Capitolo terzo.

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"Driiin driiin"suonò la sveglia.
La buttai giù dal comodino,frantumandola in mille pezzi.
Primo giorno nella nuova scuola.
Nuovi amici. Nuova vita.
Mi lavai velocemente i denti e infilai i vestiti scelti la sera prima.
Sistemai i capelli e presi lo zaino di fretta,per non fare tardi il primo giorno di scuola.

"Taxi! Taxi!"chiamai agitando le braccia.
Subito dopo davanti a me si porse un taxi color canarino.
Per il tragitto scrissi a Jenny che, a differenza di me,già lavorava nella pasticceria di famiglia.

"Corso B,aula 14"lessi l'e-mail mandata dalla scuola pochi giorni prima.
Attraversai un lungo corridoio con mille aule a tutti i lati e finalmente trovai la mia.
Bussai cautamente e quando aprii la porta,mi ritrovai davanti un professore piuttosto giovane,con grandi occhi color smeraldo e vestito molto elegante.
"Buongiorno"anche la sua voce era calda.
"Buongiorno"
"Lei dovrebbe essere la nuova alunna,immagino"disse.
"Sì. Piacere"porsi la mano.
"Piacere mio"me la strinse"Ragazzi,salutate la ragazza nuova"
"Ciao"fecero tutti eco.
"Ciao"risposi intimidita.
"Puoi andarti a sedere lì infondo,vicino a Jonson"indicò subito un posto vuoto,infondo all'aula.
Notai subito il volto del ragazzo,Jonson.
Era il tipo che mi era venuto contro il giorno prima,il ragazzo dal sorriso beffardo e dalle cuffie sulle orecchie.
"Ehi"salutò.
Feci un gesto con la mano e sistemai lo zaino.
"Vesti bene,vedo"non era un tipo dalla lingua corta,no di certo.
Ci fu un momento di silenzio e poi riaprì la bocca "Sei muta,ragazzina?"
"No"m'innervosì.
La lezione procedette normalmente.

Andando a prendere qualcosa alla macchinetta,incontrai Jonson.
"Ciao,ragazzina"
Non poteva starsene in mezzo a quel gruppetto di sbavose ragazzine che cadevano ai suoi piedi solo a guardarlo? Probabilmente no,si divertiva ad infastidirmi.
"Sei il ragazzo dell'aeroporto?"chiesi.
"In persona"
Sbuffai.
"Stai attento a dove metti i piedi!!"scimmiottò la mia voce.
Mi trattenni per non riempire di parole quel ragazzo così maleducato.
Girai i tacchi e mi diressi in bagno.
Lavai la faccia,per distrarmi dai miei pensieri e la campanella suonò.
Le lezioni procedettero,conobbi tutti,o quasi,i nuovi professori e compagni.

La giornata era finita. Caricata di compiti,come immaginavo,tornai a casa a piedi.
Musica nelle orecchie:melodia ottima e bella voce.
Ad interrompere la mia tranquillità furono delle parole pronunciate da una voce calda ma altrettanto fastidiosa.
"Vedo che sei di poche parole,ragazzina"
"Vattene"
"Non mi piace parlare con le persone che non conosco.."cominciò.
"Nemmeno a me"lo interruppi"Quindi vattene"
"..io sono Jonson,Nick Jonson. Meglio conosciuto come il più figo della scuola"sorrise.
Uno che si da anche tante arie,perfetto.
"Scommetto che sei stato con tutte"
"E tu potresti essere la prossima"
"Ahahaah NO"accentuai così tanto quel 'no' che quasi ci rimasi male.
"Vorresti eh..."mi mise una mano sulla spalla e la levai subito,procurandogli un bel segno di cinque dita sulla faccia.
Con questo se ne andò e ci rimasi un po' male anche se,in questo modo, me lo sarei levata dai piedi.

Tornai a casa velocemente e la sera cercai di cucinare qualcosa,ma il mio piatto di maccheroni al formaggio non ebbe un grande successo.
La pasta si appiccicò alla pentola e si bruciò e il formaggio si sciolse,bruciando a sua volta la pentola.
Così decisi di prendere una vaschetta di gelato alla vaniglia dal frigo e di mangiarmela stesa sul divano.

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