Ventitré

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Spengo la sveglia con una certa difficoltà.

Fabio è sdraiato per metà su di me, il suo corpo pesante contro il mio, il respiro lento e cadenzato, di chi è ancora immerso nel sonno.

Gli faccio dei grattini sulla schiena e gli bacio delicatamente la guancia.

Lentamente lo vedo riemergere, si sveglia e socchiude un occhio, l'altra metà del viso affondata nel cuscino.

"Buongiorno.", sussurro.

"Buongiorno.", sussurra.

Mi da un bacio sulle labbra e mi tira a sé, gli poso la testa sulla spalla e lo stringo.

Rimaniamo così per qualche minuto, ognuno perso nei propri pensieri.

"Ieri... è stato molto intenso.", la voce appena sveglio è più bassa del solito, più roca, più sexy.

Sorrido al ricordo.

"Dobbiamo andare piano con i morsi, non voglio rovinare il tuo corpo...", sfioro con le dita il segno che ha sotto il pettorale sinistro.

"Sono solo due e quello sulla spalla è quasi guarito, direi che possiamo arrivare a tre, prima di fermarci.".

Mi infila una mano sotto la maglietta e mi accarezza la schiena, il fianco, la coscia della gamba piegata con il quale lo cingo.

"Quel movimento che hai fatto con i fianchi a un certo punto... è stato pazzesco.", la sua mano si è fermata sul sedere e lo sta palpeggiando.

"Lieta di averti compiaciuto.", lo stuzzico.

Ride piano.

"Ho già l'erezione mattutina da gestire... se ti ci metti anche tu...", mormora rotolandomi sopra.

"Forse posso darti una mano, con quella.", rispondo nello stesso modo, facendogli passare le braccia attorno al collo.

Mette una gamba tra le mie e mi infila la mano sotto l'orlo delle mutandine, inizia ad accarezzarmi.

Desiderio liquido tra le gambe.

Alzo i fianchi e lui mi insinua due dita tra le grandi labbra, le posa sul clitoride e le muove con lenti movimenti circolari.

Il piacere mi invade, il respiro aumenta, socchiudo le labbra e Fabio mi bacia.

"Voglio vederti venire.", dice guardandomi negli occhi.

"E dopo?", chiedo scossa da brividi.

"Dopo, dovrai rifare quel movimento che mi piace tanto.", mi bacia il collo.

Aumenta la velocità e io gemo.

"Sei così bagnata... è un paradiso stare con te, Fabiola... non mi lasciare mai..."

Gli prendo il volto tra le mani e lo porto sopra il mio.

Ci guardiamo.

Tra di noi passa qualcosa di intenso, di potente.

Il cuore mi trema.

"... mai...", ripeto senza fiato.




Ascolto l'ultimo vocale rabbioso di Sabrina e metto via il cellulare.

Ieri, dopo averlo lasciato sotto casa, Maurizio doveva essere andato a parlare con lei al pub, comunicandole la scaletta per la serata.

Non ne era stata contenta.

Mi ero ritrovato WhatsApp con tredici notifiche, tutti vocali da due minuti di Barbara e Sabrina che esprimevano il loro disaccordo sul gruppo della band.

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