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Il suo pomo d'adamo si muove con nervosismo, sbarra gli occhi e sembra pietrificarsi di fronte alle mie parole, ma si riprende in qualche secondo dopo essersi schiarito la voce:«S-sì» annuisce nervosamente, le ciocche di capelli neri dritti gli solleticano le guance.

Allunga la mano per afferrare la mia e io non esito. Mi aveva inviato una posizione, ma non mi ero accorta che la destinazione fosse un hotel a quattro stelle e di lusso. Quasi mi blocco di fronte a tutti quei mobili sfarzosi, le luci fatte di cristalli che costano quanto la mia intera casa in Ohio. Che cosa ci faccio qui? E perché ha scelto questo posto come incontro? Mi sento decisamente fuori luogo con la mia giacca in pelle e i jeans abbinati.

«Jacob Day» avverte il personale alla reception, tenendomi ancora la mano. Non solo il suo nome, ma anche il cognome.

Dopo aver ritirato la chiave, raggiungiamo l'ascensore più vicino e ci infiliamo dentro, in attesa che si arrivi al ventesimo piano. Il silenzio è imbarazzante.

«È la prima volta che usi DatingGame?» domando, convinta che la sua risposta sia..

«Sì» dice:«Si vede?»

«No» mento.

«Me l'ha consigliata un mio amico e mi sono deciso a provarla» si gratta la nuca. È appoggiato con la sue spalle larghe nella parte opposta dell'ascensore, le mani grandi nascoste nella giacca in pelle marrone:«Mi aspetta una giornata di merda e devo rilassarmi un po'. Non potendo bere perché devo restare lucido..» alza le spalle alludendo al fatto che questo è il suo unico modo per staccare mentalmente.

«Possiamo aiutarci allora» dico.

«Anche tu hai avuto una giornata di merda?» chiede.

«Fosse solo una» rido tra me e me, notando che l'ascensore continua a salire senza avere nuove prenotazioni, accorcio le distanze tra me e lui:«Ti capisco, comunque» allungo la mano per farla scivolare sotto la sua giacca aperta. Il suo petto comincia ad alzarsi freneticamente, con respiri profondi e irregolari, sento il suo battito cardiaco sotto il palmo della mano:«Ma possiamo dimenticarcene, per qualche minuto» concluso, continuando a guardarlo.

Libera una mano dalla tasca della giacca e mi tratteggia con i polpastrelli il contorno delle mie labbra, prima di trovare il mio mento e sollevarlo:«Ho solo un'ora» sussurra.

«Sfruttiamola» mi alzo in punta di piedi, mescolando il calore dei nostri respiri.

Nessun brivido, nessuna emozione, il mio cuore non batte, la mia pelle non reagisce. Chiudo gli occhi immaginando che davanti a me ci sia Alex, che le labbra che sto per sfiorare siano le sue. Appoggio le mie labbra su quelle di Jacob, senza nessuna esitazione le sue dita si aprono sulla mia nuca e la sua lingua accarezza con dolcezza la mia. Mi aggrappo alle sue spalle larghe per tenermi in equilibrio, ansima sotto di me quando gli afferro attentamente il labbro inferiore con i denti, graffiandoglielo.

Questo deve essergli piaciuto perché torna all'attacco con più forza di prima, la sua bocca preme con insistenza sulla mia approfondendo il tocco.

Il tintinnio dell'ascensore ci ricorda che siamo ancora in ascensore e che abbiamo un percorso ancora lungo fino alla camera da letto che ha prenotato. Mi riafferra la mano e mi trascina con sé fino a destinazione. Tento di frenare il mio entusiasmo quando noto quanto sia grande questa suite e che vista abbia di tutta Los Angeles... Questo posto deve essergli costato quando un mio mese di affitto.

Ma chi è Jacob?

Non che sia solito farsi tante domande durante questi appuntamenti.

La porta alle mie spalle si chiude a chiave e le sue mani grandi trovano il bordo della mia giacca: me la sfila con attenzione, e senza darmi il tempo di voltarmi, assale il mio collo riempiendolo di baci. Chiudo gli occhi tentando di concentrarmi su quel tocco, sperando che smuova qualcosa in me, ma non succede niente, come ogni cazzo di volta. Un bacio tira l'altro, così decido di tagliare corto e lo trascino con me sul letto.

Si sorregge con le braccia su di me e io comincio a sfilargli uno alla volta gli indumenti. Quando restiamo entrambi nudi, le sue mani vagano sul mio corpo..ma noto una cosa che mi destabilizza. Non si sta alzando. Mi muovo sotto di lui, mentre le sue mani vagano sul mio corpo, sul mio seno, e le sue labbra lasciano scie morbide sul mio collo.

Deve averlo notato. Come me, che quando allungo la mano lo sento morbido sul palmo nonostante i miei tentativi di farlo diventare duro. Jacob deve averlo notato:«V-va tutto bene?» gli domando.

«S-sì» mente lui, sfiorando con il soffio caldo il mio collo.

«Non ti piaccio?» chiedo.

È la prima volta che mi succede ma so che sono cose che capitano.

«Cosa?» si solleva per incontrare i miei occhi:«No no, non è questo» stringe forte gli occhi come se stesse cercando di concentrarmi, e torna a tormentarmi con i suoi baci sul collo.

Insisto a sfiorarlo con la mano, anche nei suoi punti più delicati, quelli che di solito manda fuori di testa ogni ragazzo con cui esco.. «Jacob..»

Lui si ferma e si lascia crollare con il corpo muscoloso sopra di me:«Sono uno sfigato» mormora.

«Non lo sei» non so che cosa dire«Voglio dire, capita, no?»

«Non riesco a concentrarmi, sono agitato per questo pomeriggio e con la testa sono già lì» il suo corpo è ancora nudo su di me.

«Non c'è problema» mento.

Si solleva da me, scoprendomi, e comincia a infilarsi i suoi indumenti:«Scusami, non posso, non ci riesco» salta mentre si infila i jeans:«Non sei tu il problema, davvero, fosse in una situazione normale non mi sarei alzato da quel letto fino a domani mattina, ma non è giornata, ho sbagliato a credere che potessi rilassarmi così» indossa la giacca, mentre io continuo a fissarlo confusa:«Puoi restare qua dentro, c'è una jacuzzi di là in bagno, l'ho pagata fino a domani mattina. E questo invece» si china sul letto per mettermi in mano un bigliettino da visita:«È il mio numero di telefono: ti devo una cena per farmi perdonare»

«Oh non c'è davvero bisogno, non ti preoccupare, non è successo niente» cerco di togliergli di dosso i sensi di colpa.

«Scrivimi» si china per lasciarmi un bacio sulla fronte ed esce dalla camera di fretta.

Sono immobile sul letto di una stanza di hotel che non ho prenotato io. A fissare il vuoto. Perché non sto capendo che cosa sta succedendo... Con un bigliettino da visita in mano...?

Il silenzio è l'unica cosa che mi aiuta a concentrarmi sugli attimi che hanno seguito il mio arrivo qui. Che cosa faccio, quindi? L'ha detto lui che ho la camera d'hotel per me e chi sono io per dire di no? Cammino nuda in giro per la stanza e apro il frigo bar, trovando una bottiglia di vino rosso.

Non avrò avuto il mio attimo di antistress, ma lo sto per trovare in questa bottiglia di «Domaine Trapet Latricierest Chambertin Grand Cru del 2018» che cazzo, costa più di 200 dollari. Mi ci riempio un calice e mi infilo nella jacuzzi che da la vista sulla città davanti a me.

L'acqua bollente combinata al vino rosso rilassa ogni mio muscolo, sarebbe stato divertente avere una persona con me, ma evidentemente questa giornata mi ha premiata in un modo diverso.

Afferro in mano il biglietto da visita che mi ha lasciato: Jacob Day, Talent Manager presso la GamePros Talent Management. Sotto il suo numero di telefono.

A proposito di telefono, afferro il mio per controllare gli ultimi messaggi dell'ora, sia mai che qualcuno di DatingGame sia libero e abbia voglia di unirsi a me in una camera d'hotel gratis.

Nessuno. Se fosse la scena di un film, sarebbe quella con il rotolo di paglia che vaga nel deserto.

Amy mi chiama e io rispondo in zero secondi:«Lily ho una grande notizia per te» non sento quasi niente, c'è molto rumore di sottofondo.

«Che notizia?» chiedo.

«Ti ho trovato il lavoro»

THE DATING GAME - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora