"Il passato divora tutto, spesso senza lasciare scarti, ma non importa quanto lontano possa essere il lasso di tempo in cui è avvenuto un certo evento, se è stato portatore di traumi e tante lacrime, si trasformerà quotidianamente in presente" (capi...
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"You'd rather speak more than listen and that's based off our first impression, I'm gonna hide this affection but I'm going in the right direction" - Motion, Khalid
28 marzo 2021 Le mancanze colpiscono, gravano, si annidano al petto ed è vuoto ad ogni respiro.
Batte tra le ossa che lo custodiscono il cuore stesso, rimbomba il suo sordo pompare ed è eco proprio nel vuoto delle mancanze che lo circonda.
Il vuoto non è che il nulla, persino l'aria gli sfugge, non ha forma nè colore. Eppure si fa grande, le mancanze che ne sono causa sono le stesse che si fanno conseguenza della sua esistenza quando il vuoto divora l'anima, pizzicandola, addentandola, appropriandosi di sue parti che potrebbero appartenergli per più tempo di quanto si possa pensare e non far ritorno.
Max si batte il petto, si convince che pulsi ancora di emozione ed è amaro per lui poi realizzare quanto fragili e vuote siano le sue membra.
Ogni suo respiro è mancanza, ogni suo passo incertezza, nonostante l'ostentata fermezza che sempre simula per non mostrarsi debole.
La schiena, larga, delineata da spalle ben allineate e fianchi, sembra sul punto di cedere e incurvarsi sotto il peso schiacciante delle aspettative che ha di se stesso, alle quali cerca disperatamente di non venir meno.
È la prima delle battaglie che combatte da sempre e che sente di non aver mai davvero vinto.
Wave, dal canto suo, ancora non sa quanto gli somigli.
Il petto, allo stesso modo, le brucia di mancanze ed è colmo di vuoto, pieno di niente, pervaso di dolore, un Male, per certi versi, largamente diverso eppure, in fin dei conti, tanto simile.
I loro dispiaceri si differenziano per cause, non per effetti.
Daniel, invece, ben sa che sfiorare la pelle di Max, stringergli le mani, toccargli la schiena o baciare le labbra di Wave, accarezzarle i capelli, stringerne il corpo fragile e minuto tra le braccia significa quasi contagiarsi, vestirsi, come loro, di malinconia e di dolore, consentire al vuoto di penetrare nella pienezza che sempre ha custodito intatta in sé.
Eppure Daniel mentirebbe se dovesse mai affermare di lottare costantemente per non lasciarsi contaminare perchè Daniel ama di un affetto che non conosce limite, neppure se minacciato dal Male, non ne ha in assoluto timore.
Non ha paura di procurarsi sofferenza proprio perché il suo incondizionato e bellissimo modo di amare è Bene che si fa benda sui suoi occhi, a coprirne le pupille, per far sì che non veda il Male, o probabilmente perché potrebbe non essersi mai ferito davvero, a tal punto da dover ansimare, annaspare quasi, per bramare e riuscire a respirare un po' d'aria che gli consenta di vivere ancora, a tal punto da inginocchiarsi e implorare per ottenere pietà.