« Minho di questo passo penso che dovremmo cambiarti cura, di nuovo »
era premuto contro l'angolo del muro con le gambe strette al petto, i piedi magri non si davano pace tra le lenzuola bianche e sgualcite, le mani scarne con le nocche ferite continuavano a scorrere freneticamente tra la chioma in disordine e coprivano parte del viso gonfio e arrossato, i suoi occhi erano più spenti del solito e continuavano a lasciar sgorgare dolore in lacrime amare che si scioglievano sulle sue labbra bagnate dalla saliva dovuta al pianto isterico che non si preoccupava di trattenere o asciugare.
« ma perché non mi lasciate in pace e basta.. basta, basta, basta.. BASTAAA »
continuava ad urlare come se così facendo il dolore dentro di sé potesse uscire, più le proprie urla erano forti e meno riusciva a sentire la voce dell'infermiera che ormai aveva imparato ad odiare, come del resto ogni altro suono associato a quel posto; le urla gli squarciavano la gola, sentiva la testa pulsare incessantemente e i polmoni gli esplodevano mentre la sua voce metteva in crisi la donna e gli altri che l'avevano raggiunta per tentare i risolvere.
il minore dall'altra stanza riusciva a udire chiaramente la disperazione di Minho, come del resto anche gran parte del reparto, e oltre, poteva.
non lo vedeva da qualche settimana per via di vari peggioramenti da parte sua per la quale era rischioso farli incontrare.
da parte propria invecie c'erano stati diversi miglioramenti abbastanza evidenti da un punto di vista esterno, ma dentro di sé sentiva che qualcosa gli mancava, quel qualcosa lo stava sentendo in quel momento, ma non nel modo in cui avrebbe voluto, sentire il ragazzo straziarsi così senza neanche sapere la causa del suo male, o avendo la consapevolezza di non poter fare niente lo logorava internamente;fino a quell'istante Jisung non si era mai interrogato riguardo quel vuoto, tanto meno sul modo in cui si colmasse ogni qualvolta che qualsiasi cosa che lo riportasse a quel ragazzo insopportabile gli si piazzava davanti.
per un momento si pose questa domanda, lo fece, ma ancor prima di darsi una risposta decise di cancellarsela dalla mente e pensare ad altro, continuava a frullargli nella testa ma si rifiutava di provare a darsi qualsiasi risposta, per paura di qualcosa certamente.
decise così di rimandare a più tardi quella domanda mentre scendeva dal davanzale della finestra barricata, dalla quale osservava il sole sul punto di scomparire dietro i palazzi in lontananza; si avvicinò con passo gentile alla parete sulle punte dei suoi piedi delicati che tendevano a puntare graziosamente l'uno verso l'altro, la guancia paffuta era premuta contro il muro che dava alla stanza accanto alla sua, così come le mani e l'orecchio, tutto però sembrava essersi calmato, non si udiva più una parola.
Jisung sospirò e diede una leggera testata al muro con gli occhi sull'orlo delle lacrime capendo per certo che i medici avessero dovuto intervenire sul ragazzo con le maniere forti.
ancora un'altra emozione dovuta a quel Minho, senza però alcuna spiegazione.
« aah Jisung ma che cavolo ti prende dio santo.. smettila, che razza di idiota.. »si strofinò gli occhi e tornò alla sua finestra, ma il tentativo di toglierselo dalla mente era stato vano, guardava le stelle, le luci delle case, gli uccelli all'orizzonte mentre un velo blu ne spegneva il rosa intenso, e qualsiasi tipo di pensiero su Minho non gli dava pace.
