La casa sul mare

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Una settimana dopo.

Si trovava davanti lo specchio del bagno, ad aggiustarsi di continuo i capelli. Quella sera erano meno gestibili del solito, così decise di legarli, senza troppe pretese, in un mini bun.

Il fine settimana era finalmente arrivato, e lui non sapeva cosa mettersi.
Aveva provato degli strettissimi jeans a strisce bianche e nere con sopra una camicetta altrettanto nera del tutto aperta sull'addome. Non era per niente male, al dir la verità si sentiva davvero sexy e pronto a conquistare il mondo, ma poi si rese conto che non l'avrebbe  data a bere a nessuno, visto che non aveva nemmeno il coraggio di passare una serata con un uomo.

Si tolse subito quei vestiti, indossando il solito denim con il giubottino coordinato. Era molto carino, con un po' di pelo bianco sul colletto, e stava decisamente bene abbinato alla maglia bianca dei kiss che indossava di sotto.

Per ultimi si rimise gli occhiali, non riusciva a farne a meno.
Fece un sospiro profondo, e si guardò un'ultima volta allo specchio, San Junipero non poteva aspettare.

Il thucker's era affollato come l'ultima volta. Non sapeva esattamente perché, fra i tanti locali disponibili, era tornato esattamente li.

Oppure lo sapeva benissimo, visto che non smetteva di cercare fra la gente quei meravigliosi occhi azzurri. 

Per far cosa poi non lo sapeva nemmeno lui, visto che la volta scorsa probabilmente aveva bruciato la sua unica possibilità di combinare qualcosa con quel ragazzo. Non era così sicuro che Louis, vedendolo di nuovo li, ci riprovasse ancora con lui.

Aveva avuto la sua occasione.

Si addentrò tra la folla, cercando di raggiungere il bancone del bar per prendere qualcosa da bere, ma cambiò subito idea quando lo scorse seduto su uno sgabello alto.

Stava parlando con una ragazza, una bella ragazza a dir la verità, alta, mora, splendidi capelli corvini che gli incorniciavano il viso.

Anche Louis era stupendo. Quella sera indossava una tuta molto larga color verde smeraldo, le maniche gli cadevano cosi lunghe sulle braccia che quasi gli nascondevano le mani. Sembrava cosi piccolo, così soffice, ed Harry si pentì subito per averlo rifiutato.

A dir la verità si era pentito non appena aveva pronunciato quel no.

Fece un passo indietro, e rimase bloccato a guardarli.
Louis stava ridendo per qualsiasi cosa stesse dicendo la mora. Lo stomaco gli si contorse in una morsa di fastidio, avrebbe voluto esserci lui al posto di quella ragazza.

Rassegnato che quella sera Louis avesse trovato di meglio da fare, si mise seduto sui divanetti dalla parte opposta della sala indossando il suo migliore broncio.
Se non poteva avere Louis non voleva nessun altro.

Si guardò un po' intorno, pensando che forse poteva trascorrere la serata nella sala giochi adiacente, quando si accorse che la coppia si era spostata nella sala da ballo. Esattamente davanti a lui.

Louis lo aveva notato, eccome se lo aveva notato, e prese a ballare con la sua nuova fiamma senza togliergli gli occhi di dosso.
Si sentì arrossire fino alla punta delle orecchie.

Ballava avvinghiato a quella ragazza come se fossero appiccicati con della colla, eppure non smetteva di guardarlo.
Non ce la fece proprio a far finta di niente, gli occhi di Louis lo attraevano come due calamite.

Stette al gioco, prese a fissarlo a sua volta e gli venne quasi da sorridere quando si accorse che l'altro ne era quasi  compiaciuto.

Gli fece un cenno impercettibile con la testa, indicando la porta del bagno a fianco a loro, sussurrò qualche parola che non comprese all'orecchio della mora e si incamminò verso la toilette.

Contò esattamente dieci secondi prima alzarsi dal divanetto e raggiungerlo.

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Trovò Louis mentre si sciacquava  le mani nel lavandino, facendo finta di non averlo notato, eppure era lui ad averlo invitato nel bagno.

Fece un lungo sospiro, e decise di dare voce ai suoi pensieri, quelli che da sempre lo avevano tormentato.

"Non so come si fa."

Funzionò, perché Louis si rivolse verso di lui e chiese: "Non sai come si fa cosa?"

Decide di sorvolare a quella domanda, perché era convinto che sapesse benissimo a cosa si riferisse.

"Puoi aiutarmi? Puoi farmi vedere come si fa? Non so, magari rendermi le cose più facili..."

Si sentì sprofondare quando la mano di Louis gli accarezzò lentamente la guancia, e non poté fare altro che piegarsi al suo volere, lasciando un candido bacio all'interno del polso.

"Vogliamo raggiungere la mia macchina?"

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Sfrecciarono per le vie della città in una decappottabile rosso fuoco. La sensazione del vento fra i capelli lo stava facendo sentire più vivo che mai.

"Da quanto tempo sei qui?"

Stava andando a casa di un ragazzo che aveva letteralmente conosciuto una settimana fa, voleva sapere qualcosa in più di lui. In realtà voleva sapere tutto.

"A San Junipero intendi?"

Fece cenno di sì col capo per invitarlo a proseguire.
"Un paio di mesi" rispose, gli occhi sempre puntati sulla strada "Il mio programma e' stare qui un po' e divertirmi, quindi sono un turista, come te..."

In realtà lui non aveva ancora deciso cosa fare, se continuare ad essere un turista o rimanere a vivere a San Junipero per sempre, stava ancora esplorando, e sicuramente quello non era un argomento da affrontare in quel momento.

Arrivarono davanti ad una enorme villa sulla spiaggia, tutta color panna, con un grande porticato sul davanti.
Louis parcheggiò direttamente sulla sabbia prima di prenderlo per mano e trascinarlo dentro.

La casa all'interno era stupenda, arredata in modo essenziale ma con gusto.

"Wow, è enorme!"

Il salotto dove si trovavano era immenso, con due divani in pelle nera ad angolo, un camino come sfondo e alle loro spalle una grande vetrata che dava direttamente sul mare.

Prese in mano una delle tante foto incorniciate sul ripiano di una credenza, ritraeva Louis bambino con una donna sorridente che lo guardava.

"Lei è tua madre?"

Ma Louis non rispose, si limitò ad avvicinarsi, a sfilargli la foto dalle mani, appoggiarla al proprio posto, e poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, poggio' le labbra sulle sue.

Trattenne il respiro.

Era tutto così sbagliato ma così giusto nella sua testa che iniziò a rilassarsi, sentì i polmoni riprendere vita e la bocca di Louis che bruciava appoggiata alla sua.

Dischiuse appena le labbra, gli sfuggì un sospiro quando Louis prese a muoversi e poté sentire l'alito caldo dell'altro mentre gli succhiava il labbro inferiore.

Andò in tilt, le gambe gli parevano gelatina, e fu grato che il castano lo sostenne fra le sue braccia quando gli infilò la lingua in bocca, altrimenti era certo che sarebbe caduto.

Si assaporarono l'uno con l'altro, gustandosi la morbidezza delle loro labbra unite, e avrebbe voluto che tutti lo vedessero, che li vedessero.

Perché davvero la gente riusciva a vedere qualcosa di abominevole in quello che stavano facendo?

Harry non poteva crederci, eppure lui lo aveva vissuto sulla sua pelle. Ma in quel momento non importava, c'erano solo lui e Louis, il resto non contava.




Scusate per l'attesa ma ecco il secondo capitolo, un po' più corto rispetto al primo ma ho dovuto per forza dividerlo, il prossimo sarà bello corposo, e forse si scoprirà qualcosina...Forse!

Datemi un riscontro vi prego, devo capire se questa storia sta interessando o meno.

TPWK
EvAnEsCo

San Junipero (LarryAU)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora