Venne un tempo in cui il popolo degli elfi si espandeva con orgoglio in gran parte dei regni conosciuti. Essi vivevano nelle foreste, in piccoli villaggi o in grandi capitali, che si estendevano per chilometri, immerse nel verde. La loro città più grande era Kkoma Coa, una città fatta di palazzi perfettamente bianchi, ricoperti interamente di edere e fiori. Qui viveva la famiglia reale: una nobile stirpe che si tramandava la corona da secoli e che poteva vantare un'integrità d'animo e una saggezza senza eguali.
Questo magnifico impero, costruito e perfezionato nel corso di molti secoli, venne però distrutto da un singolo elfo e dalla sua semplice curiosità per l'ignoto. Un desiderio, che si presentava come innocuo, condannò l'elfo, al tempo regnante, ed il suo intero popolo ad uno sterminio di massa. In pochissimi si salvarono e ancora meno furono i superstiti della stirpe reale.
***
Yejun stava fissando le fronde degli alberi mentre continuava a camminare seguendo fiducioso Romin. Dietro di lui, Wonhyuk cercava di sopportare le chiacchiere infinite di Wonjun. Il ragazzo era passato dal sembrare schivo e freddo nei confronti dei ragazzi, all'essere estremamente loquace.
"Sai, il mio stocco può trafiggere anche le rocce. Nulla può scalfirlo. Una volta ho rischiato anche di affettare la folletta panettiera! Ovviamente non è stata colpa mia, la mia mira è stata precisissima, ma lei voleva a tutti costi proteggere il suo pezzo di pane. Per fortuna i miei riflessi acutissimi mi hanno permesso di fermarmi in tempo, altrimenti non avrebbe avuto più tutte e cinque le dita. Sai, noi folletti amiamo il pane, quindi mi sarebbe dispiaciuto affettare le dita della panettiera. Il pane è un alimento perfetto per tutti i momenti della giornata, poi se ci spalmi sopra un po' di marmellata di bava di lumaca è qualcosa di paradisiaco. Voi umani non avete un cibo preferito?" Wonjun parlava a ruota libera, ormai da almeno un'ora mentre saltellava con agilità su rocce e radici della foresta.
"Si, anche a me piace il pane, ma la cosa che amo di più in assoluto è-" Wonhyuk stava per terminare la frase, quando Yejun lo interruppe.
"MARMELLATA DI FOLLETTO! Se non la smetti di parlare così tanto potrebbe diventare il mio alimento preferito." Disse infastidito il ragazzo senza nemmeno voltarsi. Raramente Wonhyuk riusciva a vedere il fratello perdere il suo autocontrollo e quando succedeva la cosa lo faceva tremendamente divertire. Sembrava molto più umano in quei momenti. Anche a Romin scappò una leggera risata sommessa e si rivolse a tutti per non indispettire il principe dei folletti: "Ragazzi, da qui in poi vi chiedo un religioso silenzio. La foresta qui non è come le altre che conoscete, è viva, ci sente. Non facciamola arrabbiare. Siamo quasi arrivati."
Dopo qualche altro minuto passato in silenzio ad ascoltare i suoni della foresta, il gruppo arrivò all'imbocco di un piccolo sentiero e si fermò davanti ad un cartello in legno rovinato e un po' storto.
"Se non sei qui per mio invito, non sei il benvenuto." Lesse ad alta voce Wonhyuk. Romin fece un sorriso e continuò dritto, senza aggiungere nulla. I tre ragazzi lo seguirono, rimanendo sull'attenti.
Poco dopo, si trovarono davanti ad una casetta in legno completamente immersa nel verde: uno dei muri portanti includeva completamente il tronco di un albero secolare, l'ingresso era abbastanza spoglio, se non per le piante di diversi tipi a segnare il sentiero che conduceva alla porta, mentre dal retro sporgeva qualcosa di interessante. Romin si diresse proprio in quella direzione e i ragazzi lo seguirono. Avvicinandosi, notarono che ciò che si intravedeva erano quadri su tela, tutti adagiati sul corrispettivo cavalletto in legno. Appena girato l'angolo cautamente, quello che si palesò davanti agli occhi dei ragazzi fu una quantità enorme di quadri e tele, alcuni sui cavalletti, alcuni poggiati al muro esterno della casa, insieme a diverse statue raffiguranti animali magistralmente intagliate e macchie di colore qua e là. In mezzo ai fiori che decoravano questo scenario c'era un uomo seduto su uno sgabello di legno, con un pennello in mano, intento a dipingere uno di quei quadri. Era un elfo, lo si notava facilmente dalle orecchie che sporgevano dai capelli neri di media lunghezza, ed era vestito con dei pantaloni semplici di velluto e una camicia bianca, con le maniche tirate sulle braccia, stranamente pulita per l'attività nella quale era impegnato. Un paio di farfalle blu gli giravano intorno, ma non sembravano infastidirlo. Non sembrava essersi accorto di loro, non si girò nemmeno, eppure lo sentirono subito dire: "Che volete?"
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𝑩𝒓𝒐𝒕𝒉𝒆𝒓𝒔 | 〈E'LAST Fantasy AU〉
FantasíaQuesta è la storia di due fratelli che vivevano una vita felice, ma monotona, destinati ad intraprendere un viaggio e un' avventura fantastica, insieme ad altri cinque compagni, con l' unico obiettivo di salvare il regno dalla distruzione ed insieme...