Tono su tono

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Tono era seduto alla scrivania, se così si poteva chiamare quel vecchio tavolo recuperato alla discarica.

La luce della lampada da tavolo, nell'oscurità della stanza, dava un che di professionale e di contemplativo al tutto.

Filosofia, matematica; antico quadro dipinto da un pittore sconosciuto, vecchio con piuma in mano intento a scrivere chissà quale inutile trattato.

Arturo Bandini?

Aveva fatto delle ricerche su internet e l'unico riferimento ad Arturo Bandini era il protagonista di una saga dello scrittore John Fante e i titoli dei romanzi erano: "Aspetta Primavera, Bandini"," La strada per Los Angeles", "Chiedi alla polvere" e i "Sogni di Bunker Hill"; Sapeva che tutto poteva essere utile, anche cose che all'inizio apparivano inutili, tipo: aggiungere un goccio di schweppes al gin.

Si appuntò sul suo quaderno a quadretti (la copertina rappresentava una farfalla), il nome dello scrittore di origine abbruzzese e i titoli.

Passò poi, con le sue ricerche al tatuaggio: "spada dentro a un compasso".

Trattato della spadancia  o sia Della spada larga del Barone Rosaroll Scorza.

"Parata contro la botta dritta"

Siccome il colpo della spada semplice è la botta dritta (come nella scienza della scherma), così vado a dimostrarvi in primo luogo che questa facilissimamente si para con la spadancia da qualunque guardia descrittavi in questo libro.

Lesse ancora qualcosa, ma solo per curiosità, l'idioma antico lo trasportava ai tempi in cui l'acciaio aveva un suo perchè, ora bastava un'oncia di piombo per cambiare le cose, anche un vigliacco poteva impugnare un'arma e dire la sua.

Giuseppe Maria Rosaroll-Scorza : generale, patriota e saggista italiano. Generale dell'esercito delle due sicilie, caduto in combattimento come soldato semplice mentre lottava per la liberazione della Grecia.

Prese appunti.

Controllò gli stemmi araldici e l'unico che poteva avvicinarsi era:

Fusco: antico ed assai nobile casato campano, il quale, nel 1743, venne

aggregato alla nobiltà di Ravello, nonostante, comunque, già fosse

iscritto, da immemore tempo, al patriziato di Salerno. Tal famiglia,

inoltre, ha dato i natali a ben otto vescovi, come giusta il Guerritore

nel "Ravello e il suo patriziato", tra cui Angelotto, commendatario di

Cava, creato, nel 1432, cardinale da Papa Eugenio IV e Paolo..

Stemma araldico: d'argento ad una branca d'orso nero premente un cuore sanguinante di

rosso, sormontato da un giglio rosso con bordura dentata dello stesso.

Si accese una sigaretta e un pò di brace si perse come stelle filanti su un cielo nero. Futili traiettorie che si persero sul tappeto liso, ormai insensibile a ogni calamità.

Prese la busta gialla e studiò con una lente le cinque fotografie. Memorizzò i volti, il prato, la villa e le favolose scarpe da golf del protagonista.

Scrisse la parola "COMPITO" in grassetto e la sottolineò tre volte.

Usando la lampada, mise la busta in controluce e vide quello che sembrava un pelo, un piccolo pelo.

Prese il pelo con delle pinzette e lo mise in una busta di plastica.

L'avrebbe dato in pasto al suo amico e ricercatore. Un biologo coi contro cazzi che guadagnava meno del ragazzino che lavorava al Bar: "Lo straniero", dove a volte si recava per bere un capuccino freddo e una brioche del giorno prima.

Lesse e rilesse le note riguardo all'uomo con la mazza in mano (sport mai capito da Tono, anche se l'unico sport che apprezzasse era quello "movimento di bicipiti per flessione da sigaretta alla bocca o bicchiere, a scelta).  Il tipo si chiama Davide Schmitt, era un industriale a capo di un'infinità di società infilate ad arte dentro a scatole cinesi. Il tutto era senza capo ne coda e impossibile da decrittare, il cifrario che se ne traeva e niente. Alla fine il tutto era fuffa d'artista ma anche l'arte ha le sue debolezze e lui conosceva il critico giusto.

Per tale problem solving si sarebbe rivolto alle grazie di Elena, una graziosa grassona, magica e geniale, sensuale come un soufflè e delicata come la spina di una rosa.

A volte andava a letto con lei, ma solo per soddisfare quella fame di tanto e caldo che lo assaliva in mondo magro e freddo dove era costretto a vivere.

Bene si disse: Ho qualcosa in mano.

E lo disse mentre stava pisciando nella bottiglia di plastica perchè nello studio non c'era il cesso.





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