𝗰𝗶𝗻𝗾𝘂𝗲

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"Tu non puoi immaginare da quante ragazze saresti invidiata" dichiarò Soomin, ancora un pò scioccata da ciò che avevo raccontato.

"Suppongo tu sia una di quelle" commentò Jieun, lanciandole uno sguardo rassegnato.

Eravamo tutte e tre sedute sul letto di quest'ultima, e io stavo accarezzando il gatto persiano della mia amica, che strusciandosi contro la mia gamba continuava a pretendere coccole.

Avevo riferito loro ciò che era successo il giorno prima a casa mia, il mio ennesimo incontro imbarazzante con Christopher.

D'altronde a loro avevo sempre confidato tutto e provavo la necessità di esternare il mio sconforto a qualcuno.

Soomin era esterrefatta e molto coinvolta nella questione, infatti non aveva fatto altro che tenere la bocca spalancata durante il mio racconto.

Mi aveva lanciato diversi sguardi maliziosi, tirando alcuni pugni sul braccio della ragazza accanto a lei per esprimere la sua euforia.

Se avesse potuto avrebbe anche tirato qualche urletto ma essendo un ospite in casa della castana si era contenuta.

Jieun invece aveva reagito in modo del tutto differente dall'altra. Aveva assottigliato gli occhi nel momento in cui avevo menzionato il mio scontro contro il petto del ragazzo, e la sua espressione non sprigionava di certo esaltazione.

Da quando l'avevo conosciuta era sempre stata protettiva nei miei confronti, mostrando un atteggiamento che Soomin avrebbe potuto solo sognare.

Certo, voleva bene anche a lei, ma la corvina era più in gamba di me e più esperta in molti campi, tra cui l'amore.

"Sembra che sia arrivato per te il momento che aspettano tutte le ragazze*: il fatidico incontro con l'uomo della nostra vita" proclamò Soomin sfoggiando un sorrisetto furbo.
*etero

"L'unica cosa che sto aspettando è il tuo apprendimento verso il fatto che nella vita non esistono solo le relazioni e i ragazzi" la informò Jieun, esasperata.

"Prima o poi tutti si innamorano, basta solo aspettare o cercare. E qui mi sembra proprio che il momento di Haru sia arrivato. Altrimenti non mi spiego questi incontri tra sti due" ribatté la corvina, imbronciandosi leggermente.

"Beh lui era a casa mia perché è amico di mio fratello, ci siamo scontrati per caso" mi intromisi io, in un sussurro.

Soomin era sempre stata molto convinta riguardo l'amore e sognava spesso ad occhi aperti, non volevo distruggere le sue immaginazioni.

D'altronde avrei potuto lasciarla parlare e non dare peso alle sue parole, ma Jieun sembrava essere molto seccata da quell'improvviso discorso e volevo tentare di chiuderlo.

"Certi incontri avvengono per caso, siamo noi che gli diamo un senso" confidò Soomin "Quel giorno nella biblioteca delle nostre vecchie scuole medie, io avrei potuto chiedere a chiunque per quella informazione su un libro, però mi sono rivolta a te e adesso siamo migliori amiche" spiegò con un sorriso.

Io arrossì e abbassai lo sguardo sul gatto che si era raggomitolato contro di me.

"Finiscila, le stai dando troppe aspettative" borbottò la castana roteando gli occhi.

Soomin, fintamente infastidita, le diede una leggera spintarella sulla spalla e Jieun si lasciò andare all'indietro, accasciandosi sul materasso.

Spalancò le braccia, distendendole, e rimase immobile con lo sguardo verso il soffitto.

"Che drammatica" sbuffò la corvina, seguita dalla mia risata.

...

Dal momento che dopo scuola avevamo passato il resto del pomeriggio a casa di Jieun, mia madre mi chiamò al cellulare, ricordandomi che il giorno dopo avevamo ancora lezioni e che dovevo tornare a casa prima che facesse buio.

Perciò io e Soomin lasciammo la casa della nostra amica assieme, per poi dividerci ad una fermata dell'autobus.

Non abitavamo proprio vicine, d'altronde Seoul è grande. Perciò lei attraversò la strada e raggiunse il marciapiede di fronte a me.

Ci salutammo di nuovo agitando le mani e la osservai raggiungere la panchina per aspettare il suo bus.

I veicoli che dovevamo prendere andavano in direzioni opposte.

Dopo qualche minuto il mio autobus arrivò e ci salì.

A bordo non c'era molto gente, per fortuna, ma intravidi uniformi scolastiche.

Mi appostai da parte alla grande vetrata del finestrino e sbirciai fuori per guardare la figura di Soomin farsi sempre più lontana.

Poco a poco, il veicolo si svuotò ad ogni fermata, e mi andai a sedere su un sedile a due posti vicino a me che si era appena liberato.

Ad un tratto mi ricordai l'esistenza delle cuffiette e le tirai fuori dal mio zaino per poi collegarle al telefono.

Mi infilai un'auricolare in un solo orecchio per non distrarmi troppo, altrimenti mi sarei intrappolata nel mio mondo e non avrei più fatto attenzione alle fermate.

Infatti quando udì la voce meccanica che informava ai passeggeri dove fossimo giunti, alzai la testa e lanciai un'occhiata al tabellone elettronico di marcia.

Dopo aver constatato che mancasse circa una decina di minuti, spostai lo sguardo e notai che di fronte a me, a qualche metro di distanza c'era un ragazzo seduto su un sedile intento a fissarmi.

Non lo avevo mai visto in vita mia, teneva le cosce spalancate e si mordicchiava il labbro scrutando le mie gambe scoperte.

Per sbaglio fecimo contatto visivo e lui sorrise leggermente. Ma non era un'espressione gentile o confortevole. Pareva più un ghigno malizioso e perverso.

Provando disagio e un leggero panico, abbassai lo sguardo, afferrai l'orlo della gonna e tentai di tirarla un pò più in giù.

Ovviamente non cambiò nulla ma tenni gli occhi sullo schermo del mio smartphone, concentrandomi sulla musica che continuava indifferente a scivolare nei miei timpani.

Improvvisamente scorsi con la coda dell'occhio qualcuno sedersi accanto a me. I miei pensieri andarono subito a quel ragazzo visto prima, ma un profumo che avevo già sentito prima mi investì facendomi rabbrividire.

Guardai alla mia destra, il mio cuore perse un battito nel trovare Christopher che con sguardo serio guardava davanti a sé. Sembrava arrabbiato.

Ma non appena si voltò verso di me, la sua espressione si rilassò e mi rivolse un sorriso amichevole.

"Disturbo?" chiese.

"No" dichiarai immediatamente io, un pò imbarazzata.

Mi fissò per un attimo prima di rivolgere lo sguardo verso il finestrino dietro di me.

"Non voglio metterti a disagio" sussurrò "Ma ti ho vista salire sul bus e ho notato quel ragazzo guardarti in modo strano, adesso che ti sei seduta sarebbe stato più pericoloso quindi ho pensato di starti accanto" aggiunse lasciandomi di stucco.

In quel momento sembrò accorgersi delle mie cuffiette e afferrò quella libera. "Posso?" chiese.

Ancora sorpresa mi limitai ad annuire. Christopher si portò l'auricolare all'orecchio e con un leggero sorriso ad incorniciargli il volto si girò, portando l'attenzione davanti a sé.

Abbassai lo sguardo, riflettendo su ciò che mi aveva appena detto. In effetti se quell'individuo si sarebbe avvicinato mentre ero in piedi, io avrei potuto allontanarmi. Ma se si fosse seduto vicino a me, ci sarebbero state più possibilità per lui di fare ciò che voleva.

D'altro canto, se mi toccasse rimarrei pietrificata.

Rabbrividì a quel pensiero ma lo scacciai immediatamente, tentando di pensare ad altro, come il fatto che Christopher si trovasse da parte a me.

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𝖢𝖮𝖲𝖬𝖨𝖢 𝖥𝖤𝖤𝖫𝖨𝖭𝖦𝖲 - 𝖻𝖺𝗇𝗀𝖼𝗁𝖺𝗇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora