Simone adora i matrimoni. Forse da quando lui e Jacopo, a cinque anni, erano stati scelti come paggetti al matrimonio di zia Carla, sorella della loro mamma; o forse da sempre.
Ama, soprattutto, che ci sia ancora qualcuno disposto ad assumersi una responsabilità del genere, a promettere davanti a tutti una cosa così difficile come il "per sempre". Un per sempre fatto d'amore, di rispetto, di sicurezza ma anche di tanti momenti difficili. In sostanza, secondo lui è solo da ammirare chi si prende la briga di soffrire per un qualcosa di grande come solo l'amore vero può essere.
Tutto cambia, però, se il matrimonio è dell'amore della tua vita che ha deciso di sposarsi, sì, ma non con te.
Simone, seduto nella sua cucina con davanti una tazzina di caffè, fissa per l'ennesima volta quel cartoncino attaccato al suo frigo con una calamita di Parigi prima di decidersi ad afferrarlo una volta per tutte e staccarlo da lì.
È comico che abbia tenuto l'invito sul frigo per mesi. Piazzato lì, monito di quel che avrebbe potuto essere e non sarà mai più.
Ancora più comico è che abbia scelto proprio quella calamita. Comprata a Parigi, definita da tutti la città dell'amore, con Manuel, che sta per sposarsi con Greta.
Se chiude gli occhi gli sembra di avvertire ancora quel freddo pungente fin nelle ossa nonostante siano passati anni. L'inverno parigino sa essere rigido, eppure loro non volevano altro che passeggiare mano nella mano tra i mercatini. Era iniziata proprio lì la loro tradizione di tornare a casa da ogni viaggio con la calamita più brutta che riuscissero a trovare. E obiettivamente quella è proprio brutta, Manuel ne era molto fiero.
Brutta quasi quanto l'invito che ha tra le mani. Bianco, con un nastrino blu e delle terribili farfalle in rilievo. Eppure, la cosa peggiore sono quei due nomi vicini: "Manuel&Greta".
«Manuel e Greta annunciano il loro matrimonio...» inizia a leggere, per poi lasciar cadere il cartoncino sul tavolo.
Sa già cosa c'è scritto, da quando quell'invito è arrivato, circa due mesi prima, deve averlo letto almeno cento volte.
Più di una volta è stato anche sfiorato dal pensiero di cancellare il nome di Greta e scrivere il suo, giusto per vedere che effetto facesse, ma alla fine gli è sempre sembrata una cosa troppo da sfigati persino per lui.
E poi lui un invito così pacchiano non lo avrebbe mai scelto. Neanche Manuel, ne è sicuro.
«Simo' al nostro matrimonio tutto ma non il blu come colore eh, ormai è troppo inflazionato, noi semo originali», se le ricorda ancora le sue parole quando qualche anno prima avevano partecipato alle nozze di Chicca e Matteo che avevano scelto il blu, appunto, come colore tema per il matrimonio.
Dà un'altra occhiata al cartoncino e, ancora una volta, avrebbe solo voglia di strapparlo in mille pezzi. O almeno chiamare Manuel per urlargli che vabbè che la coerenza non è mai stata il suo forte ma manco a fa così.
Ma non può fare nessuna delle due cose, deve decidersi a darsi una mossa, farsi la doccia e prepararsi a partecipare all'evento dell'anno. Forse si alzerebbe pure da quella sedia se non fosse per il suo cellulare che inizia a vibrare proprio in quel momento.
Getta un'occhiata allo schermo e legge il nome di Jacopo. Afferra il telefono e si prepara alla telefonata che era sicuro sarebbe arrivata.
«Ciao Ja'»
«Ciao Simo... come stai?» gli risponde il gemello, con la voce di uno che più che per un matrimonio si sta preparando per un funerale.
«Ho avuto sicuramente giornate migliori. Tu come stai?»
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Tutte le volte che ho detto ti amo
FanfictionRaccolta di one-shot (?) Manuel e Simone, Simone e Manuel.