Era una vita ordinaria

16 4 0
                                    

Mi sono trasferita quasi da un anno, vivo in un monolocale vicino l'università. Ho deciso di fare la cosa che più di tutte mi incuteva paura: un cambiamento drastico.

I cambiamenti non mi sono mai piaciuti, anzi spesso mi sono ritrovata a provare ansia per cose ancora non accadute e che forse mai sarebbero diventate realtà. Mi chiamo Selene, son una ragazza normale, a tratti invisibile per la troppa normalità, più introversa che timida, non mi piace parlare, o meglio, apprezzo chi sa parlare dosando bene le parole e i momenti, non sono brava a socializzare e questo è ovviamente il motivo per cui, seppure mi sia trasferita da quasi un anno, non sono riuscita a farmi nessun amico, a trovare una persona che effettivamente si meritasse di essere chiamata così da me. E viceversa, ovviamente. Non ho così tanta autostima né presunzione, sono solo rigida con gli altri come lo sono con me.

Poiché pur essendo sola, soffro la solitudine, che inevitabilmente mi costringe a passare del tempo con me stessa, così ho deciso di comprare delle piante, di avere sempre dei fiori freschi in un vaso e di prendere un pesciolino rosso. Ho brutte esperienze con i pesciolini, da piccola ne compravo sempre molti ma non riuscivano a sopravvivere a lungo, ma ho deciso di darmi un'altra possibilità.

Ebbene, posso dire che il pesciolino rosso, le piante e i fiori siano gli unici essere viventi che mi circondano e mi conoscono realmente; forse perché non possono scappare chissà...

Questa mattina mi sono svegliata presto per andare a seguire i corsi, ma come al solito arrivo sempre in anticipo quindi mi ritrovo ad aspettare da sola fuori l'aula circondata da persone che hanno una vita sociale più attiva della mia e che sanno comportarsi come persone. Chi disse che l'uomo è un animale sociale non aveva ancora immaginato che secoli dopo sarei nata io.

Finiti i corsi torno a casa.

Corro in bagno per farmi una doccia e togliermi di dosso gli sguardi delle persone che ho incontrato durante il giorno, per ripulirmi dalla prima impressione che gli altri hanno di me, per spogliarmi ed essere me, solo me.

Esco dal bagno e rimango pietrificata. Mi sfrego gli occhi pensando di avere un'allucinazione.

"Non può essere reale", penso.

Sul pavimento c'è disteso un ragazzo tutto bagnato e completamente nudo.

Come in una bollaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora