Scappare da tutto, tornare da te (G)

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GG

Piero, Ignazio e io.
Seduti in un pub.

Abbiamo passato la serata in un ristorante di qualità, con qualche membro dell'orchestra con cui ci esibiremo tra meno di un mese in teatro.

Tre date a Milano, noi tre, la nostra musica, qualche canzone in duetto, diversi singoli e una super orchestra.
Una serata piacevole che è volata via e dopo la quale abbiamo deciso di prendere qualcosa da bere mentre ci confrontiamo su alcuni dettagli.

<<potremmo fare un tour esclusivamente nei teatri, no? Le date sono sold out>> ci dice Piero, prima di prendere un altro sorso dal suo drink.

<<dobbiamo valutare. Pensavo che potremmo prendere in considerazione anche Sanremo>> faccio notare

<<ci vuole una canzone con i controcazzi>> dice Ignazio in un borbottio

<<ne abbiamo tante di canzoni inedite…

<<sì ma non so se sono all altezza del Festival>>

<<dobbiamo metterci a tavolino e sentir…

<<come se non abbiamo altro a cui pensare, secondo te>> mi riprende con un tono abbastanza freddo

<<fai una tragedia per tutto, Ignazio >> rispondo

<<sei tu che vuoi tutto e nell immediato. Solito viziato >>

<<ma ti rendi conto che mi rispondi sempre di merda, Igna?>> dico stanco

<<se tu dici cose idiote…

<<ma se sei tu che sbotti per ogni cazzata! >> rispondo

Piero sospira e appoggia una mano sul mio braccio, in un invito a non provocare Ignazio

<<senti, Ginoble, per me il lavoro non è una cazzata…

<<non volevo dire ciò, ma evidentemente non comprendi quando parlo>> rispondo

<<certo, io sono il solito coglione che non capisce nulla>> ribatte

Sospiro, lo guardo, guardo Piero
<<ne ha di pazienza Piero se tratti anche lui così >> dico ironico prima di sentire le sue mani afferrarmi dalla camicia

<<non ti permettere mai più di fare riferimento alla mia vita privata, soprattutto quando ne va di mezzo Piero. Hai capito? >> alza il tono stringendo fin troppo la manica della leggera camicia

<<basta! Ignazio! >> sento Piero richiamarlo.
Ignazio gli da ascolto, si allontana da me e torna serio per poi alzarsi e dirigersi verso il bancone

<<ora ricomincia a bere e…

<<Gian, ti prego eh>> mi dice Piero

<<certo, facciamo finta che non sia così >> rispondo piccato

<<è solo nervoso ora >> mi fa notare

<<sarà anche nervoso e avrà la luna storta ma questo non deve avere ripercussioni. Non è normale che scarichi questa tensione su di me o peggio su di te>> dico sincero e preoccupato

<<con me sta bene e io sto bene…

<<fino a quando eh? Fino a quando non ti violenterà nuovamente? >> rispondo senza pensare a quanto lo abbiano ferito le mie parole.

<<ma vaffanculo>> mi dice alzandosi.

Non gli corro dietro, non questa volta. Non mi scuso, perché non mi sento di dovermi scusare.
Ho solo detto ciò che pensavo, una verità forse amara, una possibilità che anche Piero conosce.

Il sole nei tuoi occhi _ Il VoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora