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Lee

Apro gli occhi, confusa, insonnolita, sfatta e dolorante.

La notte appena trascorsa non è stata semplice, Caius aveva ragione, non credo di aver dormito per più di due ore...

Mi volto verso la mia sinistra ma lui non c'è, invece sento un profilo di latte e caffè arrivare dalla cucina.

Mi sollevo a sedere stirando i muscoli del mio corpo e rendendomi conto per bene di quanto realmente siano indolenziti.
Metto un piede un piede sul pavimento freddo e poi l'altro, lasciando che un brivido mi accarezzi la pelle...

Indosso la camicia di Caius, mentre mi dirigo in cucina.

Caius è di spalle, intenzionato a prepararmi la colazione. Indossa un pantalone ed è a torso nudo.
Inutile dire che sia da togliere il fiato...

<< Buongiorno, Marmocchia. >> Annuncia mentre continua a restare girato.

Mi avvicino a lui con passo calmo, per poi avvolgergli le mani attorno al bacino, baciandogli la schiena fredda e marmorea.
<< Buongiorno. >> la mia voce risulta ancora impastata dal sonno.

<< Dormito bene? >> Mi chiede, ironico.

Lo guardo di traverso mentre prendo posto a sedere alla penisola in cucina.
<< Dormito mi sembra un termine esagerato Caius. >> Sorrido quando lui finalmente si volta a guardarmi.

Mi squadra con quegli occhi rossi, non perdendosi nemmeno un centimetro di pelle.

<< Quindi vuol dire che sono perdonato per il mio comportamento di ieri sera? >> Chiede, malizioso.

Annuisco sorridendo mentre lui mi porta davanti una tazza di latte caffè con tanto di schiuma, e una ciambella zuccherata.

<< Mangia. >> Ordina, dittatoriale.

Inizio a mangiare la mia colazione sotto il suo sguardo indagatore, che mi mette ancora in soggezione.
<< Quando vai via? >> Gli domando, sentendo già il peso insostenibile della sua mancanza, nonostante sia qui, accanto a me. Pelle su pelle, cuore contro cuore...

Mai, non andartene mai.

<< Partirò questa sera, avrei voluto intrattenermi fino a domani. Ma sono stata richiamato. >>

Abbasso gli occhi annuendo mentre una scarica di tristezza mi avvolge la schiena e mi fa cambiare l'espressione facciale.
Adoro quando lui è qui, ma il momento in cui va via è devastante. E a volte non faccio che piangere per ore dopo averlo salutato.
Mi sono abituata a stare lontana da casa, lontana dalla mia migliore amica, da mia madre perfino, eppure non sono mai riuscita a tagliare questo cordone da lui. La sua lontananza è il mio oblio...

<< Ehi... >> Sussurra ad un millimetro del mio viso, mentre me lo prende fra le mani, e mi scosta i capelli dalla faccia.
<< La settimana prossima ci vediamo per la festa di Sara. Non essere triste. >> Sussurra baciandomi la punta del naso. << La tristezza ti sta così male addosso... >>

Un sorriso lascivo incurva le mie labbra che subito dopo unisco alle sue, in un bacio talmente disperato da farmi sentire lo stomaco aggrovigliarsi e la vena sul collo pulsare.

Sotto Tormento 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora