Quarantadue minuti. Luxus li stava contando.
Erano passati quarantadue minuti da quando Mirajane aveva deciso di monopolizzare il bagno.
Nessuna donna in vita sua lo aveva mai fatto aspettare così tanto.
Sospiró, accendendo un sigaro e sedendosi su una sedia sul balcone.
Non che avesse un particolare bisogno fisiologico di andare in bagno, ma il solo fatto di non poterci entrare a suo piacimento era già, nella sua logica, una grande limitazione.
Si tolse per un attimo le cuffie, fermando la musica a metà di Highway to Hell, degli AC/DC.
Erano ormai le tre di pomeriggio e la festa sarebbe cominciata alle cinque, senza contare che, sicuramente, quella dannata donna del take over avrebbe voluto scendere in anticipo per dare una mano con i preparativi. In quel caso, il biondo aveva già deciso che sarebbe stato in camera a finire di ascoltare la sua amata playlist con un boccale di birra in mano.
"Luxus!"
Il biondo si voltò, dondolandosi sulla sedia per sbirciare all'interno della camera. La porta del bagno era ancora chiusa.
"Che vuoi?" fece, soffiando del fumo dalla bocca. Si rese conto di aver usato un tono piuttosto aggressivo, più di quanto volesse.
A quanto parve, la ragazza era così abituata a quei suoi modi bruschi da non farci nemmeno caso.
"Mi servirebbe una mano. Puoi venire?"
Il biondo guardó il sigaro che teneva tra le dita: dannazione, l'aveva appena acceso...
Lo spense nel portacenere e lo lasció lì, mentre esalava gli ultimi fumi grigi. Si alzó e, senza chiedere permesso, aprí la porta del bagno. Mirajane era in piedi, davanti alla specchio, mentre si teneva alcune ciocche di capelli con le dita.
Luxus non la guardó subito in volto. Una salvietta bianca le avvolgeva il corpo dal petto fino alle ginocchia, e le spalle, che lei lasciava spesso scoperte usando vestiti o canotte, erano leggermente rosse per il sole preso in quei giorni.
"Sei capace di fare le trecce, Luxus? Da sola non riesco molto bene" fece lei, sollevando lo sguardo per incontrare i suoi occhi.
In realtà, Mira non avrebbe mai pensato di chiedere ad un tipo come Luxus di farle un'acconciatura perché, oltre ai gusti discutibili in fatto di vestiti, non lo reputava un uomo propriamente delicato o bravo nei lavori manuali.
Ma, purtroppo, lei non aveva mai imparato a farsi la treccia da sola e questa le pareva l'unica soluzione per sistemarsi i capelli in modo elegante.
"Mhm mhm" disse il biondo, cogliendola di sorpresa.
"Davvero? E da chi hai imparato?"
Lui scolló le spalle "Da Ever" disse solamente.
Mira non rispose, ma era contenta che il commando del Dio del fulmine gli avesse insegnato qualcosa di così carino. Gli chiese di prendere un sedia dalla camera, per poter sedersi e facilitare il lavoro a entrambi.
Quando Luxus gliela portó, lei si mise comoda davanti al lavandino, per poter guardarsi allo specchio.
L'uomo cominció a dividere i ciuffi della donna, il più delicamente possibile, quando dei ricordi gli riaffiorarono nella mente. Questa volta la persona davanti a lui aveva capelli un po' più corti ed erano bianchi, non verdi.
"In realtà... è stato Freed" ammise.
Mira sorrise, consapevole fin da subito della bugia di poco prima.
"Ti chiede spesso di fargli la treccia?"
"A volte" fece lui, distrattamente.
La ragazza lo guardò attraverso lo specchio: aveva lo sguardo piuttosto concentrato ed un'espressione corrucciata in volto, come se stesse cercando di ricordare come muovere le dita. Mira lo trovava un po' buffo, con quelle mani grandi e callose che provavano a tenere insieme le tre ciocche di capelli.
Dal canto suo, Luxus sentí una goccia di sudore scendegli dalla fronte: il vapore acqueo presente nel bagno e la bellezza della ragazza davanti a lui erano due elementi che, uniti, lo rendevano piuttosto caloroso. Pensò di arrotolarsi le maniche della camicia sopra gli avambracci, ma aveva entrambe le mani impegnate.
Quando arrivó alla fine della treccia, sfioró con le dita le clavicole nude della donna, rilasciando involontariamente una piccola scossa elettrica. Lei sussultó, raddrizzando la schiena.
Luxus non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma trovó la cosa estremamente eccitante. Lo fece di nuovo, un po' più forte, stavolta con la vera intenzione di darle fastidio.
"Ahia! Luxus!"
Il biondo inarcó un sopracciglio e guardò la ragazza, lasciando che un ghigno gli si formasse all'angolo della bocca.
"Sei tremendo" commentó lei, scuotendo la testa e tornando a guardare dritta lo specchio di fronte.
Il fatto che Luxus fosse cambiato molto dopo il suo ritorno dall'esilio era sotto gli occhi di tutti, ma Mira percepiva, a volte, ancora una gran voglia di prenderlo a pugni, come quando lei era ancora una tredicenne ribelle e lui appena diciottenne.
"Ti va bene?" chiese il biondo, facendo un passo indietro.
La maga voltó la testa più volte e si toccó i capelli, per controllare se la treccia fosse effettivamente dritta e compatta. Sorprendentemente, non ci trovó nulla di sbagliato.
"Wow, ma sei bravissimo! E chi l'avrebbe mai detto... grazie, Luxus"
L'uomo guardó altrove, come se volesse rinnegare di essere l'autore di quell'acconciatura.
"Non dirlo a nessuno" bofonchió, a bassa voce, facendo sorridere l'albina.
Luxus fece per andarsene dal bagno, quando Mira lo richiamó indietro.
"Che c'è ancora?"
"Secondo te, cosa mi dovrei mettere?"
L'uomo rimase immobile, sorpreso e allo stesso tempo irritato dal fatto che una certa persona gli stesse impedendo, ancora, di tornare a fumare il suo sigaro in santa pace.
"Eh?" fece, alzando un sopracciglio.
In effetti, Mira non era sicura di voler ricevere un consiglio proprio da Luxus... sarebbe stato capace di farle indossare un vestito rosso con una giacca marrone, o della pelliccia nera con una gonna leopardata. No, grazie.
Però, per qualche strano motivo, voleva vestirsi in un modo che a lui piacesse. Voleva che Luxus la guardasse come uno di quegli uomini che le correvano dietro e che le facevano i complimenti per i capelli, gli occhi o il vestito.
"Dici che dovrei truccarmi molto? Non so che rossetto mettere, e poi il vestito... ne ho portati due e non so quale scegliere" cominciò, ignorando la smorfia sul volto del biondo.
"Quello blu scuro" fece lui, spiccio.
Dall'espressione annoiata di Luxus, la maga pensó che fosse una risposta precaria, buttata lí senza pensarci molto, solo per liquidare la questione alla svelta.
"E il trucco?" domandó, a voce più bassa. Nonostante conoscesse ormai da anni come era fatto Luxus, era rimasta un po' delusa da tanta freddezza.
"Non lo so, non mi interessano certe cose" fece l'altro, uscendo dal bagno e lasciando la ragazza a sbrigare la faccenda da sola.
Ciò che il biondo voleva dire era che non era bravo a notare certi particolari. Inoltre, a suo avviso, Mira non aveva bisogno di matite o lucidalabbra per essere bella.
"Sei sempre il solito" sentí dire da dietro la porta.
Il biondo ingnorò quelle parole, come faceva con tutti i commenti che non gradiva. Tornó sul balcone e si riaccese il sigaro, portandoselo alla bocca e inspirando una grande quantità di fumo.
Passarono alcuni minuti, poi Mira tornó in camera. Era ancora coperta dalla salvietta, ma Luxus notò le spalline trasparenti del reggiseno, segno che aveva indossato la biancheria intima.
La ragazza prese il vestito blu dalla valigia, decisa a seguire il consiglio del biondo, mentre quest'ultimo continuava a fissarla, sporgendo la testa dentro la camera.
La maga lasció cadere la salvietta ai propri piedi, convinta che nessuno la stesse guardando.
Luxus inspiró un'altra boccata di fumo, non riuscendo a distogliere gli occhi da ciò che gli veniva offerto. Si era sempre considerato un gentiluomo, dopotutto, ed era fermamente convinto di dover rimanere tale, ma quella donna era una vera e propria calamita. La ragazzina insolente che qualche anno prima lo infastidiva si era trasformata in una giovane donna, dagli occhioni brillanti e dalle forme perfette.
"So che mi stai fissando" disse lei ad un certo punto, mentre indossava il vestito. Quando si voltó, Luxus aveva sulle labbra un sorrisetto poco rassicurante. Lo guardò per un momento e notò nei suoi occhi la stessa luce, un po' maligna, che gli aveva visto prima della sua espulsione dalla gilda, durante la battaglia di Fairy Tail.
Non se ne preoccupó troppo; al contrario, era quasi compiaciuta nel sapere che era stata proprio lei a causargli quell'espressione. Sentiva i suoi occhi bramosi addosso al proprio corpo e, anche se la cosa avrebbe dovuto farla sentire a disagio, non gli dava poi così fastidio.
"Me lo allacci dietro?" gli chiese, avvicinandosi a lui e dandogli la schiena.
Il biondo tolse i piedi dal tavolino e si ficcó il sigaro all'angolo della bocca, per avere entrambi le mani libere. Prese i due lembi della cintura di stoffa e li tiró fortemente, trascinandosi l'albina più vicino.
Fece un semplice fiocco, non troppo largo e non troppo stretto, e finse di sistemarle il vestito sulle gambe, sfiorandole le cosce di proposito.
Lei sorrise, un po' rossa in volto "Non avevi detto che avresti fatto il bravo?"
Non potendo parlare, avendo il sigaro tra le labbra, l'uomo fece un grugnito, che Mira interpretó come un verso di disaccordo.
"Dai Luxus, comincia anche tu a prepar -"
"So badare a me stesso" la interruppe lui, soffiando altro fumo dalle labbra.
"...e smettila con questa robaccia" aggiunse la maga, rubandogli il sigaro dalla bocca. Avrebbe voluto spezzarlo a metà, ma l'ira di Luxus sarebbe stata incontenibile e l'ultima cosa che voleva era che un altro mago di Fairy Tail distruggesse un altro palazzo in un'altra cittá.
Non volendo sprecare il mezzo sigaro che ne restava, il biondo lo strappó dalle mani della maga e si alzò, rassegnato: "Va bene, ho capito, mi cambio"
La ragazza trattenne una risata: a volte lo trovava ancora un diciottenne impertinente, capace di mettere un semplice muso per questioni importanti o andare su tutte le furie per una bazzecola.
Passata un'altra mezz'ora, erano entrambi pronti per recarsi nella sala principale del palazzo.
"Mira, ti ho detto che è presto" si lamentó Luxus, sistemandosi il colletto del gilet bianco che aveva comprato qualche ora prima.
La maga si fermò agli ultimi gradini, voltandosi per guardare il compagno, ancora in cima alle scale: "Non è vero, mancano venti minuti" fece, lisciandosi il vestito.
"E io cosa ho detto?"
"Luxus, il signor Akira ci ospita qui gratuitamente e ci tiene molto a questa festa. Il minimo che possiamo fare è dare una mano con i preparativi"
"Appunto, ci ospita" ribatté lui, marcando l'ultima parola "Siamo solo ospiti, non sei al bar della gilda"
Mira sbuffó, seccata che, per l'ennesima volta, Luxus avesse ascoltato solo cioè che gli faceva comodo.
Quando arrivarono in fondo alle scale, il signor Akira li raggiunse. Li salutó con allegria e si complimentò per l'eleganza.
Luxus si guardó in giro. C'era già troppa gente per i suoi gusti. Una cameriera era intenta a sistemare dei bicchiere su un lungo tavolo al centro della sala, ma appenò lo vide, lo squadró da capo a piedi, distrandosi e facendo cadere il vassoio vuoto.
L'uomo sbuffò, ignorando la donna che cercava di salutarlo.
Sarebbe stata una luuuunga serata.
STAI LEGGENDO
Special Guests ~ miraxus fanfiction
FanfictionCosa succede quando un ricco ed eccentrico signore di una città poco lontana da Magnolia richiede urgentemente la presenza del potente drago del fulmine e della bella maga del take-over? Tra abiti eleganti, skin care, balli, gelosia e qualche drink...