Una volta uscito dalla doccia mi squillò il cellulare che avevo lasciato dentro i pantaloni, e feci in tempo a mettermi un asciugamano intorno al bacino per poterlo tirar fuori dalla tasca e rispondere.
- Pronto?
- Ehi, Nick! Hai da fare?
Era Mike. Il mio caro, vecchio amico Mike.
- Ehi, amico. No, dove sei?
- Ti va un caffè? Ti aspetto alla solita tavola calda. Pranziamo insieme.
- Perfetto, tra mezz'ora sono lì.
Chiusi la chiamata e mi sbrigai a vestirmi una volta presi gli abiti puliti dal mio armadio in camera da letto. Nacho era beatamente spalmato sul mio letto e mi guardava attentamente mentre mi preparavo.
- Che stai a uscì?
Mi voltai di scatto: Nonno.
Era davanti la soglia della mia stanza, non so come cazzo faceva ogni volta a risultare così silenzioso quando saliva le scale, quasi da farmi prendere colpi.
Mi infilai la maglia prima che potesse vedermi tutti quei lividi che riportavo sul corpo, altrimenti non sarei più uscito, subendolo per tutta la mattinata.
- Sì, raggiungo Mike alla tavola calda.
- Aaah. Salutamelo tanto.
- Va bene. Senti, dai qualcosa da mangiare tu a Nacho? Poi lo rimandi fuori a fare i bisogni. Non tornerò tardi.
Comparve nuovamente la sua solita espressione perplessa, sembrava quasi stesse per ricominciare a borbottare ma per mia sorpresa non lo fece.
- Mmmh vabbè, ce penso io. Ma che cazzo de nome gli hai dato? Oddio santissimo!
Iniziò a ridere e lo guardai mentre ero preso ad infilarmi le scarpe.
- È un bel nome e a lui piace, vero?
- Poro cane, mamma mia.
Sbuffai e mi abbottonai i pantaloni, mi infilai la giacca e mi guardai per ultimo allo specchio.
- Okay, io vado. Grazie nonno a dopo.
Non gli diedi il tempo di rispondermi o di seguirmi fino al piano inferiore che uscii in fretta e furia da casa una volta prese le chiavi del pick up.
Montai e misi in moto, diretto verso la tavola calda, dove mi aspettava il mio amico. Conoscevo Mike da anni, una tempo lavorava per me.
Era stato per anni la mia guardia del corpo, nonché uno dei miei amici più fidati. Mi aveva sempre appoggiato in ogni decisione, rimanendomi accanto. Non ci vedevamo tutti giorni, ma ogni tanto ci davamo appuntamento alla solita tavola calda e pranzavamo insieme, raccontandoci gli ultimi avvenimenti delle nostre vite.
Una volta arrivato parcheggiai il pick up, entrando nel locale. Era lì al solito tavolo ad aspettarmi e appena mi vide si alzò per abbracciarmi.
- Ehi amico, come stai?!
- Ciao, Mike.
Lo strinsi sorridendo poi ci sedemmo e mi guardò con attenzione. Ordinammo nel frattempo qualcosa da mangiare.
- Allora, come vanno le cose, amico?
- Potrebbero andar meglio, ma sopravvivo lo sai.
Mi guardò un po' perplesso.
- Ieri ho visto Brian, mi ha chiesto di te.
- Cosa voleva?
- Nulla, solo sapere come stavi. Sentono tutti molto la tua mancanza, Nick.
Sorrisi sarcastico. Certo, voleva proprio sapere come stavo. Da quando ci hanno buttato fuori per quel casino con la casa discografica si sono preoccupati tutti solo di loro stessi.
- Non sono affari suoi. E posso assicurarti che a me non manca nessuno di loro.
- Nick..
- No Mike, Nick un cazzo! Erano i miei migliori amici e guarda adesso dove sono io, e dove sono loro! Mi hanno voltato tutti le spalle. Tutti.
Mike sospirò continuando a mangiare il cibo nel suo piatto, mi dispiaceva sfogare tutta la mia rabbia con lui ma ogni volta si ostinava a prendere l'argomento o comunque parlare di quelli che un tempo erano i miei migliori amici, nonché la mia famiglia. Di una cosa ero certo, la mia unica famiglia era quel vecchietto strambo con quel l'accento che si era preso cura di me anni fa, trovandomi sul ciglio della strada. Quello era mio nonno, la unica e vera mia famiglia.
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Confident.
RomanceNon so bene cosa successe in quel momento, ma quando i miei occhi si posarono sui suoi non vidi solo l'oceano. Vidi tutto il mio mondo. Forse proprio in quel momento posso dire che la mia vita ebbe inizio.