Red Widow || Bucky Barnes

8. Can't you leave me alone?

Bucky's pov

Devo andare nell'ufficio di Tony, voglio parlargli della situazione non voglio che mi veda come un nemico ora che le cose iniziano ad andare bene.

Mi avvio verso l'ascensore mentre mi perdo tra i pensieri assordanti che mi rimbombano la testa e mi tengono sveglio la notte, a dire il vero non mi ricordo l'ultima volta che ho dormito veramente bene.
Nel frattempo che cammino per il corridoio mi tocco la barba che sta già ricrescendo, mentre mi accarezzo il mento sento questa che mi punzecchia il polpastrello.
Vedo l'ascensore che si sta per chiudere allora inizio a scattare mettendo in atto tutta la mia agilità per raggiungere al più presto quella cabina. Ci infilo il braccio di metallo in mezzo per non far chiuder le porte ed entrare non dovendo così aspettare in seguito. Stringo il pugno e aggiungo anche l'altra mano per aprire definitivamente le due porte con forza e infilarmici dentro. Noto subito la presenza di due figure davanti a me e cerco di metterle a fuoco al più presto.

Sam è alla mia destra mentre Sasha è alla mia sinistra. I suoi occhi ambrati sono fissi sulla mia mano metallica ancora stretta a pugno e una ciocca di capelli le ricade sulla fronte, ogni singola parte del suo corpo mi fa capire che è tesa. Si condanna da sola quando alza lo sguardo su di me e realizza che la stavo fissando. Non riesce a mantenere il mio contatto visivo.

"Ciao anche a te Bucky." Mi sarei aspettato che sarebbe stato Sam ad aprire il discorso.
"Ciao Sam." Taglio corto e mi infilo tra i due come a separarli e Sasha ad ogni mio movimento si allontana di sempre più. La vedo abbassare lo sguardo, sembra quasi pregare che le porte si chiudano e l'ascensore sfrecci al piano giusto per far si che questo momento passi il più in fretta possibile.

Sam mi inizia a parlare così assumo un'espressione indifferente per non permettergli di capire se lo sto ascoltando o meno. Le porte si chiudono e l'ascensore fa il suo solito scatto traballante per iniziare a salire. Sasha non penso sapesse di questo piccolo traballamento e perde l'equilibrio cadendomi contro, riesco ad afferrarla per la vita prima che mi cada completamente addosso. Punta subito gli occhi color ambra nei miei e si fionda vicino a Sam quasi scappando da me.

"Dalle mie parti si dice anche 'grazie'."
So che non vuole avere niente a che fare con me, ma comunque è la seconda volta che la prendo evitando di farla cadere.
Tutto quello che ricevo è un elegantissimo 'vaffanculo' con pure il dito medio alzato. Che bambinetta insopportabile. Insopportabile ma carina.

"Pure il ditino, sono lusingato bambolina."
So di starla provocando, e non riesco a non farlo le parole mi escono da sole dalla bocca.
"Come cazzo mi hai chiamata?"
La vedo girare la testa verso di me con gli occhi incendiati dall'odio.
"Bambolina? Tranquilla non è in senso romantico." Si mette di fronte a me fissandomi negli occhi. Quando si inizia ad incazzare diventa la persona più sicura del mondo, mi piace vedere questo lato di lei, inoltre è molto più bassa di me e sembra seriamente una bambina.
"Non mi chiamare così, non siamo amici, non siamo conoscenti, non siamo nessuno non c'è e non ci sarà mai un legame. Stai al tuo posto e non fare il simpatico con me."
Sposta lo sguardo sul monitor della pulsantiera, siamo appena arrivati al decimo piano si devono solo aprire porte.
"Non ti azzardare a chiamarmi ancora così hai capito?"
Mi rivolge per l'ultima volta la parole e appena le porte si aprono esce fuori a passo svelto e si fionda nell'ufficio di Tony sulla sinistra.

"Vedo che andate d'accordo." Commenta Sam facendomi distogliere lo sguardo dalla figura di Sasha che sparisce dal mio campo visivo.
"Tu andresti d'accordo con la persona che odi? Io non credo." Ribatto.
"Ci sto parlando ora." Mi tira una pacca sulla spalla ed esce dall'ascensore.
Guardo anche lui che si allontana per chissà quale destinazione ma le due porte iniziano a chiudersi e non faccio in tempo ad aprirle che inizio a salire.
Mi sono distratto fin troppo. Dovevo andare anche io da Tony.