8.

45 4 0
                                    

Fu strano svegliarsi nella sua vecchia camera; era buio quando la sera prima si era buttato sfinito sul letto ma ora i raggi del sole illuminavano le pareti, mostrando i vecchi poster scoloriti che ondeggiavano pericolosamente, minacciando di staccarsi, alla leggere brezza che entrava dalla finestra semi aperta. Si girò dall'altra parte come a volersi riaddormentare ma nel momento stesso in cui realizzò che si trovava nella sua casa di Doncaster, lontano da tutto lo stress, si mise a sedere stropicciandosi gli occhi; fù allora che lo vide, gli occhi fissi nei suoi, l'aria stanca, la barba più lunga del solito, i capelli in disordine, rimase a lungo a fissare la figura che si trovava davanti per poi voltare lo sguardo schifato e maledire il giovane sé stesso per aver posizionato uno specchio di tali dimensioni proprio davanti al letto.

Spostò le lenzuola da suo corpo scoprendo le gambe nude che rabrividirono leggermente al cambio di temperatura, mise prima un piede e poi l'altro fuori dal letto, tastando le mattonelle gelide. Ovviamente non aveva pensato a portarsi dietro un cambio quando era andato all'appartamento di princess park e dunque l'unica alternativa era quella di cercare nel suo armadio qualcosa che non fosse né troppo ridicolo né troppo stretto. Aprì le ante facendo scorrere la mano tra le felpe appese, "sicuramente qualcuna è di Harry" fu il suo primo pensiero e si maledì per questo. Cercò tra le poche cose che erano rimaste in quella casa e alla fine optò per l'unica cosa che s'avvicinava a soddisfare le sue richieste, e che cosa più importante era sicuramente di sua proprietà.

<<Dovrebbero renderla illegale>> constatò Harry quando vide Louis con la tuta grigia addosso. Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, lo fissava senza la minima vergogna e Louis rideva perché non si era mai sentito così apprezzato. Un altro punto da spuntare nella lista delle nuove sensazioni che stava scoprendo grazie a Harry Styles.
<<Dai non rompere, è una fottuta tuta>> rispose morendosi le labbra.
<<Certo, addosso a quel manichino, addosso a te è la mia nuova cosa preferita>> Harry si alzò dal letto dal quale lo stava ossevando per mettersi proprio difronte a lui; lo squadrò senza il minimo riguardo e poi sorrise malizioso.
<<Non farlo>> disse Louis secco ma trattenendo un sorriso.
<<Non fare cosa?>> chiese Harry innocente.
<<Non ti azzardare a palparmi il culo brutto pervertito>> Harry spalancò gli occhi fingendosi affranto da queste accuse. Poi scosse la testa e lo superò fingendosi offeso ma prima che l'altro ragazzo potesse rendersene conto gli diede una pacca sul sedere.
<<Harry Styles! Fallo ancora e giuro che...>>
<<Giuri che...>> lo inrruppe Harry mettendosi le mani sui financhi con aria altezzosa.
<<Giuro che ti bacerò fino a impossessarmi del tuo respiro>> questo bastò a far cadere in mille pezzi l'espressione di superiorità di Harry al quale ricadderò le braccia lungo i fianchi mentre lo guardava con la bocca semi aperta. <<Ma ci aspettano per la colazione>> gli disse lasciandolo in mezzo alla stanza, ancora immobile.

L'elastico delle caviglie gli arrivava  quasi al polpaccio e il tessuto era troppo aderente, sicuramente pareva ridicolo ma era la sua famiglia che lo aspettava di sotto e non se ne preoccupò. In cucina lo aspettava un tavolo perfettamente apparecchiato e i vari profumi che si mescolavano insieme. Uova; bacon; toast.
Caffè; Tea; Biscotti; Crostata. Il dolce si mescolava al salato, perché quando si trattava dei nipoti Jean non faceva mancare mai niente, gli odori si fondevano e sapevano di casa. Un sorriso si formò sul viso di Louis mentre sua nonna lo osservava compiaciuta.
<<Buongiorno>> disse lui con la voce impastata dal sonno, risultò un ottava più bassa e le lettere gli si bloccarono in gola costringendolo a tossire. Non dormiva per così tante ore consecutive da troppo tempo. Rise e le diede un bacio sulla guancia.
<<Il mio piccolo ometto>> fece lei. <<Lottie è andata a correre, ha detto che ne aveva bisogno. Ho sentito dei passi dalla camera di Daisy e Phoebe, sicuramente stanno scendendo. Ho mandato il Nonno ad aggiustare lo sciacquone, il furbacchione appena ha sentito odore di pancetta si è alzato.>> disse fingendosi esasperata, ma sembrava orgogliosa di saper gestire così bene la situazione.
<<Ora che siamo solo noi>> cominciò <<Non che mi dispiaccia, non fraintendermi ma...non so ieri eravate strani tu e Lottie appena arrivati, mi ha sorpreso ecco tutto, non devi parlarmene perforza...solo...tutto bene? C'è qualche problema? Non so magari con...>> lui la fermò, la fece sedere prendendo un sedia e sedendosi difronte a lei, non voleva vederla preoccupata e non riusciva proprio a mentirle.
<<Sono stato a Princess Park, al nostro vecchio appartamento...è stato...è stato semplicemente troppo, so che ormai è passato tanto tempo, dovrei superarlo, pensavo di star andando avanti ma poi...ecco tutti i ricordi e le cose e...è stato troppo, avevo bisogno di riprendermi e... bhe, eccoci qua>> si strinse nelle spalle, mordendosi il labbro inferiore che tremava.
<<Tesoro mio, non c'è un tempo di recupero prestabilito, non ti svegli una mattina e magicamente sei andato avanti. Vi siete amati, per molto tempo e quegli anni non svaniranno, rimarranno sempre con te perché ti hanno reso quello che sei. Capisci quello che intendo? Non puoi semplicemente ignorare il passato, tenerti lontano dai ricordi ed andare avanti con la tua vita. Devi farci i conti, amore. Lo so che è doloroso, lo so che è difficile. Ma andare avanti significa proprio fare un passo dopo l'altro tenendo stretta la consapevolezza dei passi già fatti. Le orme rimangono.>> allungò una mano verso il suo viso e lui ci appoggiò la guancia. Le avrebbe chiesto cosa doveva fare. Da dove doveva cominciare. Le avrebbe detto che si sentiva perso perché dopo tanta strada fatta insieme ora camminava da solo. Le avrebbe detto che aveva paura, che non riusciva a fare un altro passo, che non voleva vedere le impronte di due piedi invece che quattro. Ma l'uragano Daebe scese le scale, interrompendo il momento.

𝑰 𝑨𝒍𝒘𝒂𝒚𝒔 𝑵𝒆𝒆𝒅 𝒀𝒂 | 𝕃𝕒𝕣𝕣𝕪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora