«Che giorno è oggi?» mi chiede Eliza.
«Venerdì?» rispondo, un po' tentando a indovinare. Eliza scuote il capo.
«Martedì» rispondo, stavolta convinto della mia scelta. Eliza scuote il capo ancora una volta.
Corruccio le sopracciglia, scacciando via Eliza.
«Ah, ma a me che importa di che giorno è?» sbotto, stringendomi nelle spalle.
«A chi importa di che giorno è quando si è vecchi?».
«Phil, tu non sei poi tanto vecchio, lo sai?» mi dice Eliza, dandomi una pacca sulla spalla. Sorride. "Cosa sorridi a fare?", penso. Non sopporto chi sorride sempre. Penso che questa gente abbia qualcosa da nascondere.
«Io sono vecchio eccome, signorina» rispondo, allontanando la sua mano dalla mia spalla. Sono brusco a volte, questo lo so. Ma è solo perché non mi piace essere toccato.
Eliza si siede accanto a me. Ha le mani giunte all'altezza del bacino.
«Phil» dice. «Quanti anni hai?» mi chiede.
Ci penso un attimo. Mi alzo di scatto, e la guardo ridacchiando.
«Come se non lo sapessi» rispondo facendole l'occhiolino. «Come se non lo sapessi, cara Eliza». Smetto di ridere. Di colpo mi attanaglia un dubbio.
"Quanti anni ho?", penso.
«I-io» dico. «Io non lo so» dico ancora.
Mi porto le mani al viso. Mi nascondo spesso, dietro alle mie mani. Mi da conforto, di solito. Inizio a piangere.
«Non lo so!» grido.
Eliza si alza. Si avvicina a me e mi abbraccia.
«Va tutto bene, Phil» dice.
«Che giorno è oggi?» mi chiede Eliza.
«Il giorno del Signore?» rispondo, un po' tentando a indovinare. Eliza scuote il capo.
«Martedì» rispondo, stavolta convinto della mia scelta. Eliza scuote il capo ancora una volta.
«Phil, quanti anni hai?» mi chiede Eliza.
«Come se non lo sapessi» rispondo bruscamente a Eliza. Lei appoggia un vassoio sul comodino a fianco del mio letto.
«Phil, ieri mi avevi detto di essere vecchio» dice Eliza.
«Io sono vecchio, non puoi nemmeno immaginare quanto, cara signorina» rispondo.
«Lo sai che non lo sei per davvero?» mi chiede. «Giusto?».
Scuoto il capo, rigirandomi faticosamente sul letto.
«Ma a te che importa?!» le chiedo urlando. «Vattene, troia!» le urlo ancora.
Eliza esce dalla mia camera.
Rimango sul letto. Steso a guardare il soffitto parzialmente ammuffito della stanza. "Che schifo", penso.
«Che giorno è oggi?» mi chiede Eliza.
«Lunedì?» rispondo, un po' tentando a indovinare. Eliza scuote il capo.
«Martedì» rispondo, stavolta convinto della mia scelta. Eliza scuote il capo ancora una volta.
Mi nascondo dietro alle mani, e mi lascio cadere sul letto. "Ma a chi importa di che giorno è se si è vecchi?" penso tra me e me.
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Quando fa Buio
Historia Corta"Quando fa Buio" è una raccolta di otto racconti brevi ambientati a Berlino, la capitale tedesca. Ogni racconto, ogni... favola, se così possiamo descrivere l'inquietudine che Dupois descrive tra le sue righe; porta con sé una morale nascosta, assie...