Inside me

Capitolo Diciassette.

Maggio 2023. In quell'istante.

Gli uomini entrarono nella penombra del magazzino, uno spinto con forza dall'altro. Rachel, ancora legata e confusa, stentava a capire di chi si trattasse. Le luci deboli dei lampioni, filtrando dalle finestre sporche, gettavano solo una pallida luce che definiva appena i contorni delle figure. La tensione nell'aria era palpabile mentre i due uomini si muovevano nella stanza. Rachel cercò di scrutare i volti, ma l'oscurità giocava a nascondino con i dettagli, mantenendo un velo di mistero sul loro conto. Cole, con uno sguardo che oscillava tra l'autorità e l'oscurità, li osservava silenziosamente. 

Quando il primo uomo alzò lo sguardo, Rachel si pietrificò. Logan, con il viso completamente insanguinato, camminava a passo trascinato e a stento riusciva a reggersi in piedi. La sua figura, un tempo familiare e confortante, ora emanava un'aura di sofferenza e vulnerabilità. Il volto di Logan, solcato da tagli e contusioni, portava i segni evidenti di una lotta cruenta. La stanza sembrava contrarsi intorno a Rachel mentre Logan procedeva verso di lei, quasi come se il peso delle ferite fisiche fosse accompagnato da un carico ancora più pesante di un tormento emotivo. Le luci pallide accentuavano il rosso scuro del sangue che macchiava il suo volto, rendendo la scena ancora più straziante. 

Logan, con le mani legate dietro la schiena da due manette, era visibilmente provato dalla situazione. Il suo volto, sfregiato dalle percosse fisiche ricevute, esprimeva una sofferenza palpabile. Gli occhi, annebbiati dal dolore, a malapena riconobbero Rachel. Logan, un tempo saldo e risoluto, era ora ridotto a una figura debole e malconcia. Le manette che imprigionavano le sue mani erano una testimonianza tangibile della sua impotenza in quel momento.

Rachel scoppiò in un nuovo pianto. Vedere il marito ridotto così, a causa sua, le provocava un dolore immenso, simile a quello che aveva provato alla morte dei genitori. Le lacrime scorrevano lungo il suo viso, trasportando con sé il peso del rimorso e della sofferenza. La visione di Logan, maltrattato e vulnerabile, era come una ferita aperta nel cuore di Rachel. La colpa si annidava nella sua anima, mescolandosi al profondo senso di perdita che aveva già conosciuto nella sua vita.

"Mio Dio, Logan." - sussurrò lei. La voce di Rachel era un sottile filo di suono, come se pronunciare quelle parole fosse un peso troppo grande da sopportare. La sua voce tradiva il dolore e la fragilità che la travagliavano, mentre cercava di comunicare il rimorso e l'angoscia che la tormentavano. 

A quelle parole, Logan riconobbe il suono della voce della moglie e aprì gli occhi gonfi e tumefatti dai lividi e dal sangue. Lo sguardo di Rachel e quello di Logan si incrociarono in un momento carico di significato, un legame fragile ma indelebile che resisteva nonostante le ferite fisiche ed emotive.

"Rachel." - le sorrise. L'atto di sollevare i muscoli del viso sembrava un'impresa titanica, una sfida dolorosa contro le ferite che avevano segnato il suo volto. Nonostante la sofferenza, il sorriso di Logan era un gesto carico di significato, un tentativo di trasmettere a Rachel un raggio di conforto in mezzo all'oscurità che li circondava.

"Che ti hanno fatto." - Rachel strattonò le corde che la tenevano legata, nella speranza di liberarsi. Il suono stridulo delle corde che si sfregavano tra loro riempiva la stanza, mentre la determinazione di Rachel sprigionava una forza silenziosa. - "Che gli avete fatto?" - urlò furiosa contro Cole e l'altro uomo. 

"Avete cinque minuti." - Cole uscì dalla stanza seguito dall'uomo che aveva condotto Logan in quel posto.

Logan, barcollando, riuscì a compiere alcuni passi fino a raggiungere il letto, dove cadde in ginocchio. Il suo corpo martoriato reagiva con fatica all'impegno, ma la determinazione lo spingeva avanti nonostante il dolore. La testa di Logan poggiava vicino al corpo di Rachel che, nonostante le corde che la tenevano ancora prigioniera, cercò di estendere la mano verso Logan. Le dita tremanti sfiorarono lievemente i capelli insanguinati di suo marito, una carezza silenziosa carica di amore e dolore.