Sedici

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Fabiola è perplessa e sorpresa e non lo nasconde.

Ha sentito il mio bisogno di staccare e di fare altro, ma non è incline a lasciarsi coinvolgere in qualcosa che ci porterebbe fuori dalla routine che stiamo consolidando. Mentre è proprio quello che io voglio, per avvicinarmi a lei per capire come mai io ne sia così incredibilmente affascinato. Per capire come mai, dopo che la prima botta di dolore per la rottura con Lorena è passata, non ho fatto altro che pensare a lei, a lei e alle sue mani, a lei e al suo neo sul lato destro della bocca.

"No, voglio andare al Parco della Musica. Lì ci sono degli strumenti musicali disseminati nei gazebo lungo i percorsi delle passeggiate e sono a disposizione del pubblico se vuoi suonarli. Vengono tenuti bene, se ne occupa un amico del mio primo maestro di pianoforte e solfeggio e solitamente la batteria è sempre libera, non la nota mai nessuno.", parlo lentamente, guardandola negli occhi.

Dimmi di sì Fabiola, dimmi di sì.

Usciamo da questa casa e andiamo da qualche parte a parlare.

È incerta, sento che sta per rifiutare, devo trovare il modo di convinecerla.

"Lì vicino c'è anche un piccolo chiosco che fa del gelato fantastico, ne possiamo prendere uno enorme.", le sorrido quando i suoi occhi iniziano a brillare di interesse.

"Non lo so, Fabio, non...", inizia.

"Fabiola, stiamo parlando davvero del gelato più buono di Roma. Letteralmente.".

Vacilla, allora è vero che ama le cose dolci.

"Enorme quanto?", mi chiede sospettosa.

Ha l'espressione di una bambina, ingenua, divertita, tenera.

"Non credo che riusciresti a finire di mangiarlo.", ribatto con sicurezza.

Incrocia le braccia davanti al petto e sporge il mento all'infuori.

"Scommettiamo?", mi sfida allegra.

La mente mi si affolla di possibilità, oh le cose che potrei scommettere con te se solo ne avessi il coraggio...

"Scommettiamo.", le rispondo senza precisare cosa.

Forse è meglio rimanere con i piedi per terra.

"Prendiamo la mia macchina e tu non puoi fare commenti su come guido e non hai potere decisionale sulla musica che ascolteremo.".

Sembra un caporale maggiore mentre snocciola le regole.

Rido, rido senza quasi rendermene conto.

"Andata.", acconsento.

Mentre prendo le chiavi di casa e me le infilo in tasca, ho un groviglio di emozioni dentro, oltre alla tristezza e alla rabbia, sento eccitazione e gioia.

Forse non è stata una buona idea proporle di fare qualcosa insieme, forse dovrei allontanarla dalla mia mente e non cercare di conoscerla meglio.

...

"Non hai bisogno di Google Maps, ti guido io.", Fabio si è seduto storto sul sedile del passeggero, in modo da potermi guardare.

Una punta di ansia inizia a pungolarmi il petto.

Seguo le sue indicazioni e mi immetto su di una strada principale, rimaniamo in silenzio per qualche minuto, lui mi osserva quieto, non fa niente per nasconderlo.

Mi sta studiando.

La punta d'ansia diventa una pallina che mi rimbalza dal centro del petto alla gola.

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