El Libro de Buen Amor

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"Pintó bajo su ombligo
un pequeño cordero
y marchó Pitas Payas
cual nuevo mercadero;
estuvo allá dos años,
no fue azar pasajero.
Cada mes a la dama
parece un año entero."


-Pitas Payas, Libro de Buen Amor


°°°

Seduto sul divano, accanto al camino acceso, Harry sfogliava curioso il suo libro di raccolte poetiche in spagnolo. Fermatosi a pagina quarantotto, una fotografia di un autore lo portò ad interrompere il suo voltare pagine. Sorrise, riconoscendolo immediatamente. Ne osservò le tonalità chiaro-scuro del nero, spostando poi gli occhi su quella poesia che conosceva a memoria.

Il monaco Juan Ruiz. Si voltò alla sua destra, osservando con la coda dell'occhio l'uomo seduto accanto a lui che, anch'egli come tale, era impegnato in una lettura non troppo sfarzosa e dai toni leggeri. Pensò a quanto gli stessero bene quegli occhiali neri, mentre le sue pupille correvano tra le righe di quelle pagine e lo portavano al massimo della concentrazione, quasi estraniandolo dalla realtà.

Per quanto tempo lo stette a fissare, non lo seppe; si riscosse solo quando ricevette lo sguardo di risposta, innocuo e del tutto trasportato fuori da un altro mondo. Il suo azzurro era di una tonalità fredda, quel pomeriggio. Quasi tendente al grigio chiaro. Ad Harry facevano impazzire, quegli occhi, quando assumevano tale colore.

«Hm?» chiese, sollevando entrambe le sopracciglia leggermente, in un gesto quasi trasparente, sussurrando quella sillaba con voce fievole, ascoltando lo scoppiettio del fuoco nel camino.

Il suo sorriso si accentuò, dando vita alle fossette ai lati delle sue guance. Gli diede una gomitata ingenua, indicandosi con un gesto di guardare sul suo libro. Lui ascoltò, protendendosi e leggendo attentamente. Dopo poco sollevò gli occhi, guardando in quelle due pozze verdi, e non disse niente.

Harry si leccò le labbra, respirando lentamente. Il blu e il verde si mischiarono così tanto tempo che perse la cognizione di ogni cosa. Maturando, l'imbarazzo di un contatto visivo così prolungato non lo invadeva più. Si era abituato a quell'azzurro così intenso, tortuoso, ricco di sfumature e piacevoli sensazioni.

«E' bastato leggere il suo nome, per riportare tutto alla luce.» soffiò piano, continuando a guardare nella sua foresta alla ricerca dell'ennesimo sentiero da oltrepassare.

«Mi sorprende, come sia passato il tempo, eppure ci trema il cuore per una piccolezza come questa. Questo libro era di mia sorella, me lo ha regalato quando frequentavo il terzo anno di liceo. Prima che tutto cominciò.» gli rispose Harry, togliendo i suoi occhiali con delicatezza e adagiandoli sul bracciolo del divano.

Notò il suo ampio sorriso e una voglia improvvisa di assalirlo e baciarlo lo accolse, sorprendendolo. «Non ti nascondo che mi si è creato un buco allo stomaco.» ridacchiò «Spesso quando sono in studio ci ripenso, a tutto quello che abbiamo fatto. Non è un po' imbarazzante?»

Il riccio inarcò un sopracciglio. «Imbarazzante?»

«Sì. Nel senso— è stato diversi anni fa. Tu eri un ragazzino...» sospirò, accarezzando i capelli dalla sua fronte. «Sei cresciuto così tanto, Harry. Non parlo solo del tuo aspetto, anche del tuo modo di pensare e di fare. Sei ogni giorno una meraviglia da scoprire, per me.»

Rosso sulle guance, il riccio gli accarezzò le gote e il mento, notando come si fosse semi sdraiato sulle sue gambe e lo stesse guardando. «Tu sei sempre lo stesso.»

Bésame [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora