II. Angels roll their eyes

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Il mattino dopo, Harry si svegliò tutto sommato di buon umore. Dopo averci pensato – anche se sarebbe stato più corretto dire: dopo essersi torturato il cervello senza tregua – aveva deciso che non avrebbe permesso a Malfoy di rovinargli l'esistenza. Erano le sue ferie, se le era meritate, aveva il diritto di godersele in santa pace.

Dal momento che aveva passato tutto il giorno prima in piscina – bere un gran numero di Sex on the Beach con le parti intime al fresco lo aveva sicuramente aiutato a schiarirsi le idee –, optò per l'andare in spiaggia.

Avrebbe fatto finta di leggere un libro e con la complicità dei suoi occhiali scuri si sarebbe concesso un bel pisolino. Il suo unico problema sarebbe stato tenere alla larga gli animatori che cercavano in continuazione di coinvolgerlo nelle loro attività; erano così sovraccarichi di entusiasmo che sembravano un piccolo esercito di Gilderoy Allock ai suoi tempi d'oro.

"Per l'amor del cielo!"

Ripensandoci, forse gli animatori non sarebbero stati l'unico problema.

"Ti prego, dimmi che questo non è il tuo ombrellone!" esclamò, quando trovò Malfoy bello sistemato proprio nel posto accanto al suo.

"Sì, Potter, non mi ci sono messo a caso".

"Ma è vicino al mio!"

"Non ho scelto io. Se fosse dipeso da me tu non saresti nemmeno qui. Non è che hai cambiato idea e vuoi tornartene a Londra, eh?"

"Sì, ora sto seriamente valutando quest'opzione!" E non era nemmeno una bugia. "Ti sei scottato," notò distrattamente, mentre in realtà si chiedeva cosa avesse fatto di male nella sua vita per attirare in quel modo tutte le sfortune dell'universo.

"Grazie per l'ennesima, brillante osservazione, Potter. Ma me n'ero accorto benissimo anche da solo," replicò Malfoy, piccato.

"Be', se ne saranno accorti anche in Antartide. Sei fosforescente," osservò Harry, che, inaspettatamente, sentì nascere sulle labbra una risata, che non si sforzò minimamente di reprimere. Forse dopotutto il Karma esisteva.

"Non so se ti hanno avvisato, Malfoy, ma hanno inventato una cosa che si chiama 'crema solare', serve ad evitare che la pelle diventi color pomodoro," lo prese in giro Harry, decidendosi a sistemarsi sulla sdraio. Dopo pranzo avrebbe sempre potuto chiedere se potevano spostarlo.

"L'ho messa la protezione solare, razza di imbecille! Ma ieri ero stanco dopo il viaggio e mi sono addormentato qui. E smetti immediatamente di ridere!"

Harry fece del suo meglio per rimanere serio. "E io comunque ancora non capisco cosa diavolo tu ci sia venuto a fare qui," aggiunse, dopo un breve momento di silenzio.

"Per un attimo avevo dimenticato quanto sei ottuso, Potter. Ne abbiamo parlato ieri. La rivista, ricordi?"

"Va bene. Ma mi sfugge come ti sia venuto in mente di prenotare in un villaggio turistico babbano!"

"Anche tu hai fatto lo stesso, no? Credevi di avere l'esclusiva?"

"Stai evitando di rispondere," puntualizzò Harry.

"Perché non sono affaracci tuoi! Ora, se non ti spiace, avevamo deciso di ignorarci a vicenda, e tu non stai rispettando i patti".

Harry si arrese e tirò fuori un albo a fumetti Dc che aveva nella lista delle cose da leggere da una vita; cercare di concentrarsi su qualcosa di più impegnativo era fuori discussione. Ma si riscoprì incapace di smettere di punzecchiare ancora Draco. "Qualcuno potrebbe pensare che tu ti stia nascondendo".

It's a Wild (Cruel) Summer || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora