Una banda di IDIOTI

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Sono circondato da una banda di idioti.

Non è che io sia tanto intelligente, ma, dal mio punto di vista, loro sono più idioti di me.

Il fatto è che con loro mi annoio. Parlano, parlano, parlano e io, a volte li ascolto, ma sempre di meno. Solitario passeggio: penso, a volte leggo e sono in pace con me stesso.Ovviamente, alcune circostanze mi obbligano a stare insieme alla mia banda di idioti, superate le circostanze, non vedo l'ora di ritornare in pace con me stesso. E' buona norma non fare o scrivere ripetizioni, ma in questo caso non posso farne a meno.

Solitario passeggio: penso..

Apro una porta e al di là, il buio.

Rumori.

Una finestra sbatte; oggi il vento non ha dato tregua a nessuno.

Accendo la luce.

E chi mi ritrovo?Slavo, steso sul divano: bava alla bocca, una decina di bottiglie di birra e lattine Red Bull, un posacenere strapieno, mezza pizza con tre cicche spente e una mutandina oscena posata sul torace peloso.

Sul tavolino il suo amato coltello a serramanico, la pistola automatica e il cellulare che suona i red hot chili peppers. Sulla pancia bianca come un pesce il tatuaggio di una croce nera che inizia dall'ombelico e sfiora i capezzoli. Per terra, un sacchettino con della cocaina. Respira come un cinghiale, non è morto.

Un vero peccato. Una merda in meno. Un idiota in meno. Guarda come mi ha conciato la stanza. Ora prendo il suo coltello preferito e con quello gli stacco di netto i coglioni.

Si volta su un fianco e scorreggia.

Giuro che l'ammazzo, sarà l'ultima cosa che faccio ma l'ammazzo.

La mia gatta si avvicina.

Si strofina alla mia gamba e miagola.

Con il rossetto le hanno colorato il muso.

Merda! Tutto ma non la gatta.

Vieni Coca. Lei mi segue. Le verso del latte in un piattino.

Finisci il latte che poi ti do da mangiare un bel fegato, grasso grasso o due bei coglioni.

Entro in sala.

Prendo la pistola di Slavo, l'avvicino al suo orecchio e faccio partire un colpo.

Slavo si tocca l'orecchio ma non si muove.

Come possibile! Sento urlare. Mi volto e una ragazza bionda, e se dico bionda e bionda, è davanti alla porta del bagno. I capelli bagnati, appiccicati alla testa come olio d'oliva. Mi guarda. Occhi spalancati. Sclera bianco latte. Pupilla dilatata come un quarantacinque giri. Vede la pistola ma non vede Slavo. Lo schienale del divano copre il morto. Urla nuovamente, come un'isterica.

Le punto la pistola.

Mi viene da ridere ma per educazione non lo faccio.

Lei, e le sue belle tette, corrono verso la porta, cerco di dirle qualcosa, ma lei e il suo bel culo, prendono la via delle scale e spariscono nel buio.

Slavo scorreggia nuovamente. Chiudo la porta d'ingresso, non si sa mai.

Domani è un altro giorno e si vedrà.

Vado in camera. Guardo la coca, evito, devo dormire. Guardo l'ora tinta di rosso sulla sveglia digitale; sono solo le quattro di notte e di notte il tempo segue le curve traiettorie di Einstein. Domani alle undici io e Slavo abbiamo un lavoro. Prendo due valium. Le ingoio senza bere niente. Solo saliva, e io ne ho tanta, talmente tanta da riempiere di sputi quella testa di cazzo di Slavo.

SINFONIA PER ANGELIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora