Always and Forever

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Harry non era sicuro di quanto fosse rimasto appoggiato al legno massiccio della porta cercando di classificare i sentimenti che provava per Louis. Il tempo sembrò volare, perché prima che se ne accorgesse, sentì Louis uscire dal bagno.

"Ti senti meglio?" chiese non appena l'altro ragazzo fu in vista. Si avvicinò all'amico che ora profumava di pulito, i suoi capelli disordinati ma morbidi mentre si asciugavano.

"Molto," rispose Louis, "avevi ragione, mettermi a mollo nella vasca ha effettivamente aiutato la mia schiena."

"Bene. Ora, c'è qualcos'altro che devi fare prima di andare all'appuntamento col dottore?"

La testa di Louis si alzò di scatto in panico, cosa che fece corrugare la fronte a Harry per il suo improvviso cambio di atteggiamento.

"Che c'è che non va, Lou?"

"C-che ore sono?" chiese, nella sua voce fu udibile un certo tremolio.

"Sono quasi le undici." Rispose Harry mentre comprese il motivo per cui Louis fosse andato in panico così all'improvviso: l'appuntamento era a mezzogiorno, e lui era chiaramente nervoso.

"Ascoltami, Lou." Gli disse con voce dura. "Starai bene. Aprirai gli occhi e vedrai la mia brutta faccia e i miei ricci disordinati."

Harry guardò l'amico cercare di sorridere, ma invece quest'ultimo serrò la mandibola e deglutì. La sua bocca si aprì, ma non ne uscì niente.

Riprovò ancora, questa volta la sua voce fu così lieve che il ragazzo dagli occhi verdi dovette ascoltare con attenzione le parole che seguirono. "Ho paura."

La sua gola si chiuse alla confessione dell'amico, e quando vide le mani di Louis iniziare a tremare, non esitò ad allungare le braccia e stringergliele.

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Louis stava cercando di nascondere il suo nervosismo, seduto nella sala d'attesa, ma il rimbalzare del suo ginocchio e il tamburellare delle sue dita non potevano fregare Harry. Sapeva che l'amico avesse pura, anche lui ne aveva.

"Louis, andrà tutto bene." gli disse Harry. Gli sembrava di aver detto quelle parole un numero infinito di volte dall'incidente, ma trovava la ripetizione necessaria non solo per convincere Louis, ma anche se stesso.

"Grazie per essere qui con me, Haz. Non so davvero cosa farei senza di te."

Harry sorrise quando le parole del ragazzo gli raggiunsero le orecchie, facendo fare un piccola capovolta al suo cuore. "So che faresti lo stesso per me."

Louis annuì, allungando una mano finché questa non trovò la coscia del ragazzo dai capelli ricci. "Farei qualunque cosa per te."

Harry poggiò la mano sopra quella morbida dell'amico, posata sulla sua gamba. Guardò il ragazzo, e desiderò disperatamente di poter guardare i suoi bellissimi occhi blu e di poter perdersi dentro di essi.

"Pronto, sig. Tomlinson?" chiese una voce, interrompendo il momento che stavano avendo i due membri della band.

Il ragazzo emise un sospiro e provò a sorridere. "Più pronto che mai."

Il dr. Peterson si voltò e si rivolse a Harry. "Lei può aspettarlo qui."

"No, aspetti." Disse Louis. "Mi piacerebbe che venisse anche lui."

"Sei sicuro, Lou?" chiese il ragazzo dagli occhi verdi.

"Sì, sono sicuro." Rispose, per poi spostare la mano dalla sua coscia e afferrare il suo braccio. "Non voglio fare questa cosa senza di te."

Il dr. Peterson annuì. "Seguitemi, allora."

I ragazzi camminarono lungo un corridoio fino ad un ambulatorio piuttosto grande, dove un'infermiera li stava aspettando. Harry guidò Louis verso il lettino e il ragazzo più grande si issò su di esso, le gambe a penzoloni da un lato.

Il dottore fece un cenno all'infermiera, la quale si diresse verso l'unica finestra della camera e chiuse le tende, per poi spegnere tutte le luci tranne una nella parte posteriore della stanza. Nel frattempo, Harry notò l'amico aprire e chiudere le mani sul bordo del lettino, un segno del suo nervosismo.

"Bene," iniziò il dr. Peterson, avvicinandosi a Louis e puntando alla benda che gli avvolgeva la testa. "voglio che tu tenga gli occhi chiusi mentre rimuovo le bende." Un minuto dopo quest'ultime furono rimosse, e il dottore si allontanò un po'.

"Abbiamo chiuso tutte le tende e spento le luci, ma tu devi comunque aprire gli occhi lentamente. Ti aiuterà con il dolore. All'inizio potresti anche vedere un po' sfocato. Dunque, appena sei pronto..." Disse il dottore a Louis.

Harry notò l'amico fare un respiro e iniziò ad agitarsi. Dio, ti prego...

Il ragazzo dagli occhi blu fece sbattere le ciglia, per poi aprire gli occhi lentamente. Una volta che furono finalmente aperti del tutto, voltò la testa da una parte all'altra... e Harry seppe immediatamente che c'era qualcosa che non andava quando gli occhi di Louis non si soffermarono su niente e nessuno.

Fece un passo in avanti. "Lou-"

"Non- non vedo niente..."

Alle parole angosciate dell'amico Harry sentì la sua faccia impallidire e il suo cuore affondargli nello stomaco. No. No, non poteva essere...

Improvvisamente tutti iniziarono a parlare: il dr. Peterson stava parlando con un'infermiera che stava prendendo appunti, un cipiglio profondo sul suo volto - ma Harry era congelato, non riusciva a muoversi, mentre il suo cervello stava cercando di comprendere che il suo amico fosse davvero cieco. E quando sia il dottore che l'infermiera si voltarono per parlare con Louis simultaneamente e Harry vide l'amico trasalire a quell'attacco verbale, seppe che si sentisse schiacciato e sopraffatto. Troppo da assimilare, troppe voci nelle sue orecchie.

"State zitti." La voce di Harry uscì troppo spezzata e sommessa perché qualcuno potesse sentirla.

"State zitti!" disse di nuovo, questa volta con più forza.

La stanza cadde immediatamente nel silenzio e tutti si voltarono verso di Harry, scioccati per il suo scoppio d'ira.

"Uscite e basta." Disse loro con un tono che non accettava repliche. "Ora. Dategli un minuto."

Senza dire una parola, il dr. Peterson e l'infermiera lasciarono la stanza e si chiusero la porta alle loro spalle.

Harry fece un respiro tremolante e si avvicinò a Louis, sedendosi accanto a lui sul lettino. Per un momento nessuno dei due parlò, Harry insicuro su cosa dire all'amico alla quale la vita era appena cambiata per sempre. Quindi, invece di parlare, mise semplicemente un braccio attorno alle spalle del ragazzo, dal momento che i gesti sono sempre valsi più di mille parole.

Louis voltò la testa verso Harry, il quale sentì il cuore contrarsi alla vista dei suoi bellissimi occhi blu, occhi che moriva dalla voglia di vedere, ma che ora erano spenti.

La voce di Louis fu poco più di un sussurro. "Non so cosa fare."

Lacrime calde iniziarono a pizzicare gli angoli degli occhi di Harry e la gola sembrò volersi chiudere attorno alle sue parole. "Neanch'io, ma non affronterai tutto questo da solo."

In risposta Louis premette il suo corpo contro quello dell'amico, il quale rafforzò ancora di più la presa attorno le spalle del ragazzo.

"Sono qui per te. Da sempre e per sempre."

Through The Dark (Larry Stylinson // Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora