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L'insegna della StarSync si apre sopra la mia testa, un edificio molto alto a West Hollywood dove un singolo affitto costa più dell'intera casa della mia amica Amy. Inspiro prima di affacciarmi alla porta d'ingresso, mi vedo riflessa nella porta girevole: la mia camicetta bianca e pantaloni neri, ho deciso di seguire i consigli di moda di Amy, di imitarla per evitare di sbagliare qualcosa. Mi sono raccolta i capelli biondi in una coda alta, le ciocche mi cadono comunque fino a metà schiena. 

«Che cosa ci fai ancora lì?» mi intima Amy. 

Mi ha accompagnata per presentarmi alla persona di riferimento, che mi darà il lavoro. Partiamo dal presupposto che io non so ancora di che cosa si tratti, mi spaventa l'idea, non lo metto in dubbio. 

La seguo dentro il palazzone, so che non perderò di vista per via del ticchettio dei suoi tacchi.

Le persone già dall'ingresso corrono con fogli in mano, sembrano molto tesi, che cos'hanno? 

«Sì, sono qui per l'assunzione di Lily Collins...» dice Amy alla reception, ma faccio fatica a seguirla con tutte queste persone così tanto indaffarate. Gli schermi della televisione mettono in mostra tutti i traguardi che la StarSync è riuscita a raggiungere in questi anni, le interviste che i loro vari personaggi famosi sono riusciti a fare, i numeri che hanno sui social, le attività in cui sono stati coinvolti. Porca miseria, ma cosa ci faccio qui? Se mi fanno mettere a posto le stanze, è già tanto: «Accomodatevi» ci dice la signorina. 

Amy mi guida verso i divanetti all'ingresso, continuando a fissare con insistenza il suo orologio, il suo capo le ha concesso solo un'ora di ritardo a lavoro per aiutarmi qui. Non è stato molto gentile, ma le sono grata di avermi accompagnata. 

«Che cos'hanno tutti?» le chiedo. 

«È per quello che ti ho detto ieri sera, hanno perso molte azioni e investitori per via di una squadra di non so cosa che ha perso» dice, tenendo lo sguardo fisso sul cellulare mentre con le unghie lunghe scrive qualcosa a qualcuno:«E per di più questa mattina uno dei loro attori ha fatto un'intervista in cui ha menzionato un prodotto concorrente a quello che stanno pubblicizzando in questo periodo, quindi casini» 

Una ragazza cammina con i tacchi a spillo e inciampa nel lungo tappeto rosso che porta dall'ingresso fino alla reception, sparpagliando fogli e carte ovunque, svolazzano persino sotto la mia sedia. Così mi chino e mi precipito ad aiutarla, cioè, io se mi trovassi al suo posto mi farebbe piacere che qualcuno mi desse una mano. 

Quando mi assicuro di avere un bel gruzoletto di fogli in mano, mi alzo in piedi e mi avvicino a lei per lasciarglieli. Soffia sulla fronte per spostarsi la ciocca di capelli biondi che le cade sulla fronte e si alza in piedi barcollando, mi guarda con disgusto:«Potevi farti i cazzi tuoi» mi dice. 

Mi pietrifico. 

L'educazione? La gentilezza? Da una ragazza vestita con una gonna appena sopra le ginocchia, le calze nere ormai bucate e i tacchi, la camicetta bianca semi trasparente e quasi sbottonata. Mi sarei aspettata qualsiasi risposta, ma non quella. 

«Volevo solo aiutarti» le faccio cenno ai fogli che ho ancora in mano. 

«Anche meno» dice lei, strappandomeli di mano. 

Indietreggio per andarmene via e lasciarla da sola, con le sue scartoffie in giro per la hall, ma nel farlo vado addosso a una persona. La sua scarpa mi fa lo sgambetto, facendomi barcollare, e perdiamo insieme l'equilibrio, finendo uno sopra l'altro. Ho ancora gli occhi chiusi, le mie mani aperte sul pavimento freddo e la mia testa dolorante su qualcosa di duro, deve essere la sua spalla. Mi sento mancare l'aria per qualche secondo. 

«Signor Day» scatta la biondina di prima. 

«V-va tutto bene?» la voce profonda vibra sotto di me, così mi faccio forza per tirarmi su, sulle braccia, e guardare la persona dall'alto, stesa sotto di me. 

I suoi occhi azzurri si spalancano, mentre i capelli neri e lisci cedono alla forza di gravita, liberandogli la fronte. Day? Perché non mi è nuovo come cognome? Quando incontro il suo sguardo, capisco. Capisco subito.

Jacob Day. 

Il tizio che mi ha lasciata da sola nella stanza con la jacuzzi. 

THE DATING GAME - Vinnie HackerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora