NON TENERMI A DISTANZA

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Draco mi camminava davanti, le mani che affondavano nelle tasche. Sui capelli biondi si rifletteva la luce dei lampioni. Sembrava che la sua chioma cambiasse colore ogni istante. Una specie di caleidoscopio. Mi sforzai d'ignorare la stretta allo stomaco. L'asfalto scricchiolava sotto i suoi passi.

Il tragitto era stato fatto di silenzio e dubbi. Sospettavo che Draco non volesse parlarmi. La cosa, chissà perché, mi feriva. Era un pensiero sciocco. Perché avrebbe dovuto ferirmi? Tra noi due non c'era nulla. Era una cosa che non dovevo dimenticare.

-Vieni- Draco prese una via laterale. Lo seguii, le suole che battevano contro il marciapiede. Avevo il cuore che mi batteva all'impazzata nel petto. Cosa stavo facendo? Sapevo che avrei dovuto andare via. Avevo sentito molte voci su Draco da quando... dalla battaglia finale, quella in cui Harry aveva sconfitto Voldemort. Qualcuno diceva che Draco fosse impazzito, che non era più lo stesso.

Non può essere vero, lui non è pazzo.

Draco si fermò davanti a una parete di mattoni rovinati. Sollevò una mano e la premette contro. -Sei sicura che vuoi seguirmi?-

-Sono qua, no?- lo avrei seguito comunque, anche se mi avesse detto di andarmene.

-Sei qua- una conferma tra le sue labbra. Un sospiro. -Spero solo che non te ne penta- e posò la mano aperta sul muro. Uno scricchiolio. Una crepa attraversò i mattoni e si spalancò. Era una porta.

-È qui che stai?-

Fece spallucce ed entrò nel buco che si era creato nel muro.

Testone.

Lo seguii, un formicolio che mi percorreva la pelle. Non...

Qualcosa di appiccicoso mi schiaffeggiò. Sollevai le mani per pararmi, il cuore balzato in gola, un urlo sulle labbra. Una ragnatela. Serrai le labbra, un brivido che mi graffiava la schiena.

-Questa è casa tua?-

-Il posto in cui sto- fece spallucce.

Mi guardai intorno, l'ingresso che si chiudeva con un cigolio. Le pareti erano scrostate. Era trasandato. Non sembrava un posto abitato. Non sembrava il posto in cui abitava Draco. Al contrario. Sembrava un posto disabitato. Un luogo in cui non avrebbe abitato nessuno.

-Qui ci si potrebbe ambientare un film horror- mormorai.

-Non è di tuo gradimento?- un velo di sarcasmo. Mi faceva venir voglia di afferrarlo per le spalle e scuoterlo quando faceva così. Chi era il Draco che avevo davanti? Non quello di un tempo, non il ragazzino viziato che conoscevo, ma nemmeno l'uomo che sembrava essere diventato durante la battaglia.

-Cosa sta succedendo, Draco?-

-Perché dovrebbe succedere qualcosa?- non si voltò. Se ne stava lì, dandomi le spalle, il corpo teso di chi si prepara a correre.

-Cosa sta succedendo?- volevo una risposta. Avevo diritto a una risposta.

Draco grugnì qualcosa che non compresi.

-Non farlo- un mormorio che assomigliava a una preghiera.

-Cosa?- ringhiò.

-Non mi tenere a distanza-

-Non ti sto tenendo a distanza- Draco sbuffò.

-Invece è proprio quello che stai facendo e non capisco perché, non ce n'è motivo- incrociai le braccia.

-Sapessi Hermione, un motivo si trova per tutto- s'immobilizzò, quasi si fosse reso conto di aver fatto un enorme errore.

-Che vuoi dire?-

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