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Mi alzai prima del solito. Forse per l'incubo che feci o forse per il troppo caldo perché Robert, il nostro maggiordomo, non aveva acceso il condizionatore il pomeriggio prima.
Mi misi i leggins neri che mi fanno un bel culo, una maglietta aderente con un motivo a rose senza maniche che arriva appena sotto il reggiseno, mi infilai frettolosamente le vans lilla dimenticandomi di mettere le calze e andai in bagno a lavarmi, mettermi un po' di mascara e il rossetto viola, e pettinarmi i capelli ramati e mossi per poi lasciarli cadere dolcemente sulla schiena.

Scesi al piano terra correndo ma senza fare rumore per non svegliare qualcuno, presi le chiavi del cancello e uscii di casa.

Corsi verso il cancello, lo aprii e guardai il cielo.
Non c'era un nuvola e il sole stava sorgendo, feci un lungo respiro e sentii l'aria fredda che entrava nelle narici. Ebbi la sensazione come se delle catene si fossero vaporizzate appena feci quel respiro. Mi sentii libera. Avevo appena iniziato a fare un'altra cazzata.

Iniziai a camminare a passo svelto verso la metropolitana per raggiungere Time Square e cercare uno Starbucks lì vicino.

L'aria era fredda nonostante fosse estate, ma ho sempre sopportato il freddo.

Erano passati circa 20 minuti e stavo per arrivare alla metropolitana quando un ragazzo mi venne addosso per abbracciarmi.
"Ma che ci fai così presto in giro?" Mi chiese con tono felice.
Mi staccai dal suo abbraccio soffocatorio e alzai lo sguardo per guardargli il viso. Riconobbi Will già dalla voce, ma volevo accertarmi che fosse lui. Così sorrisi e gli chiesi
"E tu invece? Ti sei svegliato di prima mattina per cercarti una ragazza?"
Ridacchiò e si abbassò per guardarmi in faccia per poi dirmi
"No lattina, volevo solo farmi una passeggiata a Time Square."
"Bene, allora andiamoci insieme; e fammi il favore di alzarti perché ti arriva una manata talmente forte da farti ritornare feto."
Così si alzò e corremmo fino alla metropolitana. Scendemmo le scale quasi cadendo e senza prendere il biglietto, prendemmo la metropolitana che era arrivata mentre stavamo passando sotto il coso per leggere i biglietti. (Non so come si chiama e francamente non mi interessa). Continuerò a chiamarlo 'coso'.

Non c'era nessuno dentro, così mi sdraiai sui sedili e Will fece lo stesso ma dall'altra parte del vagone.
"Allora Hedges-"
"O Elizabeth o Beatrice. Lo sai da più di dieci anni che odio essere chiamata per cognome!" Lo corressi con un po' di seccatura nella voce.
"Allora Elizabeth.. Non hai risposto alla mia domanda. Come mai sei in giro così presto?" Mi chiese evidenziando il mio nome.
"Mh" mi sedetti a gambe incrociate "Mio padre mi ha messa in punizione per motivi non ben chiari e così non posso uscire. Ma ormai pure gli australiani sanno che odio stare chiusa in casa, così per qualche oscuro motivo mi sono svegliata presto e sono uscita senza far rumore. Nessuno si accorgerà che sono uscita dato che Robert è a Seattle e tornerà dopo pranzo e i miei genitori si svegliano alle 10 con quella loro sveglia di merda quando non c'è Robert"
"E come mai sei in punizione?" Mi chiese mentre si alzava e andava al centro del vagone.
"Ti ho detto che non lo so, ma credo perché rispondo male. Pft! Io rispondo male? Sul serio? Grazie al cazzo, se non mi trattasse così male di certo non farei l'arrogante." Dissi alzando la voce.
"Siamo arrivati Will, tieniti ad un coso di ferro." Così si aggrappò ad un coso di ferro proprio mentre la metro frenava. Mi alzai e uscii mentre Will mi metteva un braccio intorno alle spalle.
"Ti si sono schiarite le punte." Si avvicinò alla mia testa e mi annusò, poi sorrise.
"Profumano un casino i tuoi capelli rossi." Sbuffai.
"Devi sempre sottolineare il mio colore dei capelli?"
"Certo! Sennò non trovo il modo di farti scocciare, sei sexy quando fai così." Mi sorrise in modo pervertito, ma non ci feci tanto caso. Fa sempre così.
"Oh ehm grazie?" Risi mentre arrossivo. Tolsi il suo braccio dalle mie spalle e iniziai a correre sulle scale e poi sulla strada verso Time Square.
"A CHI ARRIVA PRIMAAAAA!".

Arrivati a Time Square notai subito lo Starbucks aperto da poco.
"Ehi Will, hai dei soldi?" Gli chiesi sorridente.
"Certo, perché?"
"Bhe, ho voglia di un cappuccino e tu mi guarderai berlo." Sorrisi, gli presi la mano e lo trascinai fino all'interno del caffè bar. Will andò ad ordinare per me e io mi sedetti ad un tavolino vicino alla finestra mentre lo guardavo. È un bel ragazzo. È muscoloso ma non troppo, alto, con gli occhi blu che al chiaro di Luna sono grigi, e i capelli alla Freddie Benson di iCarly. Una volta ci eravamo messi d'accordo per diventare scopamici. Ma beh, non abbiamo mai fatto niente. Anche perché in quel periodo ero fidanzata.
Dopo poco arrivò con il mio cappuccino in mano.
"Grazie." Gli sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia mentre prendevo il caffè. Gli si arrossirono le guance e dopo essersi schiarito la voce mi chiese
"Come mai la ragazza che fa parte della famiglia più ricca di New York non ha soldi?" Bevuto metà del cappuccino gli risposi
"Mi sono solo dimenticata di prenderli." Feci due sorsi, mi alzai e buttai il bicchiere ormai vuoto e freddo nel cestino. Uscimmo fuori e misi la mano nella tasca interna dei leggins e la mia mano incontrò un pacchetto nuovo di вℓα¢к ∂єνιℓ, così lo tirai fuori e aprii il pacchetto.
"Vuoi?" Avvicinai il pacchetto a Will e lui non esitò a prenderne una.
"Grazie." Disse mentre se la metteva tra i denti e l'accese con un accendino che aveva nella tasca dei jeans. Presi la mia e l'accesi aspirando a polmoni aperti e tossendo poco dopo.
"Hai detto ai tuoi che fumi?" Mi chiese.
"Certo che no, ma lo scopriranno appena il mio cancro si farà vivo." Dissi tirando fuori il fumo. Ridacchiò e guardò l'orario del cellulare e mi lanciò uno sguardo preoccupante.
"Che c'è?" Gli chiesi con un filo di preoccupazione nella voce.
"Non vorrei allarmarti ma sono le 9.45" Buttai la sigaretta finita a terra e abbracciai Will quasi facendomi bruciare con la sua sigaretta.
"Oh cazzo! Grazie mille! Ehm ti scrivo dopo eh! Ciao!" Così iniziai a correre talmente veloce come se non avessi mai fumato e sentii a malapena Will che mi salutava. Arrivata alla metropolitana feci la stessa cosa di prima, misi
il pacchetto in tasca e entrai nella metro che in quel momento era piena di persone. Mi feci spazio e mi aggrappai a un coso di ferro.

Alle 9.55 arrivai a casa e proprio mentre la sveglia dei miei suonava, mi spogliai rimanendo in intimo e mi misi sotto le coperte.

È questa l'età della cazzate, se non le faccio ora, quando le farò?

Il tempo reclama la sua fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora