Universidad y Poesías

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Antes



«Aspetta, leggi prima ciò che ti chiede la consegna.» disse piano, dolcemente, indicandogli con l'indice sulla parte superiore del foglio. Con quell'espressione curiosa, seguì la scia dell'inchiostro su quella pagina e, dopo aver osservato un paio di volte la traccia, gli parve già tutto più chiaro.

«Mi ci vorrà comunque un sacco di tempo per farlo, Lou. È impossibile che io riesca ad averlo pronto per domani mattina.» constatò, mentre spostava altri fogli, con la stilografica del più grande tra le mani.

Erano le ventitré, Harry era ancora a svolgere i suoi doveri. Da quando si era iscritto all'università, l'ansia lo divorava giorno dopo giorno. Il suo primo esame era in vista e, sotto consiglio di Louis, aveva cominciato a studiare. Non aveva compreso bene l'argomento e, per sua fortuna, il più grande ne sapeva qualcosa. Si era proposto di aiutarlo e, da quel pomeriggio, erano seduti sul divano—anche ai piedi di esso, talvolta—cercando di studiare insieme.

Occhi blu era seduto dietro di lui, in modo che potesse cingergli i fianchi e appoggiare il mento sulla sua spalla, mentre lo ascoltava e gli spiegava passo dopo passo l'argomento. Percepiva l'agitazione del più piccolo e provava a tranquillizzarlo, accarezzandogli lo stomaco, lasciandogli dei piccoli baci sulle scapole, toccandogli i capelli alla nuca. «Ce la puoi fare, non devi preoccuparti. Le tue capacità sono ottime, sei un ragazzo eccellente. Il primo esame è sempre così.» gli disse amorevole.

Il ragazzo, dandogli le spalle, si era concesso l'uscita di qualche lacrima slittante sui solchi del suo viso, che spazzò via immediatamente e, tirando su col naso, annuì. «Tu avevi paura?»

Dopo averlo osservato con dedizione e assuefazione, accennò un piccolo sorriso che purtroppo Harry non poté vedere. «Da farmela sotto. Eppure sono laureato. Il tutto sta nello studiare e concentrarsi; vedrai che, davanti la commissione, non ci penserai più. Si stupiranno tutti di te, perché tu sei sempre stato così. Sei sempre riuscito a meravigliare le persone, anche se una cosa l'hai svolta in modo sbagliato. Il tuo problema è che niente, con te, risulta scorretto. Riesci a dare eleganza e armonia anche alla forma d'esistenza più grezza. E, semmai dovessi incasinarti con le idee, sono sicuro troverai un diversivo per intrattenerli e prenderti l'esame, anche col minimo.»

Il riccio lo ascoltò, cercando le sue mani che si erano adagiate sul suo ventre e lo tenevano stretto. Aderiva alla sua schiena e, ogni volta che Louis gli stava addosso in quel modo, lo faceva sentire protetto. Quasi s'incollò a lui, cercando di divenire un tutt'uno, e respirò intensamente. «Louis, ti amo.» si guardò la punta dei piedi, i quali oscillavano un po' a destra e un po' a sinistra.

«Ti amo anch'io.»rispose dolcemente, osservandogli i folti ricci. Gli accarezzò lo stomaco e, quando occhi verdi mosse le mani sulle sue nocche, intrecciò le loro dita.

«Mi leggi qualcosa? Ho bisogno di distrarmi.» richiese dolcemente il ragazzo, sollevando i suoi occhioni e voltando di poco il collo, in modo da intravedere il viso dell'uomo.

Louis lo strinse con prepotenza a sé, mugugnando al suo orecchio. «Posso distrarti con altro; qualcosa di più piacevole.» ridacchiò appena, il timbro della voce leggero e pacato. Il riccio alzò gli occhi al cielo, le fossette bucarono le sue guance.

«Ho voglia di sentire la tua lingua intrecciarsi nel lessico spagnolo mentre mi leggi qualcosa di soave.» commentò con maestria, udendo una sua risata sbuffata.

Bésame [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora