono usciti presto per andare al lavoro."
"Ok, capisco. Però tu sai il mio nome, mentre io non so il tuo."
"Mi chiamo Fabio."
"Bene. Piacere di conoscerti."
Mentre chiude la porta, mi risponde "Il piacere è stato mio, ragazzina."
C'è qualcosa nel modo in cui mi ha chiamata che mi infastidisce: sono abituata al fatto che la gente mi tratti come se fossi ancora una bambina, ma in genere si confondono perché sembro molto più giovane di quello che sono, invece lui mi ha chiamto "ragazzina" con un tono derisorio, come se volesse prendermi in giro.
Busso di nuovo alla porta, ma stavolta non apre nessuno. Continuo a bussare, ma niente. Dopo un pò noto che si sta facendo buio e torno a casa.
"Hai conosciuto i vicini, amore?"
"Solo uno dei figli: non è molto simpatico."
"Davvero, tesoro? Con me è stato gentilissimo."
Non capisco: perché con me si è comportato in quel modo?
*fine flashback*
Pov Fabio:
"Ehi, Sandra, sveglia. Siamo arrivati."
Non ci credo: è di nuovo persa nei suoi pensieri.
"Sempre con la testa tra le nuvole, eh?"
Ridacchiamo sottovoce, e appena le portiere si aprono scendiamo ed entriamo a scuola. Si sente il suono della campanella. Siamo arrivati giusto in tempo. Saliamo in classe ed iniziamo a chiacchierare con i compagni, in attesa che arrivi il professore.
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I segreti della porta accanto
ParanormalSandra è una normale ragazza, con una vita normale. Il suo vicino, amico e compagno di classe Fabio è anche lui un normale ragazzo appassionato di creepypasta. O così sembra, finché...