Un soffio di vento

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Harry non pensava che sarebbe riuscito a vedere le stelle quando, scorgendo una scaletta dall'altra parte della strada, salì sul tetto di una casa disabitata. Invece eccole li, splendenti più che mai, le stelle più luminose che avesse visto.

Se ne stava lì da un po', seduto sul cornicione, con le gambe a penzoloni nel vuoto. La vista era mozzafiato, lo skyline della città si apriva davanti a lui avvolta in un manto di oscurità, che non gli faceva altro che ricordare che fosse notte inoltrata, che presto sarebbe arrivata mezzanotte e tutto sarebbe finito un'altra volta.

Ma quella sera non era come tutte le altre, quella sera si era reso conto, di nuovo, di essere solo.
Sapeva di correre il rischio, quando si arriva a San Junipero le persone vogliono solo divertirsi, senza troppi coinvolgimenti, e lui lo capiva benissimo, era solo stato troppo stupido a lasciarsi coinvolgere sin da subito dal primo paio di occhioni che avevano ricambiato il suo sguardo.

Eppure Louis non era come tutti gli altri, se lo sentiva, ma non poteva fare altro che rispettare la sua volontà. Sarebbe sparito se era quello che voleva.

Un rumore di passi che si avvicinavano lo fece girare di scatto, e quando scorse proprio il castano sedersi di fianco a lui ne rimase a dir poco stupito.

Non capiva come lo avesse trovato, non capiva perché fosse venuto a cercarlo, e se davvero Louis non aveva più intenzione di vederlo, aveva bisogno di alcune risposte.

"In quanti di loro sono già morti?" chiese, lo sguardo rivolto verso la strada sottostante.

"Intendi quelli qui a tempo pieno?"
Fece un lieve cenno del capo, la voce di Louis sembrava quasi spezzata.
"Ottanta...Ottantacinque percento? Mi dispiace Harry..."

Non capì se si dispiacesse per lui, per gli altri, per loro stessi, con un po' di coraggio si limitò a guardarlo, sperando che il castano riprendesse a parlare.

E così fece.

"La verità è che ho deciso di trascorrere il tempo qui senza dover mai provare dei sentimenti. Mi spaventano e tu...Tu mi hai sconvolto...Voglio essere onesto con te, tu sei stato un imprevisto del tutto inatteso e...Non so quanto tempo mi rimane...E non ero pronto a questa cosa e..."

Non riuscì a sentire la fine del discorso, la sua testa era in subbuglio, sentiva lo stomaco sotto sopra, e fiotti di lacrime calde presero a rigargli il viso. Così, senza nessun preavviso, fece l'unica cosa che gli sembrò sensata in quel momento.

Lo baciò.

Le labbra di Louis erano gelide al tatto, ma non se ne preoccupo', gliele avrebbe riscaldate lui, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.

Lo baciò perché in quella città non erano nessuno, solo dei fili molto sottili appesi al nulla, e sarebbe bastato un soffio di vento a farli volare via.

Lo baciò perché la vita era stata crudele con loro, e se nelle loro giornate erano sommersi dalla sofferenza, di notte dovevano riprendere quello che avevano perduto.

E non chiese più nulla quando avvertì l'altro lasciarsi trasportare. Non parlarono nemmeno più, quando Louis lo fece salire in macchina si limitò a seguirlo, quando arrivarono alla casa sulla spiaggia si tolse scarpe e calze per poter sentire la sabbia fredda sotto i piedi, e quando presero a spogliarsi, i loro respiri parlarono da soli, le mani si cercarono, i corpi si avvinghiarono, e quando il più grande lo fece di nuovo suo, seppe perfettamente che quello era il posto dove voleva stare.

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Misero un telo mare sulla sabbia, e si sedettero in riva al mare, con la brezza fresca della notte che scompigliava i loro capelli.
Louis gli porse una tazza di the bollente prima di sedersi di fianco a lui e gliene fu molto grato.
Ne bevve un sorso, stando attento a non ustionarsi, prima di parlare.

"Mi sposo fra una settimana" confesso'.

"Una settimana?!" Louis sembrava stupito "Con l'affascinante Kendall? Sei sicuro di farcela?"

"Devo farcela."

Al castano non sfuggì quella scelta di parole.
"Che significa che devi?!"

"Lei è davvero una brava ragazza, la mia famiglia non approva ma...Non possono impedircelo."
Louis gli avvolse il braccio intorno alla vita e se lo tirò più vicino, e a quel contatto Harry scoppiò.

"So di farle pena, e questa cosa mi fa incazzare, ma non è giusto perché lei è..."
Il castano lo zittì subito, posandogli le mani sulle guance in modo da poterlo guardare negli occhi.

Ma Harry non riusciva a guardarlo, non ora che le lacrime avevano ripreso a scendere.
Tirò su col naso, deciso a farsi forza da quando un pensiero gli sfiorò la mente.

"Hai detto che non sai quanto ti resta, cosa intendevi?"
Louis rimase in silenzio, gli occhi azzurri fissi nei suoi, poi sospirò arrendevole.

"Mi hanno detto tre mesi...Ho metastasi praticamente ovunque. Hanno detto tre mesi già sei mesi fa, quindi in realtà non lo sanno neanche loro."

"Ma hai deciso di restare qui dopo?"
Quella domanda gli uscì quasi implorante, e spero' che Louis non se ne accorse.

"No, una volta morto sarò morto per sempre."

Una pugnalata gli avrebbe fatto meno male.
"Ma è una follia! Perché?!"
"Eleanor" rispose lui "Lei...Mio moglie si chiamava Eleanor. È morta da due anni ormai. Abbiamo avuto l'opportunità di venire a San Junipero e si è opposta, non ha voluto, non sono riuscito a convincerla."

Harry era sconvolto. "Non riesco a capire come si possa rifiutare una cosa del genere..."

"Aveva le sue convinzioni, credeva in determinati valori, non voleva credere in altri, e questo posto non le piaceva. Non ha voluto fare neanche il periodo di prova."

Harry a quel punto si strinse di più al castano, che non perse l'occasione per avvolgerlo completamente fra le sue braccia.
"Anche io all'inizio non sapevo se volessi farlo" spiegò "Ma...Senza un posto come questo non avrei potuto conoscere uno come te..."

"Certo che si Harry, avresti potuto farlo lo stesso..."
"No non credo..."
"Potevamo incontrarci anche fuori!"
"No, tu non ti saresti mai accorto di me. Se ci fossimo incontrati realmente non ti sarei piaciuto."

"Proviamo allora."

Harry si tirò su di scatto.

"No Louis, non vorresti trascorrere del tempo con me dopo avermi visto..."
"Mettimi alla prova allora" il castano sembrava tremendamente serio.

"Perché?"

"Perché voglio vederti, dove vivi? Non dirmi in Irlanda o Scozia, io sono di Doncaster."
"Holmes Chapel..."
"Siamo vicini Harry!"

"Ti prego Louis, non voglio che tu ci vada...Non voglio che tu mi veda in quelle condizioni..."

"Harry, ti ho appena detto che sto morendo, non c'è niente che possa impressionarmi. Posso venire a trovarti? Per farti un saluto..."

Mezzanotte.







Ok, quindi. Da dove cominciare? Allora si, prima cosa, non fatevi scoraggiare da quello che si sono detti. Certo, la situazione è tragica, ma non parlerò della malattia in modo approfondito, i temi saranno altri. Avete finalmente capito qualcosa, perciò, cos'è San Junipero? Lo scoprirete al prossimo capitolo ma se volete scrivere le vostre idee io leggo molto volentieri.
Ora, so che sembra una ff molto triste, ed in effetti un po' lo è, ma sono sicura che rimarrete stupiti, datemi un po' di fiducia.
Alla prossima.

TPWK.
Kissy.
EvAnEsCo

San Junipero (LarryAU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora