«Siamo destinati a questo noi.
Siamo destinati a non avere una fine.
Ogni qualvolta sfioro la sua pelle è la fine dei tempi. Una fine ciclica, a cui seguirà un nuovo inizio, seguito a sua volta da un'altra fine, che avverrà quando ci toccheremo di...
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Non era mio solito andare a dormire presto, eppure quella sera mi addormentai senza neanche accorgermene. La mattina seguente al mio risveglio, mi accorsi di essermi svegliata prima del suono della sveglia, almeno a detta dei numeri che segnava la sveglia affianco al mio viso, risposta sul comodino. Per un attimo pensai di ver letto un orario sbagliato, invece era proprio giusto.
Presi il telefono, incapace di come potesse essere successo. Non mi ero minimamente resa conto di essermi addormentata e, di fatti, ritrovai il mio cellulare sul pavimento affianco al mio letto, rivolto a vetro in giù sulla moquette rosa antico che mia madre aveva scelto quando venimmo a vivere in questa casa, e che ricopriva il pavimento sia della mia che della sua stanza.
Fa che non sia rotto, fa che non sia rotto.
Ripetetti tra me e me mentre mi sporgevo dal bordo per afferrare il telefono, perfettamente conscia del fatto che in quel momento non avrei mai potuto permettermi di ripararlo. Mi sarebbero serviti tutti i risparmi di quell'estate e avevo lavorato duro per metterli da parte, subendo anche molte ingiustizie in quel bar orribile. Ma ero sempre rimasta in silenzio perchè la paga era buona e non mi impegnava troppo tempo.
Quando rialzai il telefono dal pavimento e lo girai nella mia direzione, vidi subito svariate crepe che adornavano il vetro.
«Fantastico» sussurrai tra me e me. In quel momento però, subito dopo aver abbassato il telefono poggiando la mano in cui era stretto sul materasso, fui costretta a rialzarla e a guardare il telefono che non smetteva di vibrare.
Tra le varie increspature riuscii a leggere i messaggi che mi stavano arrivando ed erano tutti da parte di una sola persona: Ruth.
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Corrugai le sopracciglia rileggendo quei messaggi un paio di volte non capendo di cosa stesse parlando. Alla fine mi decisi a risponderle.
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