𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 3
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what hurts the most is people can go
From people you know to people you don't
Erano ormai cinque minuti che il gruppo di amici camminava verso la casa di Laila. Oggi c'era pure Zoe perché dovevano studiare insieme matematica. L'aria invernale stava iniziando ad arrivare e c'era troppo fresco per poter stare solo con la camicia, però la testardaggine della rossa l'aveva costretta a non portare la giacca.«Laila?» Disse il ragazzo dai capelli dorati. La ragazza si maledì mentalmente. Si era immersa nei suoi pensieri un'altra volta, chissà quanto tempo sarà passato prima che lei rispondesse.
«Tutto bene?» Le chiese Alex osservandola con occhio critico.
«Si, si, tranquillo» rispose freneticamente.
«Ma non hai freddo?» Aggiunse Zoe.
«No tranquilla» disse la rossa cercando di nascondere la bugia.
Per fortuna il trio arrivò in fretta all'abitazione e dopo aver salutato il proprio migliore amico, Laila poté riscaldarsi all'interno delle quattro mura. Si tolsero le scarpe e posarono gli zaini mentre venivano accolte dal padre della rossa.
«Com'è andata oggi?» Le chiese mentre andavano in cucina.
«Bene, è stata abbastanza tranquilla la giornata» rispose la figlia mentre beveva un bicchiere d'acqua e ne offriva uno all'amica. Appena finirono di mangiare le loro merende Laila diede un bacio sulla guancia del padre per salutarlo e le due uscirono dalla stanza.
«Noi siamo di sopra» lo avvisò la ragazza.
«Mi raccomando, studiate» disse lui mentre le vedeva salire le scale con gli zaini sulle spalle.
Arrivate in camera la proprietaria chiuse la porta e le due compagne si misero a studiare.
«Dai, ma io non ho voglia» disse Zoe lamentandosi come una bambina mentre si buttava sul letto dell'amica. La rossa la guardò ormai rassegnata, sempre la stessa storia.
«Quando mai, tu, Zoe Rizzi, hai voglia di studiare?» Disse la ragazza dai capelli ramati, ironizzando sulla questione.
«Per domani abbiamo pochi compiti, ti va di uscire quando finiamo?» Le chiese Laila.
La castana accese il telefono e scrisse qualcosa. Dopo poco arrivò una notifica: era Zoe che chiedeva sul gruppo coi ragazzi se qualcuno volesse uscire verso sera. Accettarono tutti. Fissarono un orario per incontrarsi al parco che ormai era diventato il loro luogo d'incontro. Poi finalmente la ragazza posò il telefono. Le due amiche studiarono per circa due ore. Considerando quanto tempo perdevano gli altri giorni, avevano fatto abbastanza in fretta. Poi suonò la sveglia: l'aveva impostata Laila per non dimenticarsi dell'incontro. Chiusero i libri e Zoe fece un sospiro di stanchezza per poi buttarsi sul divanetto presente nella stanza.
«Io vado in bagno.» Le disse la rossa sparendo nella stanza adiacente alla camera e abbandonando lì l'altra ragazza. Laila si fece una doccia veloce e indossò dei semplici jeans e una maglia. Tornò in camera e l'amica che prima era seduta sul divanetto ora stava osservando la libreria della rossa.
«Ma sono tutti tuoi?» Le chiese indicando le varie mensole in cui si trovavano svariati libri da altrettanti generi. La ragazza non aveva gusti precisi quando si parlava di leggere, poteva tranquillamente passare da un giallo a un fantasy.
«Si»
«Ma sono tantissimi, è impossibile» la castana era un po' sconvolta.
«Be, mi piace leggere un po' di tutto» dopo poco Zoe si voltò verso l'amica.
«Andiamo, o dobbiamo stare ancora a contemplare i tuoi libri?» Le chiese sarcastica. Laila si voltò verso l'orologio e poi guardò la sua compagna.
«Siamo in ritardo» le disse con un sorrisino colpevole. A quelle parole le due si precipitarono al piano di sotto e andarono al parco. Luca e Alex erano già lì che stavano parlando tra di loro. I due ragazzi vedendole da lontano le salutarono e la rossa rispose con un sorriso e agitando una mano in aria, mentre invece Zoe accelerò il passo.
«Si può sapere come facciamo a essere sempre in ritardo?» Si lamentò la castana quando le due ragazze raggiunsero i loro compagni.
«Almeno non siete in ritardo cronico come Kevin» disse Luca ridacchiando. Quel nome per Laila non era del tutto nuovo, eppure non ricordava chi era il ragazzo menzionato.
«È il moro che si è presentato l'altro giorno a scuola?» Gli chiese la rossa. Lui aprì la bocca per risponderle ma Zoe lo anticipò.
«Sì, è un nostro amico di un'altra classe» le spiegò «Lo hai invitato?» Gli chiese lei.
«Sì, avevo pensato che Laila e Kevin non avevano avuto l'occasione di conoscersi davvero. Tra l'altro una presenza in più non dà mai fastidio, no?» Le rispose lui. In quel momento una voce maschile li salutò da dietro. La rossa si girò e vide il ragazzo dai capelli corvini avvicinarsi con le mani nelle tasche.
«Parli del diavolo...» Commentò Alex.
«Scusate per il ritardo, ho avuto un piccolo problema» disse il moro salutando tutti. Poi il suo sguardo si posò su Laila.
«Ci rivediamo, fiammifero» le disse Kevin ironizzando sul suo colore di capelli.
«A quanto pare, corvo» rispose lei con lo stesso tono.
«Questa riunione improvvisa?» Chiese il moro.
«Ho dovuto corrompere la principessa per farla studiare» disse la rossa con sarcasmo. L'amica la fulminò con lo sguardo.
«Non cambi mai Zoe?» Le chiese il corvino.
«Mi ricorda qualcuno...» Disse Luca facendo riferimento ad Alex. Alla rossa scappò una risata, in effetti nemmeno lui studiava molto. In quel momento sembrò che il ragazzo dai capelli dorati fosse uscito da uno stato di trance, e guardando Laila le rinfacciò tutte le volte che lui l'ha dovuta obbligare a studiare nel suo periodo ribelle. Doveva aspettarselo la rossa, d'altronde erano stati un po' cattivi con lui.
«Tempi oscuri che non volevo ricordare» le rispose ridendo un po' imbarazzata. In quel momento intervenne Zoe. Doveva vendicarsi anche lei in qualche modo
«E adesso è una secchiona».
«Non» stava dicendo la rossa innervosendosi, non sopportava quando qualcuno la etichettava come "secchiona" solo perché ci teneva allo studio. Purtroppo non poté finire la frase perché venne interrotta da Kevin.
«In effetti avevi l'aria di essere una secchiona, fiammifero» Laila lo fulminò con lo sguardo.
«Non sono una secchiona, non passo nemmeno troppo tempo sui libri, ho solo una buona memoria» fece un respiro cercando di non arrabbiarsi e poi fece un sorrisino furbo, come se avesse capito qualcosa «Sei geloso per caso, corvo?» Disse assottigliando lo sguardo e legando le pupille a quelle del ragazzo di fronte a lui.
«No tranquilla, non ne ho bisogno» rispose il moro reggendo lo sguardo e avvicinandosi alla ragazza. Ormai era diventata una sfida tra i due. L'aria era diventata tesa. Nessuno osava fiatare.
«Andiamo da qualche parte o dobbiamo rimanere qua?» Chiese Luca con un pizzico di sarcasmo. In quel momento Kevin e Laila spezzarono il contatto visivo.
«Bar?» Propose Zoe. Tutti accettarono. Il gruppo di amici passò il pomeriggio a chiacchierare davanti a una tazza di cioccolata calda fino a quando il padre della rossa la chiamò per tornare a casa.
«Ragazzi, io vi lascio, ci vediamo domani a scuola» disse alzandosi dal tavolo.
«No, aspetta, ti accompagniamo, fuori è buio, non mi fido» disse Zoe alzandosi. Gli altri la seguirono a ruota.
«Inoltre abitiamo tutti più o meno nella stessa zona» aggiunse Luca avvicinandosi all'uscita con un sorriso gentile sulle labbra. Una volta arrivati vicino alla casa di Laila, ormai sia Zoe che Luca erano rientrati nelle proprie case.
«Ci vediamo domani allora» disse la ragazza salutando gli amici rimasti.
«Non ti dimenticare le valigie per domani» le accennò Alex.
«Diamine, la settimana bianca con la scuola, me ne ero dimenticata» disse lei facendo un grugnito di disperazione, ogni volta dimentica qualcosa.
«Ma come fiammifero, non avevi detto di avere una buona memoria?» Disse Kevin scherzoso. Laila lo fulminò con lo sguardo.
I due ragazzi davanti a lei ridacchiarono prendendola in giro e lei alzò gli occhi al cielo mentre bussava alla porta. Suo padre aprì la porta in poco tempo e la fece entrare.
«Vieni, la cena è pronta» le disse lui stranamente felice mentre si addentra nella sala da pranzo. La rossa lo seguì esitante e quando varcò le porte della stanza vide una donna sulla quarantina seduta su una delle sedie. Aveva degli occhi ambrati che quasi facevano impressione, delle labbra carnose dipinte di rosso e la carnagione pallida che faceva risaltare i suoi capelli color pece. Era di una bellezza disarmante, bella come uno dei quadri di Monet. Il padre di Laila si avvicinò alla donna e le diede un bacio per poi guardare sua figlia sorridendo. Ecco perché era così felice.
«Ciao Laila, io sono Sara, tuo padre mi ha parlato molto di te» disse la donna interrompendo il silenzio imbarazzante che si era andato a creare.
«Piacere di conoscerti» le rispose la rossa dopo un momento iniziale di confusione.
«Il piacere è mio, vieni, siediti qui» le disse la donna indicando la sedia di fronte a lei e così la ragazza si sedette al tavolo. Sara continuava a parlare, aveva un accento strano, probabilmente era del nord, ma in compenso aveva una voce abbastanza flebile e dolce. Mangiarono insieme la cena cucinata dal padre di Laila e poi finalmente lasciarono andare la rossa in camera sua.
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✯ℛℯ𝓌𝓇𝒾𝓉ℯ 𝓉𝒽ℯ 𝒮𝓉𝒶𝓇𝓈✯
FantasyAlle origini l'uomo era un essere mostruoso formato da due teste, e otto arti. Era perfettamente orribile. Seppur con difficoltà l'essere umano e le divinità riescono a convivere, o almeno fino alla nascita del piccolo Achoi Zapa. A causa sua Zeus f...