Capitolo 9

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Quella stronza me l'avrebbe pagata

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Quella stronza me l'avrebbe pagata.

Un conto era dire che avevamo scopato, l'altro era rivelare cosa mi piaceva di più.

Quella non era stata la prima volta che io ed Evy ci eravamo appartate, ma di certo sarebbe stata l'ultima. Soprattutto dopo aver scoperto che spifferava tutto a Nott per avere un po' di visibilità.

Che persona di merda.

Mentre camminavo a passo andante per i vialetti del college pensai a come poterci parlare sole. E fu allora che la sua lingua lunga mi tornò utile.

Infatti proprio grazie a Nott ero venuta a conoscenza dell'interesse di uno dei giocatori della squadra verso Evy. Sicuramente l'avrei trovata agli spogliatoi maschili.

E proprio per questo mi ero anticipata, presentandomi quasi quaranta minuti prima dell'inizio della partita.

Sapevo che a lei lui non era indifferente. L'avevo vista in caffetteria fare la smorfiosa nei suoi riguardi proprio il giorno prima, quando cercavo un modo per poterle parlare.

Se pensava che l'avrebbe passata liscia non aveva capito granché.

Tra me e lei le cose erano state messe in chiaro la seconda volta che avevamo fatto sesso. Non ci sarebbe stato altro che quello. Puro divertimento e basta. Ed era così per entrambe.

Mi feci largo negli spogliatoi che precedevano il campo da football e ignorai i vari giocatori intenti a raggiungere gli spogliatoi, superandoli tutti quando vidi in fondo al corridoio la sua chioma mora.

Accelerai il passo e il destino fu dalla mia parte perché proprio in quel momento lui la salutò rientrando nelle porte dove probabilmente sarebbe entrata volentieri qualsiasi ragazza presente nell'istituto.

Fu quello il momento esatto in cui, senza alcun preavviso, le spostai in malo modo una spalla per far sì che si girasse nella mia direzione e, prima che potesse anche solo battere gli occhi si ritrovò una mia mano alla gola, che la teneva ferma contro la parete alle sue spalle, mentre su di lei ricadeva tutto il mio disprezzo tramite il mio sguardo.

«Che fai? Usi su di me quello che piace a te?» esordì lei che sembrò tutto fuorché sorpresa dalla mia reazione. Anzi, pronunciando quelle parole non aveva fatto altro che alzare la voce, in modo da attirare l'attenzione dei ragazzi presenti lungo il corridoio.

Guardai con la coda dell'occhio per un attimo i ragazzi che, attirati dalla nostra conversazione, avevano iniziato a sghignazzare e questo non fece altro che aumentare la mia pressione contro la pelle del collo di Evy.

«Stammi bene a sentire» mi avvicinai ad un passo serrando la mascella, mentre la ragazza davanti a me deglutì di rimando iniziando a sentire il fastidio al collo che le stava procurando la mia morsa. «Non voglio più sentire il mio nome uscire dalle tue labbra. Non voglio sentire riferimenti alla mia persona uscire dalle tue labbra Evy, e non voglio più neanche che tu scriva di me. Io per te non esisto chiaro? Altrimenti tutto quel che piace a me lo applicherò su di te. E posso giurarti che non ti piacerà.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 20 ⏰

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