Armature

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Sono alla terza sigaretta .
Mi ero ripromessa di smettere.
Quasi soffoco nel sentire una battuta davvero pessima arrivare dal tavolo alle mie spalle .
Probabilmente è Teo , il lupo perde il pelo ma non il vizio, si sa .
Di fianco a me è seduta Francesca che si agita sulla panca in maniera frenetica
- Fra mi sta venendo il mal di mare, cos'hai ?!-
Lei si gira e mi guarda corrucciata
- Non mi risponde da due ore.-
- Chi? Michele ? -
Non faccio in tempo a finire la domanda che una macchina blu elettrica entra nel piazzale . Un'auto decisamente riconoscibile , quella di Michele appunto .
La faccia di Francesca diventa paonazza dalla rabbia, si alza nervosamente fino a raggiungere quasi correndo un ragazzo allampanato con una chioma scomposta di capelli blu , praticamente della stessa tonalità della carrozzeria della macchina .
Nel silenzio imbarazzato di tutti sentiamo in maniera alquanto chiara quello che i due si dicono , o meglio , si urlano.
- Ma tu il telefono dove cazzo te lo sei messo !? È da due ore che cerco di chiamarti ma puntualmente parte la tua fottutissima segreteria ! -
Francesca inizia ad urlare ancor prima di aver raggiunto Michele che dopo aver gettato gli occhi al cielo le risponde .
- Fra , lo sai che metto il navigatore per andare ovunque , da dove vengo io ci sono solo canguri e strade sterrate ricordi !? -
Michele si avvicina alla ragazza lentamente e con cautela come ad un animale selvatico pronto ad esplodere , le mette le braccia al collo tentando di rubarle un bacio casto, beccandosi un broncio di risposta. Credo che non le passerà così in fretta .
I due entrano in macchina probabilmente per parlare senza che nessuno li senta.
Mi scappa un sorriso pensando alla scenata alla quale ho appena assistito , scenata che mi fa ben capire quanto la ragazza che conosco da una vita sia felice con il ragazzo dai capelli blu; quella che non credeva nell'amore , quella che non credeva nei legami duraturi , quella che diceva di non preoccuparsi di nessuno . Prima o poi tutti abbandonano la propria armatura, c'è chi prima , chi dopo e chi non lo ammetterà mai.

Il cielo diventa improvvisamente nero e mi ricordo di aver lasciato le finestre del monolocale aperte .
Prendo l'ombrello e corro verso la casa in cui in questi due giorni mi sono solo lavata; senza Marco era vuota e anche un po' inquietante quindi ho preferito stare a casa dei nonni .
Arrivo giusto in tempo per evitare un acquazzone tipico delle estati qui in montagna, chiudo tutte le persiane e decido che non vale la pena uscire di nuovo .
Non sapendo cosa fare , apro un libro e mi stendo sul letto . Leggo e ascolto il rumore della pioggia che batte sulle finestre , fitta e costante .

Sollevo con fatica la palpebra non appoggiata al cuscino , sono le 22.00 . Ho dormito quattro ore filate.
Sono ancora girata sul lato destro quando sento un respiro pesante provenire da dietro la mia schiena . Un giubbotto di pelle nera è abbandonato sulla sedia davanti al letto e delle all star sgualcite sono sullo zerbino completamente fradice .
Mi giro dal lato opposto e rimango ad osservare l'uomo che dorme davanti a me.
Bocca socchiusa circondata da una barba riccioluta quasi rossiccia , lunghissime ciglia che tremano sotto il movimento involontario delle palpebre , minuscole lentiggini sparse qua e là sulle guance piene .
Si incurvano gli angoli della bocca , le palpebre si aprono timidamente .
- Sono qui , sono io Greta..ora dormi. -

Affondo il viso nel suo petto e chiudo gli occhi nuovamente .

Le montagne all'orizzonte .Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora