𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 2
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Look at you all dressed up for someone you never see
«Guardate, è arrivata la campagnola» disse una ragazza bionda mentre Laila entrava in classe.
«Hey, perché non torni nei campi a zappare?» continuò lei. A quella "battuta" tutti i suoi compagni si misero a ridere. La rossa cercò tra le tante facce il viso di Alex. Forse era meglio se non lo avesse mai fatto. Stava ridendo anche lui.
«Dai contadinella, ridi anche tu» commentò il ragazzo guardandola. No, non era vero, non poteva essere vero, Alexander non le avrebbe mai fatto una cosa simile.La sveglia per fortuna portò Laila al mondo reale. Era solo un sogno. Un incubo terribile. La ragazza si alzò dal letto per iniziare a sistemarsi, fece una doccia veloce, indossò la divisa della scuola che consisteva in una gonna grigio scuro, la cravatta del medesimo colore, una camicia bianca, le parigine e delle classiche scarpe nere. Il regolamento permetteva di aggiungere accessori a loro piacimento quindi la rossa mise i suoi orecchini preferiti abbinati alla collana. Raccolse i capelli in una mezza coda legata con un fiocco color panna e poi spruzzò il suo profumo preferito: lavanda, si dice che aiuta a calmarsi. Laila si guardò allo specchio soddisfatta.
«Laila, la colazione» la chiamò suo padre dalla cucina. La rossa scese di corsa le scale e finì di mangiare appena prima che suonasse il campanello. Guardò dall'occhiello della porta, era Alexander. La ragazza corse da suo padre per salutarlo e prese lo zaino.
«Buona giornata tesoro» disse l'uomo mentre la figlia usciva di casa.
«Anche a te» gli rispose la giovane chiudendo la porta.
Nella fretta di uscire la ragazza non si accorse che Alex non si era spostato e se lo ritrovò ad un palmo dal suo viso. La guardava imbambolato, quasi con ammirazione, Laila lo guardò negli occhi e quasi ci si perse, poi si spostò.
«Allora, andiamo?» chiese la rossa scendendo gli scalini dell'ingresso. Lui non parlò, la assecondò e basta. Arrivarono a scuola senza intraprendere nemmeno un discorso, situazione strana per i due, soprattutto perché il biondo parlava sempre.
«Hey, tutto a posto?» gli chiese la ragazza mentre si fermavano per aspettare fuori dal cancello l'inizio delle lezioni.
«Si, si, sono solo stanco, non ho dormito bene questa notte»
«Ti capisco, io ho fatto un incubo orribile» avevano appena iniziato a parlare quando arrivò un ragazzo.
«Ciao Alex» gli disse il castano salutandolo con entusiasmo.
«Hey Luca» quel nome, secondo Laila, non gli si addiceva, aveva pensato che si potesse chiamare Kevin, o Andrea.
«Tu devi essere nuova» disse il ragazzo rivolgendosi alla rossa.
«Si, è una mia amica d'infanzia, si chiama Laila» gli rispose Alex prima che la ragazza potesse parlare.
«Che nome dolce, proprio come i tuoi occhi» Luca ci stava palesemente provando e Alexander era abbastanza irritato dal suo comportamento.
«Grazie...» rispose Laila imbarazzata e stranita «Tu in che classe sei Al?» continuò lei tentando di ignorare l'altra presenza maschile.
«13, tu?»
«Anch'io, almeno saremo insieme» la ragazza non ebbe il tempo di finire la frase a causa di Luca.
«Che bello, tutti e tre insieme» i due amici lo guardarono storditi, confusi. La trovavano imbarazzante quella conversazione. Per fortuna una bidella arrivò a salvarli da quella situazione aprendo il cancello. Entrarono e si diressero alla loro aula. La ragazza si sedette al primo posto libero e posò lo zaino per poi prendere i libri della materia che aveva alla prima ora: letteratura inglese. Gli altri suoi compagni non la notarono molto, tranne la ragazza seduta accanto al suo banco.
«Hey, sei nuova?» le chiese lei.
«Si nota così tanto?»
«No, hai semplicemente una faccia nuova» e poi la sconosciuta tornò al suo telefono. La sua compagna di banco era probabilmente alta più o meno come lei, aveva i capelli castani, gli occhi scuri, il naso piccolo, ma adatto al suo viso, sormontato da delle lentiggini e le labbra rosse.
«Come ti chiami?» le chiese Laila. Lei si voltò a guardarla ma alla fine rispose con un sorriso.
«Zoe» in quell'esatto istante entrò in aula la professoressa. Era una donna sulla trentina, i capelli biondo cenere, il naso dritto, gli occhi color nocciola.
«Buongiorno ragazzi, sedetevi pure» disse posando i libri sulla cattedra. Si girò verso la classe e iniziò a cercare qualcuno con lo sguardo.
«Allora ragazzi, oggi avremo una nuova compagna» disse guardando la rossa, poi gesticolò indicandola.
«Si vuole presentare signorina Rossi?» ciò che la ragazza più temeva. Si alzò in piedi e i suoi compagni la osservarono attentamente, come se stessero guardando qualcosa di strano, di nuovo, sembrava quasi che la stessero studiando.
«Mi chiamo Laila Rossi, ho diciassette anni, vengo da un paese vicino a Messina e spero di starvi simpatica» la poveretta non sapeva più cosa dire, e la situazione si stava facendo imbarazzante.
«Va bene signorina, adesso iniziamo la lezione» disse la professoressa. Laila si sedette e aprì il libro. Le due ore andarono avanti abbastanza bene, la professoressa spiegava e la rossa ascoltava, o almeno ci provava. Zoe, la sua compagna di banco, continuava a parlarle.
«Perchè ti sei trasferita qui?» le chiese.
«I miei genitori sono separati, con mia madre non ho un bel rapporto e quindi mio padre mi ha chiesto se volevo trasferirmi con lui»
«E tu hai accettato»
«Esatto»
«E dove abiti ora?» la castana era una ragazza abbastanza curiosa.
«In una villa… in mezzo ad altre ville» Laila si accorse che non conosceva il nome del quartiere in cui abitava, e quindi come avrebbe potuto dirle dove viveva?
«Molto dettagliato» rispose la compagna ridacchiando.
«Che ne dici se dopo scuola vieni da me? Così ti faccio vedere dove abito e studiamo insieme» ci fu un attimo di silenzio, la rossa venne squadrata un paio di volte da Zoe che poi fece un sorrisino furbo, un sorrisino familiare.
«Ci sto» rispose.
«Ragazze in fondo, avete finito di parlare?» le rimproverò la professoressa.
«Si, scusi prof, la mia compagna non aveva ben capito una cosa e gliela stavo spiegando» parlò Zoe cercando di tirarle fuori dai guai. Tutti le stavano guardando. Alex e il suo amico di fronte alle due stavano ridacchiando. La professoressa le stava squadrando, le stava studiando, stava cercando di capire se quella era una bugia. Aprì la bocca per parlare ma non ne ebbe il tempo. Improvvisamente suonò la campanella dell'intervallo, la loro salvezza. La professoressa le lasciò andare e uscirono dall'aula.
«Finalmente, non la sopportavo più» disse Zoe riferendosi all'insegnante.
«Noto che ti piace molto la scuola» notò Laila
«Sì, è il mio posto preferito» rispose con sarcasmo.
«Come va ragazze?» chiese Alex avvicinandosi alle due insieme a Luca.
«Bene» risposero all'unisono.
«Chi é questa tua nuova amica? Non me la fai conoscere?» disse Luca rivolgendosi a Laila.
«Ma non la conosci? Andate in classe insieme…» rispose quasi delusa, ma in fondo se lo doveva aspettare da uno come lui. Lui la osservó confuso. La ragazza sospirò rassegnata.
«Lei è Zoe, Zoe, lui è Luca» in quel momento arrivarono nel cortile della scuola, si sedettero sulle panchine e continuarono a parlare finché arrivò una ragazza, bionda, occhi azzurri, fisico perfetto, trucco esagerato. Una Barbie, la tipica ragazza "perfetta". Però il suo viso sembrava incredibilmente familiare alla rossa.
«Guardate chi c'è qua, la nuova campagnola. Perché non torni a zappare i campi?» disse la bionda rivolgendosi a Laila.
«Ci conosciamo?» le chiese la rossa.
«Ma come, non ti ricordi di me? Sono la tua cara amica Alisa» all'udire quel nome Laila capì il motivo per cui la ragazza di fronte le sembrava tanto familiare.
«Ora ricordo, la ragazza che mi bullizzava, giusto? Vedo che non sei cambiata» la bionda sembra infuriarsi. Iniziò a ripetere le parole della ragazza come un pappagallo provando a umiliarla.
«Davvero molto matura» commentò Laila tranquilla. Alisa si arrabbiò ancora di più e si avvicinò pericolosamente alla vecchia conoscenza.
«Non ti conviene metterti contro di me.» le disse minacciandola. Laila si alzò e la guardò dall'alto.
«Altrimenti cosa fai?» le chiese sfidandola e continuando a mantenere la calma. Alex le tenne un braccio temendo che potesse fare qualcosa. Ma non avrebbe fatto niente, la bionda si sarebbe arrabbiata talmente tanto del fatto che i suoi insulti non la ferivano che se ne sarebbe andata infuriata. E così fu. Alisa se ne andò come se fosse un cane con la rabbia.
«Ma come hai fatto a tenere testa ad Alisa? Non ci è mai riuscito nessuno» le chiese Zoe.
«Tanta pazienza e un po' di furbizia» le rispose.
«Sei forte Laila» commentò Luca sorridendole, lei ricambiò il sorriso. Poi si girò verso Alexander. Lui la stava guardando ammaliato, con ammirazione.
«Tutto a posto?» gli chiese la ragazza.
«Eh? Si, si, tutto a posto» rispose cadendo dalle nuvole. Laila ridacchiò leggermente per come gesticolava imbarazzato.
«Ma voi vi conoscevate già?» chiese Zoe osservando il comportamento dei due.
«Si, siamo amici d'infanzia, i nostri genitori erano cresciuti insieme e così anche noi per i nostri primi anni di vita, ma poi mi sono trasferita» le raccontò la rossa in breve.
«Si, ma comunque siamo sempre rimasti in contatto» aggiunse Alex.
«Hey ragazzi, come va?» chiese un ragazzo avvicinandosi al gruppo. Era alto più o meno quanto Luca, occhi azzurri, capelli neri, naso dritto e labbra carnose.
«Non mi presentate questa vostra nuova amica?» chiese lui.
«Lei si chiama Laila» gli rispose Luca.
«Piacere di conoscerti, Laila» disse prendendole una mano e baciando il dorso.
«Ma che gentiluomo» commentò la rossa assecondando il suo gioco.
«Laila, lui è Kevin» disse Zoe. In quel momento suonò di nuovo la campanella.
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✯ℛℯ𝓌𝓇𝒾𝓉ℯ 𝓉𝒽ℯ 𝒮𝓉𝒶𝓇𝓈✯
FantasyAlle origini l'uomo era un essere mostruoso formato da due teste, e otto arti. Era perfettamente orribile. Seppur con difficoltà l'essere umano e le divinità riescono a convivere, o almeno fino alla nascita del piccolo Achoi Zapa. A causa sua Zeus f...