Capitolo 2.

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Sono le 16 circa, e io sto ancora spalmata sul letto col cellulare da brava adolescente. Ogni tanto mi alzo per andare in bagno, bere, stuzzicare qualcosa..insomma le cose fondamentali per vivere. Tra una camminata e l'altra, il tempo scorre abbastanza in fretta. Sono già le 17 e, conoscendomi, se voglio essere puntuale devo iniziare a prepararmi minimo due ore prima. Decido di farmi la doccia. Prendo il mio abbigliamento intimo ed entro in bagno. Afferro l'accappatoio e lo sistemo per bene fuori la doccia, così appena esco, senza congelarmi, lo indosso subito. E così faccio. Mi asciugo velocemente. Faccio lo stesso con i capelli, riempendoli di schiuma e di liquido di cui devo scoprire ancora lo scopo.

Perfetto.I miei capelli fanno schifo come al solito!

Esco dal bagno in mutande. Oramai i miei genitori si sono abituati a vedermi in queste condizioni. Si, beh, adoro stare in mutande, mi sento in un certo senso libera. Sono strana lo so!

Corro in cameretta, apro velocemente armadio, cassetti e cassettini. Cazzo. E mo?

"Mammaaa che metto stasera?!"

...

Bene, mamma non mi caga, mi toccherà decidere da sola. Prendo degli shorts bianchi abbinandoli ad una magliettina nera. Mi guardo allo specchio, e con una smorfia di disgusto mi congedo con un gesto della mano ritornando al mio adorato armadio. Butto i vestiti sul letto e ne scelgo di nuovi. Sta volta indosso una gonnellina di jeans, un top e delle converse bianche. Corro in bagno truccandomi veloce.

"DRIIIIIIIN"

Scommetto la mia famiglia che al telefono sia Mary.

Rivolgo lo sguardo al display del cellulare. 'SERENA♡'.

Ops. Potrò fare a meno della mia famiglia, penso.

Non faccio in tempo a rispondere che la chiamata termina per farne cominciare un'altra. Subito rispondo.

"Dove stai?" Dice Serena sbuffando.

"Per strada" mento. Odio sentirla nelle orecchie.

"ok, dove precisamente?" Domanda con un tono interrogatorio. Evidentemente sapeva stessi mentendo.

"Vicino ad un negozio" affermo per poi attaccare.

Sapevo si sarebbe incazzata, ma infondo..chissene!
Ritorno a me. Ricordo che effettivamente ci vuole tempo per arrivare al punto d'incontro. Spruzzo il profumo creando una nuvoletta per poi entrarci, prendo la borsetta, soldi e telefono e scappo giù salutando i miei con un semplice "torno alle 10:30."

"Ehilà, ecco la ritardataria!" Dicono in coro. Sembra quasi si siano messe d'accordo.

"Per piacere, evitiamo le ramanzine che sto morendo di fame!" Esclamo seria, con un pizzico di ironia.

"Sempre la solita!" Dice Anna dandomi un colpetto al braccio.

"Ahia!" Dico ricambiando il gesto.

Nel frattempo ci incamminiamo. Prendono seriamente le mie parole, infatti ci ritroviamo davanti una pizzeria. Ci accomodiamo, e tra una battuta e un'altra,una risata quà e là, decido di iniziare ad intraprendere una conversazione seria.

"Parliamo di cose serie mo. Avete visto Chiara e Dario quanto sono carini insieme?" Dico, imitando la voce di chiara, oca assoluta.

"Oddio si, diabetici." Afferma Valeria.

"Già" diciamo in coro.

Continuiamo a ridere ed a spettegolare, fin quando Mary, dice, con gli occhi che le brillano

"Oggi facciamo un gioco!"

"Del tipo?" Chiede Giovanna con voce preoccupata.

E si, temiamo un po' tutte Mary e le sue strane idee. L'ultima volta siamo finite inzuppate di coca. Non chiedetemi come..

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