-no louis, non puoi continuare così! Io non posso continuare così! - sbraita eleanor guardando dritto negli occhi di ghiaccio louis.
-se non l'avessi notato, sto facendo di tutto per te! cazzo! - risponde il castano, respingendo l'impulso di piangere.
il suo sguardo si abbassa a terra, verso il pavimento sporco, cosparso di fogli scivolati lì a causa del vento che attraversa le finestre spalancate.
-certo, come no! - dice la ragazza, alzando gli occhiali cielo con fare esasperato.
silenzio.
-fanculo - mormora infine louis, afferrando la sua felpa dalla sedia su cui era poggiata.
si volta verso la porta e in qualche lungo e veloce passo la raggiunge, sorpassandola per poi sbatterla correndo giù per le scale.
non sa dove andare.
ora che è fuori da casa, se puó davvero considerarla come tale, non ha la più pallida idea di dove andare.
è disorientato, ora che ha perso la sua unica certezza: Eleonor.
non è mai stato davvero se stesso con lei.
non è mai stato veramente felice, insieme a lei, ma gli bastava per rimanere a galla.e adesso, non ha più un motivo per stare a galla.
quindi corre.
le gambe si muovono da sole, sull' asfalto ancora caldo, verso l'unico posto che ha mai chiamato casa dentro di sé.
la spiaggia.
si ferma, appoggiandosi ad un muretto e riprendendo fiato.
sigaretta. ha bisogno di una sigaretta. che non ha.
trattiene le lacrime, che rischiano di scivolare fuori dagli occhi cristallini.
si passa una mano sugli occhi, e si rialza, camminando lentamente avvicinandosi alla spiaggia.
ci sono poche persone: una vecchietta che da' da mangiare ai piccioni, una famiglia che si prepara a lasciare la spiaggia ed un ragazzo.
chiederla alla donna anziana? no.
alla famiglia? nemmeno.si ritrova a squadrare il ragazzo.
ricci lunghi fino alle spalle, alto, fisico slanciato, tiene una chitarra tra le grandi mani.
-hai una sigaretta? - chiede louis al riccio con la chitarra .
-non fumo - risponde abbassando lo sguardo, timido.
caratteristica che in un ragazzo così grande quasi stona, pensa louis.
allora annuisce e fa per allontanarsi.
- e non dovresti nemmeno tu- aggiunge poco dopo, attirando nuovamente l'attenzione dell'uomo.
louis ride, una risata palesemente forzata che gli fa quasi male.
-e perché? - chiede divertito dalla situazione.
-beh, uhm, uccide - replica il riccio.
louis ride di nuovo. In quel momento forse sarebbe più comodo morire.
-capita - risponde, infilandosi la felpa.
-oh, ehm... stai bene? - chiede il riccio, con fare preoccupato.
-e a te che interessa, eh riccio? - risponde louis, rintanando le mani nelle tasche.
-i-io.... non puoi rispondere ad una domanda con un'altra! - esclama dopo qualche momento di esitazione.