I caffè degli ospedali qua in Texas fanno schifo.
Fatevi 'sto favore. Portatevelo da casa.
Vi giuro, il mio l'ho bevuto solo perché cascavo dal sonno.
Ieri Harper si è svegliata. Ho provato a scambiare qualche parola con lei, ma avrei fatto prima a star zitta. Tace. Mi guarda con una faccia che poi io cerco di capire se sta cercando di uccidermi o se mi crede pazza. Io ho paura per lei.
L'altro giorno il medico s'è insospettito e le ha controllato le corde vocali. - Sta benone. Credo semplicemente che il trauma dell'incidente l'abbia sconvolta a tal punto da non parlare più. Si riprenderà -. Avrei voluto urlagli che era un cretino. Hip non ci avrebbe mai fatto spaventare così tanto! Men che meno Brian. Lui è corso qui appena ha saputo. S'è messo a strillare che era tutta colpa del tizio che l'aveva accompagnata, tale Mark. Aveva preso la patente da troppo poco tempo per poter guidare. E questo era il risultato. In effetti solo diciotto anni e già il permesso di avere un suv enorme e nero sarebbe dovuto essere troppo pure per lo Stato.
Hip è diventata, oltre che muta finché le pare, apatica fino a farti sfinire. Inquietante. Perfino quando tre settimane dopo è arrivata la notizia della caduta del World Trade Center non ha battuto ciglio, mentre tutto l'Occidente era nel panico. Io ero nel panico, lo ammetto, anche perché un aereo è caduto in Pennsylvania e si vocifera che fosse inizialmente diretto a Dallas. Cosa smentita subito perché è saltato fuori che era diretto a San Francisco. Comunque, tornando al nostro discorso, Harper non ha fatto una piega. Niente. - Diamine, Hip! Sono morte delle persone! Potresti almeno fingerti in lutto come il resto del tuo Paese?! - le urlai quel giorno. Ma neanche una piega. Ma nella rabbia pensai che era troppo impegnata a compiangersi per piangere le vittime. Ma in fondo, chi poteva darle torto? Sarebbe rimasta bloccata su una sedia a rotelle per sei mesi, con una gara in previsione appena la settimana dopo. Sono un po' troppo irascibile, lo so. Avrei dovuto farglielo notare con più calma. Ma non ho mai visto come una buona cosa l'autocommiserarsi.
Un pomeriggio Nyla è venuta a trovarla. Mi ha chiesto se avevo un momento per lei. Cosa avrei potuto dirle? No? Così siamo sparite insieme per i meandri dell'ospedale. - Dovresti riposare. Starò io con lei. Ma hai davvero una brutta cera, Joy. Torna a casa -, - No, non preoccuparti a rimanere. Ultimamente è di pessimo umore, non si può avvicinare -. Mi tirò in un abbraccio. Mi venne in mente un'idea. - E se portassimo avanti il nostro progetto dell'appuntamento a Claude? Devo distrarmi da questa questione, perché hai ragione, mi sta massacrando -. La mia ragazza mi sorrise, comprensiva. - Non potrò certo rifiutare -. Credo che sia stato l'appuntamento più disincantato che io abbia mai avuto.
E per varie ragioni.
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And I Never Give Up
RandomStoria in collaborazione con @Eurus1889 Harper e Joy sono amiche da sempre e una passione le accomuna: i cavalli. Ma quando Harper ha un'incidente che la costringe alla sedia a rotelle per mesi, dovranno trovare un modo per riparare temporaneamente...