Capitolo 2

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Quando la notte precedente ho chiuso gli occhi per addormentarti, speravo di riaprirli e trovarmi in un altro posto.
Tuttavia questo desiderio è incubato ancora dentro una bolla chiamata "speranza".
Secondo giorno qui.
A torturarmi ancora con le stesse domande, senza però trovare una risposta.
Cerco ogni istante di sforzarmi a ricordare qualcosa, ma il mio tentativo fallisce sempre.
Forse è ancora troppo presto.
E il recupero della memoria è una cosa che richiede tempo.
Ma... quanto tempo?
Quando gli infermieri mi passano il cibo in un vassoio, lo afferro con entrambe le mani, e quando mi volto per cercare dei tavoli liberi, scorgo Ariadne.
Il suo volto è abbassato, mentre con le sue dita delicate stringe la forchetta che però non fa altro che rigirarsi tra le dita.
Avanzo verso il suo tavolo, prendendo posto nella sedia di fianco a lei.
Lei sussulta, per la mia presenza inaspettata.

<<Spero non ti dia fastidio se mi siedo qui>> esordisco, e lei scrolla le spalle, senza però dire nulla, e detto questo ritorna nel suo mondo. <<Forse ieri non abbiamo iniziato nei migliori dei modi...>> le porgo la mano, regalandole un sorriso. <<Sono Cora, anche se ci siamo già presentate ieri>>

Lei scruta la mia mano per diversi secondi, con sguardo titubante e insicuro.
Noto incertezza nel suo volto, e non è cambiato molto rispetto a ieri in lei.
La diffidenza la avvolge ancora come una coperta fatta di spine, e io devo stare attenta a non urtare quelle spine per non farle scaturire uno dei suoi attacchi che ieri ho ben visto.
Poi, però, stringe la mia mano, restando sempre nei suoi passi.

<<Ariadne.>> si presenta, nonostante sono già a conoscenza del suo nome.

Slego quel contatto, e poso lo sguardo sul mio pasto.
Increspo leggermente le labbra, creando un'espressione di disgusto quando sotto ai miei occhi vedo una zuppa, di cui l'odore già mi sdegna.

<<Credo che ti dovrai abituare>> commenta Ariadne al mio fianco, notando che non sono molto entusiasta di questo pasto. <<Qui non hanno l'imbarazzo della scelta come cibo>> mi informa.

<<Cercherò di farmelo andare bene allora>> ridacchio, e i miei angoli della bocca di alzano quando noto che abbozza un lieve sorriso.

Agguanto il cucchiaio, con il quale poi mescolo lievemente la zuppa, infine lo riempio.
Me lo avvicino alle labbra, con le quali dò solo un piccolo assaggio.
Non che mi entusiasma molto, ma non credo di avere scelte migliori.
Perciò, dopo essermi leccata il labbro inferiore, mando giù un altro boccone.
La mia attenzione viene catturata da un ragazzo seduto più distante da me, solo.
E non parlo di un ragazzo qualsiasi.
Bensì, parlo di Drityan.
Mi chiedo come mai se ne stia in disparte, lì tutto solo, dato che noto tutti gli altri ragazzi in compagnia.
Il suo volto è chinato, il giusto però per poter vedere i suoi occhi, di cui lo sguardo è... perso.
Perso nel vuoto.
Sembra che ad essere qui sia solo il suo corpo.
Scorgo alcuni ragazzi lanciargli delle occhiate, per poi bisbigliare qualcosa.

<<Disturbo? Qui non conosco nessuno e... tutti gli altri tavoli sono già occupati>>

Volto di scatto il viso quando odo la voce di un ragazzo, ovvero Cassian.
È in piedi davanti al nostro tavolo, con un vassoio tra le mani, mentre attende un nostro cenno.
Pertanto, gli faccio cenno con la testa di sedersi, e lui non se lo fa ripetere due volte.

<<Perché se ne sta solo?>> chiedo, indicando con lo sguardo la figura di Drityan.

<<Ho sentito tante voci su di lui>> è Ariadne a rispondere, dopo aver scrollato le spalle.

<<Ovvero?>> Cassian precede la mia domanda.

Ariadne lascia andare il cucchino dalla sua mano, che si scontra contro il piatto, creando così un lieve rumore.
Poi sposta lo sguardo su Drityan, guardandolo come se gli stesse leggendo in faccia la risposta che ci da, come se fosse un copione scritto nel volto di lui.

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