Capitolo 2

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Noah's pov

Sto giocherellando con il segnalibro del diario.
Non so neanche minimamente di cosa stia parlando quello stronzo del prof, che però devo ringraziare per aver fatto puntare gli occhi di quella ragazza su di me.
Quando mi ha visto mi guardava con disprezzo, ma i suoi occhi trasparivano tutt'altro.
Ho visto i suoi occhi richiudersi lentamente, mentre le sue pupille si allargavano sempre di più.

Mi volto e la cerco con gli occhi.
Quando la vedo quasi non la riconosco, ha il viso immerso nel braccio e la faccia sepolta da questo, l'unica parte visibile sono i capelli castani.
Si sposta per alzare lo sguardo e i suoi occhi incontrano i miei.
Sono socchiusi e le sue ciglia le coprono gli occhi tralasciando solo una parte delle sue iridi verdi.
Seppellisce di nuovo la faccia tra le braccia.

Non ho ancora visto cosa indossa, sposto lo sguardo

Indossa un vestitino fucsia con pallini rosa chiaro e un fiocco perlato che le fascia la vita.

Vari ricordi si impossessano di me

Ero piccolo
Mio nonno era in ospedale e i miei genitori non mi lasciavano andare a trovarlo.
Mi ero rifugiato in camera per piangere disperatamente.
Non riuscì più a controllarmi.
Volevo andare a trovarlo a tutti i costi.
Presi le chiavi della macchina di mia mamma e silenziosamente chiamai mia sorella per portarla con me.

Uscire da quella fottutissima porta è stata la scelta più sbagliata di tutta la mia vita.

Da quel fottutissimo giorno della mia fottutissima vita non rividi più mia sorella.

La mia vista si sfuma dal pianto che per non mostrare vulnerabilità lascia il posto alla rabbia.

Sento la campanella suonare.

La vedo prendere lo zaino e scappare con qualcosa in mano.

Ashley's pov

Sento il suono della campanella.
Prendo velocemente lo zaino e scappo più veloce che posso in bagno.
Non starò neanche un secondo di più con queste occhiaie.
Arrivo in bagno e comincio a riparare al danno.
Metto un po' di correttore, mascara e gloss, spruzzo un po' di deodorante e tiro un sospiro di sollievo.

Non importa se farò tardi alla prossima ora, il danno è già fatto.
Con tutta la calma del mondo prendo lo zaino e cerco il diario per guardare in che aula devo andare.
Metto lo zaino in spalla e comincio a camminare nei corridoi spogli.

Mentre sono voltata per mettere a posto il beauty nella cartella sento qualcosa di duro bloccarmi la strada.

Mi volto.

È una persona.

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