Mia sorella è scomparsa, la testa mi fa un male che non riesco nemmeno a spiegare.
I miei genitori, mia madre soprattutto, stanno malissimo, chiamano la polizia ogni giorno per sapere di mia sorella, talvolta la notte sento mia madre piangere e mio padre tranquillizzarla.
Mia sorella, se dovesse morire... Sarebbe una gran perdita, è... o forse era, una bambina molto attiva, a scuola non era molto brava in alcune materie ma in altre, assolutamente sì, sto proprio ora guardando quei quadri leggermente impolverati, poggiati appena sul muro della parete lilla della stanza di mia sorella che ora è vuota, e lo è da tre giorni, questi ritraggono lei, uno ritrae lei tra due ragazzi, di qualche anno più grandi di lei, sono in costume, lo sfondo è la vecchia piscina della scuola in Inghilterra, non ricordo l'anno di questa foto, ma ricordo che lei era velocissima in acqua, ha sempre amato stare a contatto con l'acqua, e a nuoto era un fenomeno.
Sposto la visuale su un quadro di famiglia, l'ha fatto mettere sopra al proprio letto, come la vegliassimo. Eravamo al matrimonio di mia zia Angelina, lei avrebbe portato le fedi, con me, cavolo, ricordo che caldo in quello smoking.
Porto una mano leggermente tremante agli occhi per asciugare le calde lacrime, marcano il viso quasi pesantemente... Mi siedo sul letto di mia sorella e inizio a piangere, non avrei mai creduto succedesse questo, che la nostra famiglia si dividesse, nonostante l'odio reciproco tra mia nonna e mia mamma, siamo,ehm, eravamo, una famiglia molto unita... Mi manca Elizabeth.
"Tesoro, hai fame?"
Mia mamma apre con gentilezza la porta che scricchiola, la porta della stanza di mia sorella è di legno, l'ha voluta far verniciare di bianco, alzo lo sguardo verso mia madre e scuoto la testa, dopo un breve silenzio le dico un semplice: No mamma, grazie.
Noto la sua espressione triste, sono, per ora, l'unico figlio che le resta... E la tratto freddamente, mi sento una merda. Mi alzo dal letto e le prendo la mano
"Anche se ho proprio voglia di quei dolci fatti in casa, che fai sempre tu" le sorrido, lei ricambia leggermente il sorriso, cavolo, non avrei mai voluto vedere mia mamma ridotta in quel modo, ha le occhiaie fino sotto il naso, ed è pallida, anche molto più dimagrita, il trucco non l'ha messo, e non è da lei, oggi ha saltato il lavoro... Siamo tutti distrutti.
"Mamma, io esco un po', per favore, chiamami quando è pronto"
Mamma annuisce, allora io apro la porta finestra di casa ed esco, vado dietro la casa, qui io e mia sorella, mentre i miei genitori controllavano la casa, la dipingevano, e aggiustavano ciò che era rotto, avevamo seppellito la nostra "Valigia dei ricordi", allora prendo la pala, arrugginita e vecchiotta, inizio a scavare in profondità, scavo per un bel po', trovo un ritmo, sono accompagnato dal silenzioso rumore del vento, neanche gli uccellini sento cinguettare, solo il vento, nella mia testa passano dei dolci e quotidiani ricordi con mia sorella, mentre scavo, ricordo quando mettevamo velocemente tutte le foto nella piccola valigia che avevamo per caso trovato nella soffitta della vecchia casa, avevamo paura che papà ci vedesse, stavamo facendo una cosa per noi due, senza dirlo a nessuno. Le mie lacrime cadono, e si spettano all'impatto con la terra umida e scura.
Continuando a scavare, la pala si ferma bruscamente e mi "risveglio" dalla tempesta di ricordi, pareva stare in strada, da solo, senza ombrello, perso, quando piove a dirotto, ma sangue, una pioggia di sangue, ti bagni di qualcosa che pur riuscendoci non manderesti via facilmente...
Poggio la pala a terra, scavo un poco con le mani per prendere poi con più facilità la valigetta, e una volta presa, la apro, è sporca di terra e aprirla mi è difficile dato che la terra l'ha fatta rovinare lì dove vi è il ferro, ma ci riesco comunque.
La apro, e piangendo guardo quelle foto scattate in posti differenti.
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Lamenti dal campo di fiori.
Horror"Una nuova casa. Delle leggende. Dei disegni. Corri. C'è scritto sul muro, col rosso. Sangue? Oops, buio."