STAZIONE

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Il rombo del treno mi esplodeva nella testa. Ero in ritardo. Quanto mancava alla stazione? Cercai di correre più veloce, i muscoli che mi bruciavano. Com'era possibile che un Malfoy fosse ridotto così? Era...

Inciampai. Una buca sul marciapiede. Persi l'equilibrio, imprecai, mi aggrappai a un lampione.

Risate. Fulminai con lo sguardo i due Babbani che ridevano della mia disavventura. -Lo sapete che potrei trasformarvi in rospi se solo volessi-

Un ragazzino con i capelli neri a spazzola mi mostrò il dito medio.

-Ringraziate che ho tempo- mi rimisi a correre, i polmoni che mi facevano male, ogni respiro un'agonia.

Potrebbe essere già partita.

Il pensarlo mi diede la nausea. Lei e la sua maledetta idea di finire l'ultimo anno a Hogwarts. Secchiona. Ma che problemi aveva? Non rinunciava mai. E io non potevo rinunciare a lei. Il respiro mi usciva affannoso. Ed ero madido di sudore. Feci una smorfia. La stazione comparve svoltato l'angolo. Babbani che trascinavano enormi valige, desiderosi d'intraprendere stupidi viaggi. Imprecai, rischiai di essere investito, diedi il pugno al cofano di un'automobile.

-Guarda dove vai- mi urlò il proprietario.

Non avevo tempo per una rissa. Ripresi la mia corsa. I ricordi del passato mi sommergevano. Le mille occasioni in cui ero stato lì. I miei sentimenti per la Granger. Sempre diversi, mutevoli come serpenti che cambiavano pelle. La rividi bambina, la determinazione nello sguardo castano. Ragazzina, che salutava Potter e Weasley, ignorando me. Quasi donna, tanto bella che il respiro mi era rimasto incastrato in gola.

Il binario 9 e ¾. Il cuore perse un battito. Due. Tre. E se il treno fosse già partito? Ho aspettato troppo.

Draco Malfoy non era il tipo che faceva queste cose. Non era lo sfigato che corre dietro al treno in partenza per fermare una Mezzosangue. Un Malfoy non si rende ridicolo. Perché da quando ho incontrato lei... le cose hanno preso una piega diversa.

Mi lanciai contro il muro. Tutta colpa della Granger. Era lei che mi aveva fatto diventare così... rammollito? Era... sbagliato?

La banchina era piena di adulti. Genitori, compresi con una stretta allo stomaco. Non si vedevano gli studenti. Erano saliti? Mi diressi verso il treno. Se fosse partito mentre ero sopra... beh, avremmo avuto parecchio tempo per parlare. Mi feci strada a gomitate.

Qualcuno m'insultò. Proseguii a testa bassa, il cuore che mi rimbombava nel petto. Solo qualche passo. Ce l'avevo quasi fatta. Era... il treno mi sfrecciò davanti. L'imprecazione mi esplose tra le labbra. Non avrei permesso alla mia vita di sfuggirmi davanti. Il pensiero mi folgorò. Barcollai, le gambe all'improvviso troppo instabili. Era la Granger la mia vita? Quella ragazza che avevo disprezzato per anni? Che non avevo mai considerato abbastanza per me, ma dalla quale non ero mai riuscito a stare distante? L'altra metà di una storia che mi diventava chiara solo adesso.

Le ginocchia non ressero. Mi sembrava di essere stato folgorato da un fulmine, l'elettricità che mi percorreva tutto il corpo. Ogni cellula. Tremai. Faceva male. Avevo un pugnale invisibile nella pancia.  Perché era doloroso sapere di essere così legato a lei.

-Che fai inginocchiato per terra, Malfoy?-

Tutto si fermò. -Granger?- se mi fossi voltato l'avrei vista? Oppure era solo uno scherzo della mia mente? Mi alzai, le gambe che a malapena mi reggevano.

-Forse avresti preferito un'altra?- pungente come un ago.

Mai. Avevo compreso che stare con Hermione era naturale. Come respirare. Deglutii. La gola mi bruciava. Ammetterlo a voce alta non sarebbe stato semplice. La Granger, come sempre, colpì dritto al cuore e lo fece sanguinare.

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