5. Rivelazioni

363 23 12
                                    

Un male tremendo mi stava tormentando la testa, quando riaprii gli occhi; deboli fiaccole illuminavano un soffitto roccioso. Mi sentivo stordita ed in lontananza avvertivo due lievi voci, una maschile ed una femminile. Nel momento stesso in cui mi riaffiorarono alla mente i ricordi di ciò che era accaduto, cercai di alzarmi nonostante fossi dolorante e ancora debole, ma, prima che potessi mettermi in piedi, qualcuno mi fu subito accanto.

«Emma, come vi sentite?». La voce di Uncino era particolarmente calda e per un istante mi sembrò di leggere nel suo sguardo preoccupazione.

«I-io sto bene, ma che cosa è successo? Dove siamo?».

«State tranquilla, ora vi spiego. Un lupo, o meglio dire una ragazza lupo, ci ha scambiato per qualcun altro, ma ora è tutto a posto. Anche se ero molto diffidente e furioso, ci hanno offerto riparo ed ho accettato».

Mi sentii molto piú sollevata a quelle parole, soprattutto perchè il pirata non aveva aggredito nessuno. Poi, da un angolo buio della grotta, si fece cautamente avanti una ragazza, la pelle candida come la neve, i capelli lunghi e corvini e, nonostante non fosse curata nell'aspetto, si poteva quasi dire che avesse una bellezza regale, di quelle che non si perdono neanche se sei un po' sporca di fango sul viso.

«Io vorrei chiedervi scusa da parte di Cappuccetto Rosso, non era sua intenzione attaccarvi», disse, avvicinandosi, «Il fatto è che da molto tempo qualcuno mi dà la caccia e sto continuando a fuggire, vi abbiamo scambiato per quella persona».

«C'è qualcosa che potremmo fare per aiutarvi?», intervenni subito.

«Oh no, no, non è il caso. È meglio non mettersi contro quella gente, potrebbe essere pericoloso. È così da sempre e temo che non ci sia niente da fare».

Annuii, lasciando cadere il discorso e facendo piombare la grotta nel piú totale silenzio.

«Ah, che sbadata, non mi sono presentata. Il mio nome è Biancaneve», disse improvvisamente la ragazza, avvicinandosi per pormi la mano; la strinsi, dicendo a mia volta il mio nome.

«Biancaneve, il sole sta sorgendo, dobbiamo andare», la avvisò una ragazza al di fuori della grotta.

«Arrivo!», rispose lei e continuò rivolta a me e Uncino: «Fate attenzione, la foresta è piena di pericoli, siate prudenti. Spero ci rincontreremo». Uscì dalla grotta e si allontanò nelle prime luci dell'alba, accompagnata da un lungo mantello rosso come il sangue.

«La Regina... Neanche in grado di proteggere i suoi sudditi; sono sempre più convinta sia la persona più crudele del regno», dissi, ripensando alle parole di Biancaneve.

«Ovviamente è così. Immagino sarete tutti sollevati quando avrò la mia vendetta su di lei, non vi recherà più alcun danno», rispose lui, gli occhi iniettati di risentimento.

«Temo di non essere daccordo con una possibile vendetta, c'è sempre qualcosa che si può fare per aiutare, anche nel caso di persone come la Regina».

Il pirata si alzò di scatto e mi si parò davanti.

«Voi non avete alcuna voce in capitolo, sia chiaro una volta per tutte». Detto questo uscí anche lui dalla grotta, lasciandomi sola.

Rimasi qualche minuto seduta ed impassibile, mentre nella mia mente passavano i più vari pensieri, soprattutto riguardanti Uncino e quei suoi modi di fare sempre contrastanti e che mi mandavano in confusione. Ma forse era meglio smetterla di cruciarmi: dovevo solo sperare che tutto finisse il più presto possibile.

Presi un enorme respiro e raggiunsi il pirata all'esterno. Se ne stava appoggiato ad un tronco, lo sguardo cupo fisso davanti a lui con gli occhi illuminati dai deboli raggi del sole mattutino. Era duro da ammettere, ma possedeva una bellezza unica, misteriosa ed intrigante e la cosa mi spaventò: sentirmi attratta da una persona come lui poteva essere il piú grande errore da me mai commesso. 

Love's waveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora