𝐓𝐖: pelato
Il freddo della sera portato dal gelido vento invernale scompigliava i lunghi riccioli aurei della ragazza, portandola a socchiudere gli occhi color smeraldo. I pochi passanti di quell'ora la miravano con una certa sorpresa, chiedendosi cosa ci facesse lì una bambinetta così all'apparenza indifesa.
Ebbene ella non era affatto una bambina, né indifesa. La Caposquadra Ellen White, di anni ventuno, camminava con tranquillità per le strade buie della capitale, per una buona volta in abiti civili. Stava tornando con una certa tranquillità al porto, per tornare nel Wall Rose dopo una piccola giornata di gita con il Capitano e la sua assistente, che avevano deciso di tornare prima al quartier generale, causa gli affari dell'uomo che aveva procrastinato nello svolgere.
Abituata ad essere immersa nel rumore, un po' di pace non le guastava. Un viale illuminato dalla luce tenera dei lampioni, giusto qualche passante indiscreto. Sospirò, affacciandosi su un ponte e ammirando la sua Immagine riflessa nell'acqua. Nello specchio del fiume, i suoi capelli parevano un torrentello d'oro, il suo vestito verde un piccolo prato, l'ombra scura dietro di lei il cielo di notte.
Si voltò di scatto appena sentì una brezza calda vicino all'orecchio, simile ad un respiro. L'ombra nera dietro di lei era un uomo, vicino forse alla mezza età. Gli occhi neri scavati come fosse, la scrutavano con un certo ardore. Le mani bianche e fredde le stringevano i polsi.
<<Chi siete?!>> Quella fece per tirargli un calcio, ma lui non si mosse d'un centimetro:<<Che volete?>>
Non rispose. La guardò ancora per qualche secondo.
<<E lasciatemi!>> Provò a ritrarre la mano, ma la sentì come chiusa in una manetta di ferro. L'uomo scosse il capo.
<<State ferma, Ellen.>> La guardò con sufficienza mentre lei spalancava gli occhi.
<<Come...?>>
<<So molte cose. Vi conosco.>> La voce profonda e graffiata dell'uomo la fece rabbrividire. Era forse uno di quei matti che pedinano le bambine e le ragazze? La sua mente andò all'immagine del coltello che aveva nascosto sotto il vestito. Provò a spingerlo via con una gamba, ma ebbe poco successo, anzi, all'altro parve fare piacere.
<<Non v'agitate.>> Sorrise, guardando la gamba della giovane donna, che la ritrasse quasi d'istinto:<<Non voglio farvi alcun male. Solo qualche domanda, tutto qui.>>
<<E allora perché mi tenete ferma? Se voi volesse solo conversare, forse saremmo in qualche locale! Non di certo così...!>>
<<Suvvia, non fate la bambina viziata.>> Lo disse con tono di rimprovero, facendola rabbrividire di disgusto una seconda volta:<<Cos'è, pretendete che tutti abbiano la possibilità di portare una bella donna a cena?>>
<<Uno come voi no di sicuro...>> Diresse lo sguardo alla vasta area di capelli mancanti.
<<Ebbene ora lasciatevi fare queste domande. Vi prometto che vi farò andare via.>> Ignorò il suo commento.
La bionda lo guardò con una certa diffidenza, ma le parve l'unico modo per uscire da quella situazione:<<Voglio farvi anch'io delle domande, però.>>
L'uomo la guardò stupito, poi annuì:<<Una domanda cadauno, allora.>>
<<Chi siete?>> Domandò per prima.
<<Mi chiamo Claude. Claude Frollo.>> Il nome non le disse niente.
<<E...>>
<<Ferma, ora è il mio turno.>> Di schiarì la voce:<<Conoscete una certa Ginevra. Non è vero?>>
Ellen alzò un sopracciglio. Ginevra! Ginevra Willard! La persona più tranquilla che conoscesse...! Che aveva a che fare con lui?
<<Non la conosco.>>
<<Bugiarda.>> Strinse le mani intorno ai suoi polsi.
<<Che volete da questa Ginevra?>> Domandò, cercando di allontanare il viso da quello dell'uomo, che si faceva sempre più vicino.
Vide schizzare negli occhi dell'uomo un lampo di qualcosa di indefinito, di terribile. Si fece cupo, allentando la presa:<<La voglio.>>
Delle gocce di sudore caddero dalla fronte della giovane. La voleva?
<<Conoscete un certo Levi, di persona e non di fama?>>
<<No.>> Ripeté.
<<Mentire è peccato.>> Le graffiò il polso a forza di stringerlo. Lei fece finta di non provare alcun dolore.
<<Perché volete la ragazza?>>
<<Perché è mia. Perché è andata via e io la rivoglio indietro com'è giusto che sia.>>
<<Siete un pervertito.>>
<<Non sta a voi decidere cosa sono.>> Non cedette alla provocazione:<<In che rapporti è, Ginevra Willard, con il capitano?>>
<<È la sua assistente.>>
<<Poi?>> Digrignò i denti.
<<Una sola domanda.>>
Fece per risponderle, poi tacque.
<<Perché la ragazza è vostra?>>
<<Perché io la amo. E sono sicuro che lei mi ama.>>
<<Non ha mai parlato di voi.>>
<<Mi reputa una vergogna, suppongo.>> Non parve scosso dalla sua stessa affermazione:<<Ora, oltre ad essere la sua assistente, la ragazza ha altri tipi di rapporti con il capitano?>>
<<No, se intende una relazione.>> Scosse il capo:<<Il Capitano è il mio compagno.>> Non era vero, ma parve convincente. Questa volta Claude annuì.
<<Bene così.>> Sorrise:<<Grazie per il vostro tempo, Ellen.>> La lasciò andare, sistemandole il cappello che era leggermente caduto.
Lei lo guardò attonita, meravigliata dall'improvviso cambio d'umore. Lo guardò girare i tacchi e fare qualche passo via da lei, per poi girarsi di nuovo:<<Comunque, avete degli occhi bellissimi. Se ne vedono pochi di uno smeraldo così intenso.>> Poi sparì.
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Blud trying to not harrass women (fail) 🤓