Capitolo 9.

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Arrivai davanti all'abitazione di quella ragazza e parcheggiai il mio pick up scassato nel suo vialetto.
Una volta sceso mi avvicinai davanti alla porta e suonai il campanello. Non ci mise molto ad aprirmi. La guardai per qualche secondo, era incredibilmente bella. Quel vestito faceva notare le sue curve perfette, e quei capelli lunghi e scuri le ricadevano morbidi lungo le spalle.
.....Okay Nick, basta. Smettila. Torna in te.
- Ciao.
- Ciao! Vieni, accomodati. Ti va un caffè?
- Sì, okay.
Entrai in casa sua, era bellissima. Molto decorata ma con cura e colorata, aveva tanta luce. Non so per quale assurdo motivo mi ricordò la mia vecchia casa, quando ero ancora famoso e con una vita sregolata.
Mi misi a sedere sul divano mentre lei portava due tazze fumanti e le poggiò sul tavolinetto del salotto per poi sedersi al mio fianco.
- Hai una casa bellissima, sai?
- Oh.. Grazie.
- Posso sapere il tuo nome?
- Britney. Britney Wilson.
- Nick Carter.
Le porsi la mano e lei fece lo stesso. Gliela strinsi e ebbi una passata di brividi lungo la schiena. Ero sicuro che anche lei l'avesse provata, mi guarda attentamente ed era abbastanza imbarazzata se non a disagio.
- Lo so. O meglio, volevo dire.. Quel Nick Carter?! Non ci credo!
Fantastico. Sapeva chi fossi.
- Sì, quel Nick Carter. Sono io.
- C-Come mai sei sparito dalle scene?
La guardai con attenzione. Cercava di fare la vaga, ma era evidente sul suo volto che sapeva già tutto di me. Forse un tempo era stata una mia fan accanita.
- Eri mia fan?
- Ah....
Bingo. La presi alla sprovvista e non seppe che dirmi.
- Ho avuto molti problemi con la casa discografica. Poi con i membri della band, e man mano tutto il resto è andato a puttane. Ma penso che tu molte cose già le sappia, o sbaglio?
- Beh... Quello che hanno scritto sui giornali e detto in TV.
- Non tutto è vero, ma adesso sai più o meno il vero motivo.
- Non suoni proprio più? Hai smesso del tutto?
- Non suono più.
Penso che questa risposta fu stata una pugnalata al cuore. Ma non solo per lei, anche per me.
- Comunque, non sono qui per parlare della mia vita. Volevo solo dirti che non importa per il pick up e per l'incidente.
Sorseggiavo il mio caffè mentre lei ogni tanto mi guardava.
- Oh.. No, Nick. Voglio che tu ti prenda i soldi che ti spettano per farlo riparare.
- No, dico sul serio. Posso farlo da solo.
- Allora ti darò una mano.
- Cosa? E come?
- Potrei passarti i pezzi e aiutarti a montarli.
- Va bene. Allora quando sarai libera dal lavoro, mi chiamerai.
Sorrise. Forse era uno dei sorrisi più belli che avevo mai visto.
- Perfetto.
Mi guardai per un po' intorno, poi tornai con lo sguardo su di lei.
- Cosa mi dici di te?
- Sono una specializzanda, studio per diventare un cardiochirurgo. È sempre stato il mio sogno fin da bambina. Condivido questa casa con Christina, la mia collega, nonché migliore amica.
- Deve essere molto stressante come lavoro.
- Sì, abbastanza ma mi piace, so come gestire i pazienti.
Gli sorrisi anche se per poco.
- Quanti anni hai?
- 32. In realtà sono fuori con i tempi, ma grazie ad alcune conoscenze di mio padre sono riuscita a ridare l'esame e a passare.
- E.. Sei fidanzata o...?
Mi guardò per un attimo a bocca aperta poi si riprese subito.
- Single. Sono single da molto tempo, circa cinque anni.
- È davvero tanto. Anch'io, da circa tre anni.
- Hai divorziato?
Mi guardò con gli occhi sbarrati.
- Esatto.
- Wow.. Come sono cambiate le cose.
- Già, decisamente. Ahm.. Adesso dovrei andare.
- Oh.. Okay..
Posai la tazza vuota sul tavolinetto e mi alzai, dirigendomi verso la porta sapendo di essere seguito da lei. Mi voltai e infatti era dietro di me.
- Allora ci vediamo presto, Nick.
- Sì, aspetto una tua chiamata.
- Perfetto.
Le sorrisi, per poi aprire la porta e uscire. La salutai con un leggero sorriso e lei era alla soglia della porta a guardarmi salire sul pick up, finché non me ne andai.
Forse stavo per mettermi in un altro bel guaio più grande di me.

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