Demons hides inside pour hearts

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Jk

La febbre era scesa, mi sentivo improvvisamente meglio ma non riuscivo a dormire. Hari dormiva tranquilla di un fianco, un accenno di sorriso sulle labbra e le guance non le avevo mai viste così colorite. Sembrava che fosse felice, che dormisse beatamente senza che qualcuno le disturbasse il sonno.

Io, invece, ero turbato, scosso, impaurito come non lo ero mai stato prima. Qualcosa in me stava mutando, ed io sapevo per certo cosa fosse. 

Il mio cuore stava pompando all'impazzata; per quanto io potessi cercare di allontanarmi e fuggire dalle grinfie di quella strega, il mio tentativo era comunque fallimentare. Il mio corpo si rifiutava di lasciarla anche solo per un secondo, non riuscivo a starle lontano. 

Non avevo provato un sentimento così potente e contrastante come l'amore,  sentimento che fin da bambino avevo considerato inutile, quasi falso. 

Questo perché non avevo ricevuto l'amore che un bambino si aspetta dai propri genitori, non avevo ricevuto niente di niente se non botte e insulti nocivi al mio essere. 

Ero cresciuto male, in un ambiente decisamente negativo e quasi disturbante alla mia crescita. Mia madre non faceva altro che piangere e a volte la sentivo rinnegare la mia esistenza, perché non ero il figlio che lei si aspettava di dover crescere. Tornavo a casa con delle brutte note per via della mia condotta e dei miei pessimi voti, ma la verità era che non mi sentivo motivato a fare niente se non a divertirmi con i miei compagni di classe, loro almeno facevano caso alla mia esistenza.

Non mi sentivo motivato a vivere. A iniziare alcun tipo di percorso per poi interromperlo a metà, a intraprendere degli studi di formazione, a trovarmi una ragazza a modo che mi amasse per quello che ero. 

Il fatto che nessuno mi amasse mi aveva segnato davvero tanto, ed era difficile per me in quel momento credere che ci fosse davvero qualcuno che tenesse a me. Pensavo di non meritarne amore, altrimenti perché i miei genitori facevano come se non fossi lì?

Pensare che una come Hari potesse provare qualche tipo di sentimento per me mi confuse davvero tanto, perché ero certo che fosse solo sesso tra di noi, che ci prendessimo sì cura dell'altro ma che fosse comunque soltanto sesso. 

Ma quando nei suoi occhi ho visto quella strana luce, quello splendido luccichio che non sapeva più di lussuria, provai a cullarmi di quella sensazione. E pensai che forse lo meritavo, nonostante fossi uno stronzo che senza una pistola in mano non era niente.

Perché se avessi potuto non avrei di certo voluto una vita del genere. Sempre a scappare, a rifugiarsi e poi a premere il grilletto per non essere scoperti o intralciati. Sicuramente avrò già detto che premere quel famigerato grilletto non mi aveva mai fatto né caldo né freddo, in un certo senso uccidevo le persone cattive. 

Ma chi dice che io non fossi tra quelle?

Non potevo fare a meno di considerarmi un'assassino, uno sfascia famiglie, perché io premevo il grilletto con pura calma e tranquillità, anche senza pensarci. E proprio come un qualsiasi assassino non meritavo pietà né amore. 

Che triste detto da un semplice ragazzino di diciotto anni che per vivere e sentirsi sé stesso voleva fare l'eroe. Voleva smascherare e distruggere i Serpents, ma per farlo avrebbe ricoperto il paese di sangue, avrebbe ricoperto le sue mani di quel sangue. 

Ma quelle mani erano sporche già da tempo, e quelle macchie di peccato non sarebbero mai andate via. Erano indelebili, e nemmeno una persona forte e piena di volontà e senso di giustizia come Hari avrebbe potuto cancellare quei segni.

-"Jeon..." -la voce impastata dal sonno, un piccolo sbadiglio subito dopo.

-"Torna a dormire, Streghetta." -sussurrai accarezzandole i capelli. 

Just in case we dieWhere stories live. Discover now