La donna si sentiva totalmente stordita e le era scoppiato all'improvviso un forte mal di testa. Provò ad aprire gli occhi ma fu costretta a richiuderli subito dopo a causa di una forte luce accecante bianca che si estendeva intorno a lei. Cercò di abituarsi a quella luce sbattendo piano le palpebre, domandandosi dove diavolo si trovasse.
L'ultima cosa che ricordava era la missione in ospedale, la maledizione, l'espressione preoccupata di Gojo. Poi i suoi occhi azzurri, la sensazione di smarrimento e infine il nulla più assoluto.
Satoru.
Doveva assolutamente tornare da lui. Quando si abituò a quella forte luce riuscì a guardarsi intorno per capire dove fosse ma intorno a lei si estendeva solo la fastidiosa luce bianca, era per caso morta?<Ma dove cavolo mi trovo?>
<Finalmente ci incontriamo, è un piacere conoscerti Kia> era la voce di una donna quella che sentiva alle proprie spalle e che la face sobbalzare, anche se non sembrava minacciosa ma piuttosto dolce. Kia si girò lentamente verso quella sconosciuta che la stava osservando accennando un dolce sorriso.
Era una donna minuta ma bellissima, con dei lunghi capelli neri legati in una specie di chignon, degli occhi bellissimi che sembravano di colore viola e indossava un kimono con stampi di fiori di ciliegio. Per quanto non incutesse alcun timore, Kia non riusciva però ad essere del tutto tranquilla, non capiva chi fosse e cosa volesse da lei.
<Chi sei? Dove mi trovo?><Tranquilla, non sono una minaccia. Volevo solo parlare con te, poi potrai tornare da Gojo> disse accennando un sorriso quando pronunciò quel nome e i suoi occhi si illuminarono, Kia lo notò subito anche se era ancora estremamente confusa.
<Lo conosci?> chiese con un tono curioso alzandosi da terra per avvicinarsi quanto possibile alla figura della donna davanti a lei.<Non il tuo Gojo, ne conoscevo un altro tanto tempo fa.> Kia non ci stava capendo più niente, la testa le scoppiava e le parole criptiche della donna non aiutavano per nulla.
<Chi sei? E perché volevi parlare con me?>
<Perché sono una tua antenata, Kia. Un tempo ero uno stregone come te, con la tua stessa tecnica e anche la tua stessa maledizione.>Se possibile Kia si sentì ancora più confusa di prima. Non avendo mai avuto una vera e propria famiglia, non conosceva per nulla le origini della propria maledizione e non poteva di certo immaginare che fosse un fardello ereditato da qualcun altro prima di lei.
<Avevi ereditato anche tu la maledizione? Sei riuscita a liberartene?> aveva così tante domande da rivolgere a quella sconosciuta, non poteva crederci che fosse esistito qualcun altro che avesse ereditato la sua stessa disgrazia.<Non sei stata l'unica, la nostra stirpe è stata colpita da questa maledizione tanto tempo fa e io ero tra questi, sono stata aiutata da uno stregone a modificarla in parte. Avrei potuto spezzarla ma non ci sono riuscita in tempo, tu invece Kia-chan puoi riuscire dove io ho fallito, puoi liberarti della maledizione definitivamente>
La donna stava cercando di metabolizzare cosa le era stato appena detto, aveva ricevuto troppe informazioni tutte insieme e non riusciva a tenere il passo a tutte notizie.
Modificarla in parte?
Aiutata da uno stregone?Erano veramente troppe le domande che affollavano la sua testa in quel momento ma sentiva che dentro di lei stava emergendo di nuovo un sentimento che con il tempo aveva pian piano abbandonato: la speranza di potersi liberare di quel fardello che si portava dietro da tutta la vita e di riuscire a vivere una vita normale.
<Come posso riuscirci? Chi era lo stregone che ti ha aiutato?> La donna misteriosa fece per rispondere ma stava pian piano scomparendo via dalla sua vista e la sua immagine diventava sempre più sfocata.
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INFINITY - Gojo Satoru
FanfictionKia Saimori è cresciuta in un modo diverso rispetto a tutti gli altri stregoni del Jujutsu; una maledizione che da secoli ha colpito la sua famiglia le impedisce di avvicinarsi alle altre persone e di toccarle. Non conosce la sensazione di ricevere...