L'istante dopo fu assalita dalle domande. Chi era "Emily"? Cosa voleva colui che scrisse la frase sul muretto? Non erano affari suoi, ma la storia la incuriosiva, anche se voleva scappare e arrivare a casa.
Dopo qualche secondo lasciò il posto e avanzò. Era ancora sola, non c'era nessuno. Sì, aveva paura, ma ormai era quasi arrivata.
Infatti, eccola lì. Appena la vide corse. Arrivò al campanello e suonò. Un minuto dopo qualcuno aprì la porta. Era sua madre.
-Cara! Amore mio dov'eri?! -disse la madre tra le lacrime.
- Mi sono p..persa mamma.- disse in risposta, anch'essa piangendo- ma ora sono qui.La madre la prese e l'abbraccio, dopodiché la portò in casa, era bagnata.
-Papà dov'è?- chiese.
-È andato a cercarti.. ora lo avviso che sei qui.- disse la madre.Cara si sentì finalmente al sicuro. Però la storia della scritta non le usciva dalla testa. Aveva già tanti problemi di suo, non ne aveva bisogno di altri. Anche se, magari era stata scritta molti anni prima.
Si stava asciugando i capelli con il phon quando una figura maschile aprì la porta.
-Papà!
-Oh tesoro, ci hai fatti davvero preoccupare.
Aveva e ha ancora paura. Ma non voleva dirlo a nessuno. Era una ragazza che si teneva sempre tutto dentro, voleva affrontare sempre tutto da sola. Non voleva coinvolgere le persone a lei care in certe questioni.
Si sentì male. Aveva fame. Sua madre le preparò subito qualcosa e poi andò a dormire, esausta. Si buttò sul letto, e si addormentò.*Cos'è questo posto? Dove sono? Fa freddo e sono sola, dinuovo. È come un incubo che si ripete. Odio stare sola. Ho paura. Voglio scappare. Sento dei passi. Qualcuno mi segue. No. No. No. Si sta avvicinando. Mi giro e lo vedo. È un uomo sulla cinquantina. Si avvicina a me. Non so cosa fare, sono paralizzata. Devo scappare. ORA. Le gambe si muovono da sole, è come se non le potessi controllare. Qualcuno mi tocca la spalla e mi stringe la vita, fermandomi. È lui. Mi ha raggiunta.
-Ehi ehi, dove credi di andare? Non mi scapperai più.-*Si svegliò. Stava urlando. Sua madre entrò nella stanza e la strinse, cercando di tranquillizzarla. Era terrificata. Stava piangendo, non sapeva se sarebbe mai riuscita a richiudere occhio. Non era solita a fare incubi, perciò questo fu traumatizzante. "Non mi scapperai più." La stessa frase scritta sul muretto. Però quella era riferita ad un'altra persona.
Sua madre restò con lei fino al sorgere del sole. Cara aveva un aspetto orribile. Non era più riuscita a dormire e non voleva più farlo. Voleva evitare di riprovare quelle emozioni. Le stavano succedendo troppe cose strane. Queste cose l'avevano scossa, tanto che i suoi genitori decisero di portarla da uno psicologo. Non stava affatto bene. Anche perché i giorni successivi, non riuscì a impedire che il sonno avesse la meglio e rifece lo stesso incubo. Era sola e ad un tratto spunta l'uomo, ma lei agisce sempre in modo diverso, però l'incubo finisce sempre con la frase: "Non mi scapperai più."