sette. ci siamo riusciti di nuovo

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Davide e Gianluca, Bergamo (casa di Gianluca)

La sveglia impostata sul telefono suona, i due ragazzi sobbalzano e Davide si tira su a sedere, passandosi una mano fra i capelli biondi scompigliati.

Gianluca emette una specie di brontolio, rigirandosi dall'altra parte e mugugnando qualcosa di simile a "è troppo presto".

Il più piccolo sorride, Gianluca fa sempre così da quando si sono conosciuti e di solito gli tocca svegliarlo con la forza. Stamattina, però, è davvero presto ma non ha potuto evitarlo, avendo il treno per Milano da non poter assolutamente perdere.

-E' il prezzo da pagare per avermi avuto qui con te tutto il pomeriggio e tutta la notte- replica infatti, sporgendosi con la testa sopra il corpo di Gianluca per incrociare il suo sguardo assonnato e fargli un occhiolino.

-Ne è valsa la pena, infatti- borbotta l'altro -grazie di essere venuto-

-Me l'hai già detto cento volte-

-Te lo ridirei altre duecento-

Davide sospira, ridendo, e abbraccia il moro, che sbuffa fintamente infastidito.

-Dai, dobbiamo proprio alzarci- non sa nemmeno lui dove trova la forza d'animo per dire una cosa del genere, quando resterebbe volentieri in quel letto per due settimane senza mai alzarsi.

-Altri cinque minuti...- pigola Gianluca

-Assolutamente no, la situazione degenererebbe-

-Hai ragione- ridacchia il maggiore come uno scemo

-Comunque devo dire che l'abbiamo sistemata bene questa casetta, eh- osserva Davide, alzandosi controvoglia dal letto, rimpiangendone immediatamente il calore, ed iniziando a vestirsi già con il completo d'allenamento nerazzurro.

Il giorno prima, infatti, si erano dedicati alla sistemazione dell'appartamento, scambiandosi qualche bacio di tanto in tanto.

Avevano appeso foto di loro due insieme, da quelle in cui avevano sette anni alle ultime scattate durante le vacanze estive.

Avevano affisso al muro le due magliette del Sassuolo 16 e 91, che consideravano ormai come una sorta di portafortuna. Davide ne aveva due identiche a Milano.

-Già- replica l'attaccante, senza tuttavia smuoversi dal groviglio di coperte e lenzuola -comunque, ho pensato ad una cosa-

-Illuminami- il sarcasmo di Davide sempre presente

-Che ora giochiamo entrambi in maglia nerazzurra, che obbrobrio- esclama Gianluca come se avesse espresso un'illuminante considerazione, cosa che Davide non manca di fargli notare immediatamente.

-Ma sei veramente un genio, amore mio-

-Ci vai da solo alla stazione, te lo dico- ribatte l'altro, immediatamente offeso -io pensavo di aver detto una cosa romantica-

-Era molto romantica, mi ha fatto ridere il tono trionfante con cui l'hai detto- lo rassicura il biondo -e, comunque, non ci credo che vuoi sprecare quest'ultima oretta che puoi passare con me-

-No, infatti ora mi alzo-

-Ecco, bravo, io intanto arrangio una colazione-

-Ottimo, arrivo-

Davide esce dalla stanza e si avvia verso la cucina, dove si accinge a tostare delle fette di pane, unico alimento che Gianluca si è degnato di acquistare.

Una volta abbrustolite, ci mette l'olio ed il sale, secondo quanto diceva il loro nutrizionista a Sassuolo, che li incitava a mangiare bruschette con l'olio per avere più energie.

Dopo relativamente poco, Gianluca fa il suo ingresso nella cucina, osservando con occhi innamorati Davide che lo aspetta con il "cibo" pronto.

Si avvicina alla sua sedia, gli lascia un bacio tra i capelli biondi come il peggior clichè che anni fa avrebbe provato ribrezzo anche solo ad immaginare, e si siede difronte a lui, iniziando a mangiare.

Una volta finito abbandonano i due piattini nel lavandino (ci penserà più tardi Gianluca, o almeno Davide lo spera), si lavano i denti ed il centrocampista prende il suo zaino.

-Comunque, se ci pensi, è incredibile- dice ad un certo punto il biondo, fermo sulla soglia.

-Cosa?- domanda perplesso l'altro

-E' incredibile, ci siamo riusciti di nuovo-

-A fare cosa?-

-A ritrovarci, a stare vicini, nonostante tutto-

Gianluca si sente arrossire e si affretta a dargli ragione

-Insieme, come sempre, ti ricordi?-

-Certo che mi ricordo- asserisce il biondo, chiudendosi la porta alle spalle ed incamminandosi per l'androne. Gianluca lo segue.


Mentre sono in macchina, con l'attaccante alla guida, Davide si trova a pensare a quanto questa situazione gli ricordi, a parti inverse, quella dell'anno precedente, quando si erano rivisti e fidanzati ufficialmente in Nazionale dopo due mesi separati e poi lui aveva accompagnato Gianluca in aeroporto a prendere l'aereo per Londra.

Scendendo ed entrando nella stazione quasi deserta, però, realizza come la separazione di oggi sia molto meno dolorosa, e tanto più dolce, perché cela la promessa, e soprattutto la concreta possibilità, di rivedersi presto.

Da oggi inizia la loro seconda nuova vita insieme, da oggi hanno la possibilità e la libertà, soprattutto, di vedersi quando vogliono, di farsi a vicenda tutte le sorprese di questo mondo, di farsi dedicare gol in uno stadio o nell'altro.

Di tornare a stare insieme, come hanno sempre fatto (e quest'ultimo anno separati ha dimostrato che, appunto, loro distanti non ci possono stare).

-So quello che stai pensando- mormora Gianluca

-Come sempre- si limita ad annuire Davide, conscio che è così, ed è sempre stato così.

I due raggiungono il treno Frecciarossa, Gianluca si avvicina a Davide, stampandogli un rapido bacio e dicendogli

-Ci vediamo il quattro novembre al Gewiss Stadium, preparati, perché non avrò pietà di te- ridacchia

-Anche prima, si spera-

-Certo, anche prima-

-Ti amo, buon inizio-

-Anche io, ci vediamo presto-


Dopo un ultimo bacio Davide sale sul treno, rimanendo affacciato finchè non viene annunciata la partenza, e può quasi giurare di aver visto una lacrima solcare i lineamenti decisi del bel volto del moro.

Ma stavolta non c'è da piangere, perché tutto ha ricominciato a funzionare.

due romani in Lombardia || Scamacca x FrattesiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora