Zeus' pov
Osservo il mio riflesso nello specchio del bagno, un'ondata di disgusto mi travolge quando sposto lo sguardo su quella maledetta cicatrice.
Non riesco a fare a meno di pensare che mi rende un mostro, qualcuno di cui aver paura.
Non importa se mio padre e i miei fratelli continuano a rassicurarmi, ogni volta che osservo la mia immagine riflessa vedo uno sgorbio, qualcosa da cui stare alla larga.
"Zeus sei qui?"
La voce di Atena mi ridesta dai pensieri quindi esco dal bagno e torno in camera dove trovo mia sorella comodamente seduta sul mio letto.
"Non ricordo di averti dato il permesso di sederti"
Sfilo la felpa con il cappuccio che indossavo oggi a scuola e recupero un maglione dall'armadio prima di indossarlo.
"Non cominciare a rompere.
Piuttosto come mai sei chiuso qui?"Alzo gli occhi al cielo, Atena si preoccupa delle regole solo quando è a scuola, non quando si tratta di rispettare gli spazi altrui.
Come ha fatto poco fa entrando in camera mia senza bussare."Sono in camera mia, non posso?"
La raggiungo sul letto prendendo posto accanto a lei, le circondo il braccio con le spalle lasciandole appoggiare la testa sulla mia spalla.
"Certo che puoi. Solo che è pronta la cena già da dieci minuti e tu non arrivi mai in ritardo a tavola"
"Avevo bisogno di stare un po' da solo"
Non mi va di dirle che stavo di nuovo lasciando che le mie paranoie avessero il sopravvento, comincerebbe a farmi una paternale infinita a cui si aggiungerebbe anche Afrodite.
Per quanto voglia bene alle mie sorelle in due sono difficili da gestire. Oltre al fatto che Afrodite è ancora arrabbiata con me.
"Per pensare a ciò che è successo oggi?"
Le lancio uno sguardo confuso non capendo a cosa si riferisce, visto che oggi sono successe parecchie cose.
"Che vuoi dire?"
Ricambia il mio sguardo con un altro esasperato prima di sollevare la testa dalla mia spalla e voltarsi completamente nella mia direzione.
"Non fare il finto tonto con me Zeus, non ti riesce bene.
Sto parlando della tua decisione di mandare uno degli enigmi alla ragazzina.
Si può sapere che cosa ti è venuto in mente?
Prima hai sgridato Afrodite per averle dato il suo numero e poi tu fai di peggio?"Assottiglio lo sguardo mentre avverto l'istinto di protezione verso Tea farsi strada dentro di me.
"Non chiamarla ragazzina"
Atena mi fissa sbigottita come se le avessi detto chissà cosa.
Non so nemmeno io che cosa mi sia preso, quella ragazzina riesce a risvegliare dentro di me qualcosa che era assopito da tempo.
"Ѐ questo che ti ha dato fastidio di tutto il discorso?
Il fatto che io l'abbia chiamata ragazzina?"Si alza dal letto incrociando le braccia per potermi osservare dall'alto.
"Sì, mi ha dato fastidio.
Non puoi chiamarla ragazzina senza nemmeno conoscerla!""Tu invece scommetto che la conosci benissimo, vero?
Talmente bene che hai deciso di darle un biglietto!"Mi alzo in piedi a mia volta torreggiando su di lei con il mio metro e novanta di altezza, Atena indietreggia di un passo ma non abbassa lo sguardo.
"Gliel'ho dato perché mi andava di farlo, fine della questione!
Non è una cosa che ti riguarda"
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𝓛𝓪 𝓢𝓽𝓸𝓻𝓲𝓪 𝓭𝓮𝓰𝓵𝓲 𝓓𝓮𝓲 || Zeus
Roman d'amour12 fratelli. Ognuno porta il nome di un dio o di una dea. Tutti diversi tra loro ma sempre uniti. L'unico modo per avvicinarli è risolvere degli indovinelli, ma se a Tea capitasse un indovinello non richiesto? Accetterà la sfida? Riuscirà a capire q...